Casa Serena, garanzie azzerate
Nella privatizzazione della rsa di Poggio un giro di società collegate tra loro
Sanremo. Una cauzione di 147 mila euro servita a coprire una parte della rata d’affitto trimestrale, non pagata a ottobre, che il privato si era impegnato a versare al Comune per i prossimi nove anni. E’ questa l’unica garanzia che Palazzo Bellevue aveva richiesto e ottenuto dalla società My Home srl, aggiudicataria dell’appalto per la cessione di Casa Serena, che la scorsa settimana ha annunciato di voler abbandonare la gestione della rsa di Poggio a partire dal 15 di novembre, a distanza di un anno e un mese dalla privatizzazione voluta dall’amministrazione Biancheri.
All’indomani della disdetta unilaterale del contratto di affidamento, è scattata la corsa contro il tempo per trovare un nuovo gestore della struttura che ospita attualmente 58 anziani, destinata a ritornare tra un paio di settimane nelle mani dell’ente locale. In questo senso sono in corso delle trattative con la Fondazione Borea Massa e la cooperativa Jobel. La prospettiva è di affidare loro una gestione provvisoria di almeno 6 mesi, in attesa che dal Comune sia predisposta un’altra asta pubblica per la ricerca di un nuovo acquirente privato.
Intanto, all’orizzonte tra giunta Biancheri e My Home srl si profila un nuovo scontro a colpi di carte bollate. La giunta comunale, per il tramite del neo segretario generale Monica Di Marco, ha già fatto intendere che, se il privato lascerà la residenza protetta in assenza di un accordo, segnalerà la situazione all’Anac (l’Autorità anticorruzione nazionale), prima di arrivare alla revoca ufficiale dell’appalto, “riservandosi la possibilità di quantificare gli ulteriori danni in tutte le sedi opportune”.
Una “minaccia” che potrebbe scontrarsi con lo stato patrimoniale della My Home, società a responsabilità limitata. Visionando gli estremi dell’azienda, si nota che la My Home srl, con sede a Vercelli in via Degli Oldini 14, è stata costituita il 18 maggio del 2021 con un capitale sociale di appena 10 mila euro. Attività prevalente: “locazione immobiliare di beni propri o in leasing”. I soci sono al 10% Rosario Maniscalco, nominato amministratore unico e rappresentante legale, e per il restante 90% Samuela Cardelli. Alla My Home neo costituita è stato aggiudicato l’appalto del valore di 9 milioni e 846 mila euro per la cessione di Casa Serena, con un rialzo sulla base d’asta dello 0,1%. L’assegnazione definitiva è avvenuta, come detto in precedenza, al versamento di una cauzione di quasi 150 mila euro, nella forma di un assegno circolare. Il deposito cauzionale è stato escusso dal Comune che ne ha richiesto la completa reintegrazione nel termine di trenta giorni.
Prima dell’entrata sulla scena di My Home, a presentare al Comune la prima proposta di acquisto di Casa Serena era stata un’altra società, costituita nel gennaio del 2019, sempre con un capitale sociale di soli 10 mila euro, sempre con sede in via Degli Oldoni 14 a Vercelli. La Moma srl, partecipata al 50% da Samuela Cardelli (socia poi di My Home) e da Pierluigi Morelli. La Moma srl è firmataria della proposta che Palazzo Bellevue ha posto alla base del bando di gara aggiudicato alla My Home, unico offerente. In quella missiva, Moma aveva manifestato al municipio l’intenzione di acquistare Casa Serena con la formula del rent to buy: in cambio del subentro immediato nella gestione della rsa alla stipula del contratto, si impegnava a pagare un corrispettivo di poco meno di 10 milioni di euro in dieci anni, di cui il 60% in rate trimestrali e il restante 40% (circa 4 milioni di euro) al saldo. Inoltre chiedeva di potersi avvantaggiare in fase di aggiudicazione del diritto di prelazione.
Procedura di gara e diritto di prelazione sono finiti nei mesi scorsi nel mirino dell’Autorità nazionale anticorruzione, alla quale ora il Comune si vorrebbe appellare contro My Home. L’Anac ha richiamato l’ente locale, a seguito di segnalazione di un dirigente di Palazzo Bellevue, scrivendo nero su bianco che la “vendita della casa di riposo doveva essere soggetta all’espletamento di una procedura aperta, quindi non è conforme il ricorso a una procedura concorsuale che, in analogia a quanto previsto in materia di finanza di progetto, assegna al proponente un diritto di prelazione, dato che la procedura, conferendo al proponente un indubbio vantaggio competitivo, è applicabile solo a casi strettamente previsti dal codice”. Inoltre, per l’Anac “non c’era neanche la convenienza economica dell’operazione visto che l’importo della proposta di “rent to buy”, ossia 9.846.800 euro, è sì superiore alla base d’asta dell’ultima gara andata deserta (9.560.000 euro) ma non garantisce all’amministrazione un immediato ricavo”. Concludendo: “Alla proposta di “rent to buy” era allegata esclusivamente la bozza di contratto e la stessa non comprendeva né un piano economico finanziario né una matrice dei rischi che dimostrasse il trasferimento del rischio operativo in capo al proponente”.
Il possibile esercizio abusivo. Delle due società che hanno avuto un ruolo nel fallito tentativo di privatizzare Casa Serena, ce n’è una terza, centrale nella vicenda, affidataria della gestione operativa della rsa: la cooperativa Euro Assistance di Vercelli. Sede legale sempre in via Degli Oldoni 14, costituita nel lontano 1997, presidente del consiglio di amministrazione Rosario Maniscalco (socio di My Home e presidente del Cda di Moma). Vice presidente Pierluigi Morelli (socio di Moma). Oltre 110 addetti all’attivo e diverse residenze protette gestite in Piemonte. La Euro Assistance è la cooperativa che aveva assorbito parte del personale impiegato a Casa Serena prima della sua valorizzazione sul mercato. Nel consiglio comunale matuziano del 6 ottobre 2021, l’ex segretario generale Stefania Caviglia aveva comunicato di aver scoperto che “le fatture relative alle rette di Casa Serena venivano emesse dalla cooperativa Euro Assistance e non dalla società My Home, aggiudicataria dell’alienazione della rsa di Poggio”. Per il segretario generale questo poteva configurarsi «come esercizio abusivo dell’attività di casa di riposo. Fatto grave, prontamente segnalato ad Alisa». Segnalazione il cui esito non è mai stato reso pubblico.
Nel mezzo di questa cronistoria di un fallimento, breve ma intensa, è avvenuto di tutto. Dall’emergenza Covid, alla crisi energetica che hanno mandato in difficoltà anche le case di riposo, ritenute un business sicuro e di cui Sanremo vanta il record di investimenti nella silver economy. Poi una prima revoca della gestione privata tra le polemiche, sospesa e annullata dal Tar Liguria, scontri con i sindacati, tavoli in Prefettura, decine di ispezioni dell’Asl1. Oltre all’indagine ancora aperta di Finanza e Nas di Genova sulle condizioni di cura degli ospiti. Casa Serena, ai posteri l’ardua sentenza.