L'intervista

«Comprensibile che l’Italia punti i piedi, Europa ridiscuta regole dell’accoglienza»

Caso Ocean Viking e stragi continue di migranti al confine francese, il commento del vescovo Antonio Suetta

Ventimiglia. «Credo certamente che si possa capire perché il nuovo governo italiano punti i piedi nei confronti della Unione europea, prendendo atto di quanto a livello comunitario il sistema dell’accoglienza risulti inefficiente e inadeguato. E’ necessario che tutti gli Stati che compongono l’Unione europea superino il famoso trattato di Dublino e trovino accordi nuovi, adeguati al momento, soprattutto solidali tra le diverse nazioni, affinché ogni nazione possa dare il proprio apporto, senza che sia assegnato un carico eccessivo di profughi alle sole ragioni geograficamente più esposte al fenomeno». A dichiararlo è il vescovo della diocesi Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta. Da guida spirituale di frontiera, il vescovo torna ad analizzare la situazione internazionale alla luce dell’ennesima strage al confine (vittima un 19enne afgano, travolto da un camion al casello autostradale martedì scorso) e del caso Ocean Viking, nave delle ong senza porto di attracco, finita al centro di uno scontro tra governi, l’italiano della premier Giorgia Meloni, quello francese del presidente Emmanuel Macron (Francia), dell’Esecutivo che risponde al cancelliere tedesco Olaf Scholz (Germania).

Un caso, quello della nave con a bordo 234 migranti, che rischia di far crollare i ponti, già traballanti, tra l’Italia e l’Europa. Da una parte c’è Giorgia Meloni, che appoggiata dal suo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha chiuso i porti ai migranti, opponendosi allo sbarco e proponendo, in cambio, “sbarchi selettivi“. Un approccio, questo, che all’Europa non è piaciuto. «Ci sono degli obblighi legali e morali, le vite vanno salvate – ha dichiarato alla stampa Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea – C’è un obbligo legale anche per gli stati membri a farlo secondo il diritto internazionale indipendentemente dalle circostanze che hanno creato questa situazione». Ieri sera è arrivata anche una nota della Commissione Ue che ha sollecitato, quando la nave della ong si trovava in acque italiane nei pressi delle coste sarde, lo sbarco immediato «nel luogo sicuro più vicino» dei naufraghi a bordo della Ocean Viking per «evitare una tragedia umanitaria», vista la situazione drammatica a bordo. A bacchettare l’Italia è stata in primis la Francia che ha poi risolto la questione, aprendo il porto di Tolone alla Ocean Viking. «L’attuale atteggiamento del governo italiano, e in particolare le dichiarazioni e il rifiuto di far attraccare questa barca è inaccettabile», ha dichiarato in merito il portavoce del governo, Olivier Véran.

Se da una parte, però, la Francia ha deciso di accogliere i 234 profughi, mostrando un’umanità che fino ad ora è mancata nei territori di frontiera, dall’altra, ha aperto uno scontro totale con Roma, annunciando la sospensione dell’accoglienza prevista di 3.500 rifugiati attualmente in Italia che già, secondo accordi prestabiliti, avrebbero dovuto essere ricollocati in Francia. E non è tutto: il ministro dell’Interno francese Darmanin ha chiesto a “tutti gli altri partecipanti” al meccanismo di ricollocamento europeo dei migranti, in particolare alla Germania, di sospendere l’accoglienza dei profughi attualmente in Italia. Al presidente del consiglio Meloni di certo non è mancata la risposta: «Sui migranti voi ci criticate – ha detto ai francesi – Ma a Ventimiglia con i respingimenti fate di peggio». Nel solo 2021 i respingimenti in frontiera sono stati circa 24mila. Un dato, questo, destinato a replicarsi anche nel 2022. Numeri altissimi, quelli che si registrano a Ventimiglia, dove a seguito della sospensione del trattato di Schengen, ogni giorno vengono respinti in media circa 80 migranti, anche minorenni, in barba ad ogni convenzione sui diritti dei minori. Secondo le stime di attivisti e volontari, a Ventimiglia si contano circa 250 stranieri, per lo più afgani, magrebini e provenienti dall’Africa sub sahariana. Per attraversare la frontiera tentano il possibile: salendo a bordo dei treni, camminando sui binari o percorrendo ripidi sentieri di montagna, a rischio della propria vita. Chi può si affida ai passeur, come testimoniato da una recente indagine della Guardia di Finanza di Ventimiglia che ha sgominato un’organizzazione criminale dedita al traffico di esseri umani. Un’indagine, quella delle Fiamme Gialle, che si è conclusa con dieci arresti e ha portato alla luce una preoccupante novità: il fatto che dietro ai passeur ci sia una vera e propria criminalità organizzata.

L’intervista. «Mi limito a ribadire quello che ho avuto modo di affermare in tante altre circostanze. Credo che sia utile tenere sempre al centro dell’attenzione che la complessa questione dei migranti sia prima di tutto una questione di umanità. Evidenzio come le proporzioni del fenomeno, che giustamente viene definito epocale, richiedono un coinvolgimento vero dell’intera comunità europea. Alla frontiera italo francese di Ventimiglia assistiamo quotidianamente alle conseguenze drammatiche della decisione unilaterale della Francia di respingere i migranti. Una linea che per la nostra situazione italiana comporta un grandissimo disagio, altrettanto grave per i migranti stessi».

«Negli ultimi giorni ho preso atto dell’ennesimo incidente che ha provocato la morte di un giovanissimo profugo, – continua il vescovo Suetta -. Io credo che la questione possa essere convenientemente affrontata, il che significa, come sottolinea il papa spesso, con “un’accoglienza che deve essere adeguata”, nelle condizioni giuste, rivolta alla promozione delle persone, alla loro integrazione, attraverso la messa in discussione, da parte di tutti gli Stati che compongono l’Unione europea, del famoso trattato di Dublino, ricercando nuovi accordi, adeguati al momento, soprattutto solidali tra le diverse nazioni».

Nuovo governo e chiusura dei confini. «E’ necessario che tutti gli Stati europei si ritrovino intorno a un tavolo e affrontino di comune accordo l’emergenza. Con un giusto criterio, prima di tutto di legalità, di solidarietà e anche di equità. Io ritengo che al centro vada messa la persona umana, soprattutto quando questa si trova in situazioni gravi di difficoltà e disagio. Credo certamente che si possa capire perché l’Italia punti i piedi nei confronti della comunità europea, prendendo atto di quanto a livello comunitario il sistema dell’accoglienza risulti inefficiente e inadeguato».

Continue stragi al confine. «Provo un sentimento naturale che è nel cuore di tutti, di profonda solidarietà e di compassione, nel senso più nobile del termine, per queste persone provate e in difficoltà. Credo sia giusto rinnovare in ogni occasione utile un appello al volontariato, e ancora di più sostenerlo, quando riesce a supplire alle carenze delle istituzioni. Volontariato che si deve impegnare a mantenere viva all’interno della società una capacità di sguardo e di lettura che vada oltre le questioni meramente tecniche, che coltivi un senso di profonda umanità. In questo discorso rinnovo l’auspicio, in vista della stagione invernale, mentre anche personalmente sto seguendo l’evolversi della situazione, a che il nostro territorio sappia dare risposte concrete ai migranti di passaggio per lo meno rispetto alle necessità più essenziali: cibo di cui sfamarsi, un posto dove dormire e ripararsi dal freddo».

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