Rivieracqua, il caro energia impatta sulla gara per il socio privato
Gli equilibri del piano di risanamento vanno rivisti. Il nodo creditori
Sanremo. Il caro energia stravolge gli equilibri del piano di ristrutturazione del debito di Rivieracqua. Più 10 milioni di euro in bolletta rispetto alle previsioni per il 2022, ante guerra in Ucraina, che il gestore unico si trova a dover sostenere mentre è in discussione l’accordo in bonis con i creditori che vantano circa 38 milioni di euro. E’ questo uno dei fattori principali che hanno costretto il commissario ad acta della Provincia Gaia Checcucci a rimetter mano ai conti, subordinando alla risoluzione della questione energetica la definizione del bando per la cessione sul mercato di una quota di minoranza (fino al 49%) del consorzio idrico.
Per dieci mesi di prezzi gonfiati dalla crisi e dalla speculazione senza freni, Rivieracqua deve corrispondere ai suoi principali fornitori di energia, Enel e Egea, 1 milione in più al mese solo di corrente, per un totale sull’anno di 20 milioni. Cifre che ai fini del piano di risanamento in discussione rischiano di far saltare alcuni capisaldi come il pagamento nella misura del 100% di tutti i creditori.
«La gara non è stata ancora bandita perché sto lavorando all’aggiornamento del piano economico finanziario e del piano tariffario di Rivieracqua alla luce della crescita esponenziale dei costi per l’energia, – commenta il commissario Checcucci -. Di fatto questo fenomeno mi ha costretta a buttare all’aria tutto il lavoro fatto finora. Fondamentale sarà ottenere per l’immediato una dilazione temporale dei pagamenti, oggetto di una previsione specifica contenuta nel decreto Aiuti quater. Lo sforzo per rimettere in equilibrio i conti è immane stante il contesto di sostanziale assenza di tutele per le aziende energivore che operano nei servizi pubblici locali. L’obiettivo della società rimane pagare tutti i creditori nella misura del 100 per cento. E’ chiaro però che se non si riuscirà a trovare una quadra, la gara per il socio privato diventerebbe semplicemente superflua. Senza accordo non c’è un piano B. Si va tutti a casa».
(Gaia Checcucci)
I creditori. La massa creditizia che Rivieracqua conta di ristorare al 100% di quanto dovuto è stata suddivisa in 4 classi. Classe 1: “Fornitori di beni e servizi”, dove sono stati compresi tutti i crediti dei soggetti che hanno nel tempo prestato attività di fornitura di beni e/o servizi a favore di Rivieracqua, per i quali si prevede il pagamento integrale in denaro entro trenta giorni dall’esecuzione dell’apporto finanziario da parte del socio privato ovvero, ove precedente, entro la data del 30 giugno 2023; – Classe 2 “Indennizzi gestori cessati”: dove sono stati compresi i cosiddetti “gestori cessati” (cioè Amat S.p.A., Amaie S.p.A., Aiga S.p.A. in liquidazione, Società per l’esercizio di servizi dei comuni della Valle Argentina S.p.A. e 21Rete Gas S.p.A., per i soli crediti da essi vantati nei confronti del debitore a titolo di indennizzo a fronte del subentro di Rivieracqua nelle rispettive gestioni. I predetti crediti saranno soddisfatti integralmente nei termini previsti dai rispettivi accordi entro e non oltre il 30 giugno 2026; –Classe 3 “Banca privilegiata” (Crédit Agricole Italia S.p.A., già Credit Agricole Carispezia S.p.A.), creditore privilegiato per il quale si prevede il pagamento integrale in denaro in 4 rate entro e non oltre il 30 giugno 2026; – Classe 4 – “Comuni e altri enti locali”: dove sono stati compresi tutti i crediti dei Comuni e di altri enti locali, per i quali si prevede il pagamento integrale in denaro in n. 4 rate entro e non oltre il 30 giugno 2026.