L'incompiuta

La Cassazione sui resti di Baia Verde, opere non dello Stato

Le Sezioni unite tornano a rievocare lo spettro della demolizione. Attesa la dichiarazione di pubblico interesse sul progetto della Nuovo porto di Ospedaletti Srl

riviera24-baia verde porto di ospedaletti

Ospedaletti. Bene aveva fatto la commissione istituita presso la capitaneria di porto di Imperia a dichiarare non conveniente e non utile l’acquisizione al patrimonio dello Stato delle opere realizzate a Baia Verde. A sancirlo, in maniera inequivocabile, è stata la suprema Corte di cassazione a sezioni unite che è tornata a pronunciarsi sulla ventennale vicenda dell’ex porto incompiuto lo scorso 25 ottobre, con un’ordinanza sul ricorso presentato dal fallimento Fin.Im., nei confronti del Comune di Ospedaletti e di Regione Liguria.

Il fallimento, difeso dall’avvocato Daniele Granara, aveva provato ad appellare per questioni di giurisdizione la sentenza del Consiglio di Stato, risalente al gennaio 2021, con cui il massimo organo della giustizia amministrativa aveva ribaltato il pronunciamento del Tar Liguria che aveva invece accolto le ragioni di Fin.Im, bocciando l’operato della commissione per l’incameramento. L’oggetto del contendere, sottostante alla battaglia legale, si riassume nel comprendere a chi spetta oggi mantenere in sicurezza le dighe foranee, costruite dall’impresa Rosso per conto della società promotrice del progetto “Parco & Marina di Baia Verde”.

Nel dirimere la causa sul difetto di giurisdizione, la Cassazione a sezioni unite ha ribadito il corretto operato degli enti pubblici, rinnovando il principio secondo cui “l’effetto devolutivo è previsto ex lege nell’interesse pubblico generale al mantenimento di ciò che, presumibilmente, può produrre ancora utilità. Ciò che non è automatico, invece, è l’effetto acquisitivo, perché il bene entra nel patrimonio dello Stato solo previo positivo vaglio della effettiva utilità e convenienza delle opere. L’utilità delle opere era stata correttamente scrutinata sulla base delle oggettive circostanze di fatto, e non avrebbe potuto essere fatta dipendere dalla natura pubblica dell’iniziativa del piano di recupero e di riqualificazione, non essendovi immediata corrispondenza tra la natura dell’iniziativa e la convenienza dell’acquisizione al patrimonio dello Stato. L’effetto di incameramento è previsto ex lege, ma non è automatico e soprattutto non è sganciato da un serio giudizio di utilità per la collettività”.

Sempre rimanendo all’ordinanza delle Sezioni unite civili: “La sentenza gravata ha ritenuto che, avuto riguardo alla finalità del parere, la motivazione che lo sorregge sia ampiamente satisfattiva e che non possa esigersi anche una valutazione del diverso interesse del privato ex concessionario ad opporsi alla demolizione delle opere, essendo invece il bilanciamento tra l’interesse pubblico e quello del privato rimesso alla diversa valutazione discrezionale dell’ente territoriale… Dichiara il ricorso inammissibile. Condanna la ricorrente al rimborso delle spese del presente giudizio in favore dei controricorrenti che liquida per il Comune di Ospedaletti in complessivi 8 mila 200 euro e per le parti assistite dall’Avvocatura dello Stato in complessivi 8 mila euro”.

Le nuove prospettive. La Corte di cassazione a sezioni unite, in uno dei suoi passaggi chiave, torna a rievocare lo spettro della demolizione dei manufatti realizzati in assenza dei titoli edilizi, dopo che,  il Consiglio di Stato, nel 2013, aveva annullato ogni autorizzazione concessa a Fin.Im. Una delle tante problematiche mai chiarite fino in fondo, su cui erano intervenuti anche gli uffici della Ragione Liguria con un parere volto a scongiurare un simile intervento per ragioni da rintracciare nella difesa della costa e nella salvaguardia della locale prateria di posidonia, protetta dalla legge comunitaria.

Per il Tar Liguria, invocato a marzo 2022 dalla società rumena Globinvest (autrice di una delle tante iniziative di recupero sbucate fuori negli ultimi anni), il Comune di Ospedaletti non poteva rilasciare nuove concessioni sull’area portuale stante “l’attuale non disponibilità/utilizzabilità a fini di interesse pubblico delle opere oggetto della domanda”.

Nonostante ciò, il sindaco Daniele Cimiotti, il 2 settembre scorso, ha annunciato l’accoglimento del progetto di finanza ad iniziativa privata della Nuovo porto di Ospedaletti Srl. «Il progetto presentato è estremamente coerente alla variante urbanistica approvata dalla Regione. Prevede un albergo di oltre 4000 mila metri quadrati, strutture residenziali e turistiche (residence) per 3150 metri quadri, strutture commerciali per 2972 metri quadrati, strutture direzionali per 586 metri quadrati, rimessaggi per imbarcazioni con mini cantiere nautico di circa 1500 metri quadrati. Stabilimenti balneari per 869 metri quadrati, strutture ricettive di servizio per le spiagge di 500 metri quadrati. I posti barca saranno in totale 115, tra i quali uno da 70 metri e la maggior parte per grandi imbarcazioni. Al Comune verrà riservato lo spazio della darsena delle Porrine, dove abbiamo intenzione di realizzare un vero porto a secco per i pescatori amatoriali», – dichiarava in allora il primo cittadino -.

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