L'indagine

Operazione antidroga Praedictio, il tribunale del Riesame scarcera Masotina

Masotina era finito in cella in relazione all'accusa di avere ceduto complessivamente a Mario Mandarano, personaggio chiave dell’indagine, notevoli quantitativi di hashish

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Imperia. Esce dal carcere Giacomo Masotina, 46 anni. L’uomo, uno dei destinatari delle ventidue misure cautelari nell’ambito dell’operazione antidroga “Praedictio”, condotta dalla polizia e coordinata dalla procura di Imperia, è stato scarcerato dal tribunale del Riesame di Genova, come richiesto dal suo avvocato, il legale sanremese Luca Ritzu.

Masotina era finito in cella in relazione all’accusa di avere ceduto complessivamente a Mario Mandarano, personaggio chiave dell’indagine, 20 chilogrammi di hashish, in due tranche da 10 chili ciascuna, il 24 maggio e il 18 luglio del 2017 (per circa 38mila euro) e poi di altri 18 chili di hashish il 25 luglio dello stesso anno «agendo il coindagato Guastamacchia quale mandante e Masotina come esecutore (in concorso con Taverna nella seconda occasione) – si legge negli atti – e in relazione all’accusa di avere acquistato lui stesso da Mandarano Mario complessivi 5 chili e 100 grammi di hashish nel dicembre 2016 e da Guastamacchia, con l’intermediazione di Mandarano, complessivi 150 kg di hashish il 30 novembre 2016».

Le indagini, avvenute mediante operazioni tecniche di intercettazione telefonica e ambientale, servizi di osservazione e acquisizione di documentazione, hanno consentito di identificare un nutrito gruppo di persone, composto per lo più da pluripregiudicati, che operava nel ponente ligure e si occupava del racket della droga (hashis, marijuana ma anche cocaina), sia nel ponente ligure che nella zona delle province di Alessandria e Pavia, in un periodo di almeno cinque anni: dal 2015 al 2020.

«La stragrande maggioranza delle imputazioni si fondano sulla ‘contabilità’ dell’attività illecita redatta di suo pugno da Mandarano, in merito alla attendibilità della quale il gip evidenzia come essa trovi conferma e riscontro con riferimento ad alcune annotazioni nei servizi di o.c.p. e nelle risultanze delle operazioni di intercettazione», sottolinea il gip. Sotto il profilo delle esigenze cautelari, evidenziava il gip che Masotina «si configurava come importante acquirente e cessionario di sostanza stupefacente nei confronti del Madarano che poi, a sua volta, la immetteva nel mercato per il tramite dei diversi soggetti individuati, anche al di fuori della Provincia di Imperia, e che le ‘dimensioni’ del giro d’affari rendessero attuali e concrete, nonostante il tempo trascorso dalla data di contestazione dei reati, il pericolo di reiterazione di analoghi reati poiché presupponeva una rete di relazioni e contatti con il mondo del crimine organizzato che definiva in maniera inquietante il profilo e la pericolosità dell’indagato. Considerato lo spessore dell’attività criminale, riteneva il gip che l’unica misura idonea a adeguata a fronteggiare la ritenuta esigenza cautelare fosse quella della custodia in carcere, essendo ogni altra misura inefficace a impedire la reiterazione di analoghi reati».

Nel corso dell’udienza camerale, l’avvocato Luca Ritzu ha depositato memoria con allegata documentazione, non contestando i gravi indizi di colpevolezza ma evidenziando, sotto il profilo delle esigenze cautelari, il comportamento tenuto da Masotina nel periodo successivo a quello di contestazione dei reati per contestarne la attualità e concretezza: «sicché ha chiesto annullarsi l’ordinanza applicativa. In via di subordine, ha chiesto l’applicazione di una misura meno grave. Ritiene il Collegio che l’ordinanza impugnata debba essere annullata, sotto il profilo dell’attuale insussistenza delle esigenze cautelari ritenute dal gip». «La figura centrale identificata nell’indagine è quella di Mandarano Mario – si legge nelle carte – Gravato da molteplici precedenti penali specifici e vicino ad ambienti della ‘ndrangheta, come emerso nell’ambito di indagini pregresse nelle quali è stato coinvolto». «Nel corso della perquisizione – aggiungono gli inquirenti – Gli operanti rinvenivano e sequestravano un copioso ‘archivio’ cartaceo, costituito da numerosissimi appunti e Block notes manoscritti e ‘dedicati’, ove Mandarano aveva minuziosamente e precisamente riportato tutta la contabilità relativa all’ attività illecita svolta, registrata a partire dall’anno 2015, con annotati nominativi degli acquirenti (anche se spesso indicati solo con nomi propri o pseudonimi), quantitativi e tipologie delle sostanze acquistate, prezzi, cifre già corrisposte da parte degli acquirenti e/o ancora da corrispondere».

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