"ve l'avevamo detto"

«Chiediamo le scuse dell’amministrazione Biancheri e le dimissioni dell’assessore Pireri»

In consiglio comunale lo scontro tra maggioranza e opposizione sulla vicenda legata alla vendita della rsa Casa Serena

Sanremo. “Ve l’avevamo detto che sarebbe finita male e così è stato”. Questo il leitmotiv del consiglio comunale monotematico in corso stasera a Palazzo Bellevue, chiesto dalle minoranze di centrodestra per discutere della vicenda legata alla fallita valorizzazione della residenza protetta per anziani di Poggio Casa Serena. Rsa e immobile ceduti a privati l’anno scorso, destinati ora a ritornare sotto l’ala di Palazzo Bellevue il 30 novembre, dopo che la società aggiudicataria dell’appalto ha comunicato l’intenzione di voler lasciare la struttura.

A lanciare il primo attacco all’amministrazione Biancheri è stato il capogruppo della Lega Daniele Ventimiglia: «Ci troviamo di fronte ad un epilogo funesto che l’opposizione aveva predetto. Sono a chiedere non le responsabilità politiche, ma le scuse pubbliche nei confronti dei cittadini di Sanremo. L’opposizione aveva avvertito l’amministrazione comunale sui rischi di procedere con la formula dell’appalto rent to buy, contestata anche dall’Anac». Quindi il consigliere Andrea Artioli di Liguria Popolare: «Pronti a perdonare, ma prima arrivi il pentimento. Troppi sono stati gli errori fatti, figli della fretta». Per arrivare all’affondo della consigliera di Forza Italia Patrizia Badino. A nome del suo gruppo, Badino ha chiesto le dimissioni dell’assessore ai Servizi Sociali e vicesindaco Costanza Pireri: «Le scuse non bastano. Gli errori commessi nella gestione della pratica Casa Serena dovrebbero indurre l’Amministrazione ad andare a casa. Per questo chiediamo, come Forza Italia, che siano rassegnate le dimissioni dall’assessore Pireri».

Non è la prima volta che le minoranze di centrodestra chiedono le dimissioni del vicesindaco in carica. Già nell’ottobre del 2021, sempre in consiglio comunale, la richiesta di dimissioni era arrivata al culmine di una discussione incentrata sui rapporti tra ente locale e privato, in un contesto di reciproche accuse e in pendenza della sentenza del Tar Liguria sulla revoca dell’affidamento decisa dal sindaco Biancheri. Sentenza che poi andrà a favore della My Home srl, società aggiudicataria.

La replica di Pireri. «In questa fase emergenziale stiamo lavorando ad un affidamento ponte, affinché a Casa Serena, dal 1° di dicembre, possano subentrare nella gestione tecnica la Fondazione Borea Massa e alcune cooperative per la parte operativa. Come Comune abbiamo stimato costi per 20-25 mila euro al mese a nostro carico. L’obiettivo dell’Amministrazione è riportare il sorriso su Casa Serena. Per questo stiamo studiando una forma di partenariato a lungo termine. Voglio tranquillizzare sul fatto che Asl1 Imperiese si sia detta disponibilissima ad inserire nuovi ospiti con posto letto accreditato al più presto». Conclude l’assessore: «Al momento della decisione di alienare la nostra struttura, l’attenzione di tutta l’amministrazione si è rivolta agli ospiti e verso i nostri concittadini. Per quanto concerne le garanzie fornite da My Home, abbiamo provveduto ad incassare la cauzione del valore di circa 50 mila euro».

L’intervento della consigliera di maggioranza Ethel Moreno. «Ritengo che un’Amministrazione abbia sempre il dovere morale di cercare soluzioni alla chiusura del bilancio che non ricadano sui servizi alla persona. Ora, occorre affrontare, non solo la questione immediata a breve termine, ma anche e, soprattutto, quella a lungo termine. Io ritengo che occorra ripartire da capo, per giungere ad una soluzione diversa della vicenda. Alienare un immobile comunale, così come escludere in toto il ruolo della presenza pubblica in una struttura come quella di Casa Serena, deve essere l’ultima scelta per un’Amministrazione.

Se, come è stato detto, c’è la possibilità di accedere ai fondi del Pnrr, ai bonus per l’edilizia, ai fondi europei, a mutui a tassi agevolati per poter mettere in sicurezza e ristrutturare l’edificio, il cui costo era stato preventivato in 6/7 milioni di euro, allora ritengo che, in questo periodo di transizione, si abbia il dovere di lavorare ad un progetto che permetta di mantenere, se non una gestione diretta, quantomeno un legame forte tra Casa Serena e Comune. Ovviamente, questo deve essere accompagnato da un serio lavoro per capire come rendere, se non redditizia, almeno non deficitaria la gestione di questa struttura, come migliorare e modificare la sua gestione interna, come garantire i servizi agli ospiti, come riorganizzare il lavoro in sinergia con le associazioni sindacali e tutelare i lavoratori. Perché a Casa Serena ci sono i nonni di questa città, persone ultrafragili, che non riescono più ad avere un’autonomia nelle loro abitazioni e che hanno limitate risorse finanziarie, ai quali, come amministratori, questo impegno lo dobbiamo».

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