Vallecrosia, «Se non sapete chi è San Paolo morirete stanotte»: insegnante di religione spaventa i bambini, genitori chiedono incontro al dirigente

Il vescovo Suetta: «Se la dirigenza ci contatterà, saremo pronti ad ascoltare le istanze e rivaluteremo l’idoneità ad insegnare religione di questo supplente»
Vallecrosia. «Siete disposti a morire per difendere il vostro credo?», «Se non sapete chi è San Paolo, domani potreste non risvegliarvi perché morti». A pronunciare queste frasi, rivolgendosi a bambini delle scuole primarie Doria di Vallecrosia, sarebbe stato l’insegnate di religione (supplente) F.C. I ragazzini, spaventati, hanno raccontato tutto ai genitori che ora vogliono far luce su quanto accaduto e hanno chiesto un incontro urgente al dirigente scolastico, avvertendo, nel frattempo, che nei prossimi giorni non lasceranno entrare in aula i propri figli nell’ora di religione.
Stando a quanto raccontato dai bambini, arrabbiato per le mancate risposte in merito a San Paolo, l’insegnante avrebbe scagliato un pugno contro la Lim (la lavagna interattiva multimediale presente nelle aule scolastiche), danneggiandola.
A designare gli insegnanti di religione è la diocesi di competenza dell’area, in questo caso quella di Ventimiglia-Sanremo guidata dal vescovo monsignor Antonio Suetta. «C’è un ufficio della Curia che si occupa degli insegnanti di religione che vengono designanti in base ai titoli che posseggono – spiega il vescovo -. In questo caso si tratta di un supplente, in quanto il docente titolare della cattedra è in maternità. Avendo fatto regolare domanda ed essendo in possesso di titoli idonei, abbiamo accettato la sua richiesta e lo abbiamo indicato alla scuola. Invito i genitori a rivolgersi al dirigente scolastico, che è il loro primo interlocutore. Se la dirigenza poi ci contatterà, saremo pronti ad ascoltare le istanze e rivaluteremo l’idoneità ad insegnare religione di questo supplente».
L’insegnante non è nuovo alla ribalta della cronaca, in quanto lo scorso 5 maggio, come si legge in un comunicato della diocesi di *** (dove era presbitero), «la Congregazione per il Clero ha comunicato a S. E. R. Mons. ****, Vescovo di ****, la decisione, presa da Papa Francesco il 2 maggio 2022, di dimettere il presbitero F.C. dallo stato clericale, con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il sacro celibato». Una decisione, questa, definita «inappellabile e non è soggetta ad alcun tipo di ricorso».
A dimettere l’ex prete dallo stato clericale era stato dunque lo stesso Papa Francesco: «La decisione del Santo Padre costituisce l’esito di un approfondito procedimento canonico avviato dalla Diocesi nel settembre 2021, a seguito di una investigazione previa, proseguito nella fase diocesana e portato avanti sulla base di indicazioni da parte della Congregazione per il Clero, presso la quale il processo si è concluso al termine della fase apostolica». I motivi alla base della scelta presa dal papa non sono noti, ma è specificato che «il procedimento ha riguardato imputazioni penali previste dal Codice di Diritto Canonico, non inerenti persone minori, e concernenti aspetti fondamentali della vita sacerdotale».
«Non ne sapevo nulla – dichiara il vescovo Suetta -. Approfondirò anche questa questione e mi regolerò di conseguenza, ma non è detto che una persona dimessa dallo stato clericale non possa insegnare». Per fare un esempio, è come se un avvocato venisse radiato dal suo ordine: potrebbe comunque continuare a insegnare legge.