Restyling Porto Vecchio, Lagorio si congeda da padre nobile: «Avrei voluto realizzarlo ma posso dirmi soddisfatto»

17 novembre 2022 | 19:00
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Restyling Porto Vecchio, Lagorio si congeda da padre nobile: «Avrei voluto realizzarlo ma posso dirmi soddisfatto»

Il patron di Unoenergy racconta gli ultimi mesi che hanno preceduto la vendita dell’operazione a Portosole

Sanremo. «Come mi sento a passare il testimone della riqualificazione straordinaria del Porto Vecchio? Sono soddisfatto ma non contento. Sarei stato contento se avessi potuto realizzarla. Ma posso dirmi soddisfatto perché l’iniziativa promossa sarà condotta a termine». A dichiararlo, a meno di 24 ore dalla firma che ha ufficializzato il trasferimento nelle mani di Portosole Cnis dell’attesissima operazione restyling, è il patron di Unoenergy Walter Lagorio, promotore della riqualificazione straordinaria di cui a Sanremo si parla da almeno cinque anni.

L’imprenditore dell’energia che nella Città dei fiori ha già concluso l’investimento sull’ex tribunale, acquistato da Palazzo Bellevue e trasformato in residenza per anziani di lusso, che ha in corso la ristrutturazione dell’hotel Europa di piazza Cesare Battisti, e che sta preparando la realizzazione di un ostello della gioventù nella Pigna, si è concesso nel pomeriggio per un commento sull’affare che ha visto il fondo d’investimento britannico Reuben Brothers rilevare la Porto di Sanremo srl, società costituta proprio da Lagorio, nella cui compagine figuravano Porti di Monaco e famiglia Casiraghi.

«I motivi che mi hanno spinto a firmare con Portosole sono diversi ma i più fondamentali vanno ricercati nell’imprevedibilità odierna dei costi di costruzione che stanno continuando a lievitare costantemente. Così come nell’incertezza dei ricorsi al Tar che avrebbero potuto comportare anni di ritardi nell’esecuzione delle opere. Quello che conta è che il porto si farà e adesso mi sento di poterlo dire con certezza. Ho sempre sostenuto che non era importante chi lo avrebbe fatto, ma che si facesse».

Riconfermato a titolo onorifico presidente del consiglio di amministrazione della nuova Porto di Sanremo srl (quindi con un piede sempre all’interno dell’operazione), Lagorio continua. «In questi ultimi anni ci sono stati almeno due tentativi di accordo volti a evitare lo scontro tra noi e Portosole. L’ultimo risale a qualche mese fa e non se ne fece nulla. Siamo arrivati a una quadra perché mi sono sentito in dovere di fare alcune riflessioni. Il mercato della nautica sta riscoprendo un nuovo periodo di incertezza. La vendita dei grandi yacht è in flessione, non è un mistero, anche a causa dell’impossibilità di acquistare le imbarcazioni da parte dei magnati russi e ucraini. Ma più di tutto sono i costi che mi hanno indotto alla decisione presa. Parliamo di aumenti generalizzati intorno al 30% che per il Porto Vecchio equivalgono a oltre 10 milioni di rincari rispetto alle previsioni ante conflitto in Ucraina. Queste riflessioni sono state allargate a Porti di Monaco e alla famiglia Casiraghi. Quando si ha a che fare con il governo del Principato non si può pensare di portare avanti un iter del genere nella complessità dell’attuale situazione internazionale».

Quali sono le intenzioni dei Reuben? «Il mio diretto concorrente aveva un vantaggio, fino a ieri, dettato dall’essere un operatore della nautica già presente a Sanremo, gestore di una struttura di primaria importanza come Portosole. Credo che sia stato loro interesse investire sul Porto Vecchio per allargare il perimetro di influenza e cercare una sponda in vista del prolungamento della concessione demaniale. I Reuben hanno capito che Sanremo ha un potenziale ancora inespresso. Che la città è ricca di asset. A partire dal porto su cui hanno investito che è capace di ospitare barche di grandi dimensioni a costi inferiori a quelli della Costa Azzurra. Sanremo poi è viva tutto l’anno. Non è una Saint Tropez che chiude a ottobre e riapre ai primi di maggio. E’ unica nel suo genere. Ha la fortuna di trovarsi vicino a Monaco ma non è blindata come il Principato».

Modifiche al progetto in vista? «Se sono rimasto presidente della Porto di Sanremo srl è per testimoniare una continuità di volontà e programmi. Eventuali modifiche non erano oggetto dell’accordo sottoscritto. Su questo non ci siamo confrontati. Guardando alla strategicità del tunnel in via Bixio, posso dire che mi piacerebbe che venisse mantenuto il progetto considerato di pubblico interesse. Ma il tema non è più di mia competenza. Riguarderà unicamente la nuova proprietà e l’amministrazione comunale».

Oggi il sindaco l’ha ringraziata pubblicamente per aver dato impulso all’operazione… «Ho apprezzato il lavoro fatto dal sindaco Biancheri per la visione portata avanti da imprenditore, non come uomo politico. Sanremo è un piccolo centro urbano dove si ha la tendenza ad autocommiserarsi. La trovo estremamente carente di spirito costruttivo. Detto questo approfitto per ringraziare gli uffici dell’amministrazione comunale. Sempre presenti e reattivi. Spesso si critica la parte pubblica, a volte a ragione, ma per quel che mi riguarda posso solo che ringraziare».

Prossimi progetti personali? «Controvoglia mi ritrovo una notorietà che non desidero e non mi appartiene. Ripeto quello che dissi qualche anno fa. Ho avuto la fortuna di essere parte della creazione di una società fantastica (Unogas, ndr), diretta e gestita dal socio Fabio De Martini, che da ottimi risultati. E’ mia intenzione restituire al territorio che mi ha visto nascere parte dei risultati economici conseguiti. Ora guardo alla ristrutturazione dell’hotel Europa e all’ostello della gioventù che sorgerà nell’ex convento di piazza Cassini. A chi mi chiede dell’ex stazione e di lungomare Calvino rispondo che è presto per parlarne».

Adesso che i Reuben hanno acquisito il suo progetto, diventando i nuovi soggetti promotori, ritiene che la gara d’appalto vedrà un unico offerente? «Non escluderei che in un momento così difficile per le grandi imprese, l’idea di provare a portare a casa una commessa da 70 milioni possa fare gola a molti, senza contare che i lavori da fare non sono in realtà particolarmente complessi».

Crede che la riqualificazione del Porto Vecchio cambierà la città. Quali sono le sue prossime mosse? «Viviamo in una provincia che da trent’anni è ferma. Si sono perse tante occasioni e di fatto l’economia locale ristagna. A Sanremo l’unico investimento privato recente degno di nota è stato il The Mall, dimostrazione che c’è l’interesse dei grandi gruppi a investire qui. In un imprenditore è normale che ci siano delle pulsioni. Il rilancio del Porto Vecchio è stata una delle mie. La più visionaria. Da domani tornerò a occuparmi dell’albergo Europa e dell’ostello nella Pigna. Credo che il tema del futuro diventerà ampliare le capacità di accoglienza».