La provincia di Imperia saluta il prefetto Armando Nanei: «Nel cuore porterò un dolcissimo ricordo»

29 novembre 2022 | 22:58
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Presenti al brindisi di commiato i vertici delle forze dell’ordine, gli amministratori locali e regionali e tantissime autorità

Imperia. C’era tutta la provincia di Imperia, amministratori locali, autorità regionali, forze dell’ordine, vigili del fuoco, vescovi, colleghi prefetti, e personalità del mondo dell’associazionismo, al brindisi di saluto del prefetto di Imperia Armando Nanei, che aveva preso servizio il 23 ottobre del 2021, dopo aver ricoperto ruoli di grande prestigio nel resto d’Italia, tra cui quello di questore di Firenze e quello di direttore centrale dell’ufficio ispettivo del dipartimento di pubblica sicurezza presso il ministero dell’Interno.

Dopo poco più di un anno a Imperia, Nanei lascia la provincia per andare in pensione. Ma se tanto ha dato in termini di professionalità e soprattutto umanità all’interno territorio imperiese, tanto anche ha ricevuto. Alla domanda su cosa porterà con sé nel cuore da Imperia, il prefetto ha risposto: «L’intervista non può durare ore, quindi quello che mi porto della provincia di Imperia lo riassumo in una parola: un dolcissimo ricordo, davvero, bellissimo. Sono stato benissimo, con della bella gente. Ho conosciuto tanta gente: i sindaci, tantissimi sindaci, di Comuni piccoli, grandi, medi. Ho avuto a che fare con ottimi amministratori: ci siamo relazionati, abbiamo lavorato insieme per tante cose. Con le forze dell’ordine, tutte: carabinieri, guardia di finanza, la polizia di stato. Con tutti, veramente, ho avuto un grande rapporto, mi sono trovato bene. Ma soprattutto con la gente».

C’è qualcosa che si sente di consigliare a chi le succederà? «Questa è una provincia che ha a che fare con un problema che è molto più grande della provincia stessa, che è quello dell’immigrazione, del passaggio, della volontà di persone che provengono da altre parti del mondo di avere una vita migliore, nuove opportunità – ha risposto -. E’ chiaro che è un flusso che va comunque regolato ed è un problema che va trattato, secondo me, con molto equilibrio: nel senso che vanno tenute in conto le esigenze di tutti, dei migranti, dei cittadini di Ventimiglia, di tutti quanti. Bisogna trovare un punto di equilibrio che ci aiuti a stare vicino ai più fragili, cosa che fanno anche i servizi sociali e alcune associazioni; colpire duramente, come fanno le forze dell’ordine, chi specula su queste povere persone, e comunque mantenere una legalità nel territorio di Ventimiglia perché è una popolazione che da anni vede questa problematica sul suo territorio. Ripeto, è un problema che conosciamo bene, che studiamo a fondo. Per il momento, e per questo faccio un ringraziamento alle forze dell’ordine ma anche al comune e alla polizia municipale, siamo in un momento di equilibrio ed è chiaro che stiamo molto attenti».

«E’ falso che non siete persone di cuore. Mi avete voluto bene, ma io anche vi ho voluto molto bene. Ho amato da subito questa terra. Sono innamoratissimo di Imperia, che ho girato, io sono un camminatore. Un po’ meno ho girato Sanremo, ma di Sanremo conosco ogni piastrella del teatro del Casinò, per tutte le volte che mi avete invitato e ho partecipato – ha detto nel suo lungo discorso di saluto -. Quindi veramente io sono onorato di essere stato qua, mi sono trovato bene. Questa gente io la porterò sempre nel cuore, sempre. Siete bella gente, vivete in un bellissimo posto e avete un grande futuro. Siete un po’ particolari, però, chi non lo è».

Garbo, eleganza, intelligenza e umiltà: queste le caratteristiche principali del prefetto Nanei, che ha dimostrato di essere anche un uomo di polso, battendosi per confiscare i beni sequestrati a Bordighera alla famiglia Pellegrino: «Su questo tema mi riservo una parte minoritaria: io ho acceso il motore, questo sì, lo posso dire, e la macchina è partita. Non c’era bisogno di me per farla partire – ha detto -. Ho acceso il motore, però adesso ci sono anche altri passi da fare e che auspico vengano fatti nel più breve tempo possibile. Noi abbiamo preso possesso delle proprietà confiscate; il comune di Bordighera, con una tempestività encomiabile, ha fatto immediatamente la manifestazione di interesse per la gestione di questi beni: adesso manca la parte ulteriore, spero venga fatta presto. Questo è un segnale molto importante».

Sulla famiglia. «La polizia è stata la mia casa, mi ha consentito di conoscere e sposare mia moglie che è la vera responsabile di quello che sono diventato: sono diventato questore, sono diventato prefetto. Se lei non avesse preso su di sé, il peso, le responsabilità di casa, probabilmente non lo avrei fatto, probabilmente avrebbe fatto lei carriera che è molto più brava di me, è un dirigente di altissimo livello. Però ha fatto un passo indietro – ha dichiarato Nanei -.
E poi un piccolo pensiero ai miei figli, perché purtroppo per troppo tempo sono stato un padre da weekend. Quindi chiedo scusa ai miei figli se non sono stato quello che potevo essere, ma spero che abbiano apprezzato che mi sono dedicato al mio lavoro e ho ottenuto tutto quello che potevo ottenere».

Su Claudio Scajola. «Lo avevo conosciuto soltanto dai giornali: un grande politico, fondatore di un movimento politico, ministro. E poi l’ho conosciuto qua e mi sono reso conto del perché aveva fondato un movimento politico, aveva fatto il sindaco, il ministro, il deputato: perché è un uomo delle istituzioni. Un grande organizzatore, anche troppo forse. Signori – ha detto rivolto alla giunta Scajola e ai suoi collaboratori – Dico una preghiera tutti i giorni per voi. Però è veramente un grande amministratore, un grande uomo politico, un grande uomo. Vicino ad ogni grande uomo, però, c’è una grande donna: la grande professoressa Verda. Non ho parole per descrivere la sua cultura, la sua signorilità, la sua bontà. Veramente grazie».