Soda caustica in mare, attivato il piano Ramogepol. A Imperia l’esercitazione con mezzi navali, aerei e 100 volontari di Protezione civile
Accordo tra Italia, Francia e Monaco in materia di tutela dell’ambiente marino e del Mediterraneo
Imperia. Una nave cisterna che trasporta soda caustica, in transito in acque italiane a largo della costa ligure, lancia il “May day” riferendo alla Sala Operativa della Capitaneria di porto di Imperia di avere avuto un’esplosione a bordo, le cui cause sono ad ora sconosciute, che ha provocato nello scafo una falla nella zona poppiera, lato dritto, con il danneggiamento di una cassa di fuel oil e di una cassa contenente soda caustica trasportata alla rinfusa allo stato liquido. Non ci sono stati feriti, ma si sono riversate in mare grandi quantità di olio combustibile (stimate in 100 metri cubi) e soda caustica (stimate in 300 metri cubi). Un rischio enorme, per l’ambiente marino e per la costa, che potrebbe essere raggiunta dal materiale altamente inquinante. E’ questo lo scenario dell’esercitazione che ha visto oggi, a Imperia, la presenza di dodici mezzi navali, sei mezzi aerei e oltre cento volontari di Protezione Civile impegnati nell’attuare il piano Ramogepol.
Per la prima volta, in una realtà relativamente piccola come quella di Imperia, si è simulato lo sversamento di sostanze tossico nocive (HNS) e idrocarburi. Novità, inoltre, la presenza della Protezione civile per ovviare a possibili necessità qualora il materiale si fosse spiaggiato sul litorale.
«Una esercitazione importante, che fa parte di quella prevenzione di cui abbiamo assolutamente bisogno, che purtroppo ci vede sempre in arretrato e ogni volta che c’è qualche disgrazia ci viene sempre rammentato che se ci si organizza si evitano perdite di vite umane, danni e costano moto di meno – ha detto il sindaco di Imperia e presidente della Provincia Claudio Scajola -. E’ una buonissima opportunità che è stata data anche ala città di Imperia. Ieri ci siamo confrontati su temi della prevenzione e di difendere il nostro mare. Per noi il mare è vita, è la prima fonte economica del nostro territorio. Il mare è turismo, pesca, una miglior clima, una delle occasioni più significative per fare cultura, storia e sport. Per noi è una riserva da mantenere al meglio. Siamo lieti che questa esercitazione sia stata fatta nella nostra città, vi ringraziamo e mi auguro che ci faccia dire che se siamo bene organizzati e dovremmo meglio risolvere i rischi che dovranno esserci».
Soddisfazione da parte di Oliviero Montanaro, direttore generale Patrimonio naturalistico e mare del Ministero della transizione ecologica: «I risultati sono stati una conferma non soltanto dell’efficienza e del coordinamento fra gli apparati di reazione dei Paesi ma anche dell’affidabilità e dei rapporti con la componente terrestre che per la prima volta è stata interessata: la prefettura, la protezione civile, il comune e la regione. E’ stato un test sicuramente impegnativo che ci ha insegnato molto ma ci ha anche rassicurato sulla nostra capacità di intervenire efficacemente e tempestivamente in caso di emergenze che ovviamente speriamo non si debbano mai realizzare».
«Tre Stati e una esercitazione molto complessa su un tema molto delicato che è quello di uno sversamento a mare con possibilità di coinvolgimento a terra e quindi con l’incolumità delle persone da dover tutelare – Giacomo Giampedrone, assessore regionale alla Protezione Civile -. Un’altra prova del sistema di protezione civile nazionale e regionale che direi è superata e lavoreremo nelle prossime ore per evidenziare le criticità perché è così che si fa in tempo di pace con queste esercitazioni, per migliorare ancora di più la capacità di dare risposte a queste situazioni e la capacità del nostro sistema. Sono orgoglioso perché i nostri volontari e tutte le realtà coinvolte hanno già oggi dato prova di una grande sinergia e questo ovviamente ci lascia ben sperare augurandoci di poter lavorare e di non vederci mai coinvolti direttamente sul campo, ma purtroppo abbiamo visto anche nel recente passato che il tema degli sversamenti è delicato e in Liguria ci ha visti impegnati anche nella realtà».
«L’esercitazione avviene per la prima volta dopo la crisi pandemica, quindi sono due anni che l’accordo “Ramoge”, che disciplina questo tipo di iniziative, non veniva implementato sul terreno – spiega Giulio Alaimo, ambasciatore d’Italia a Monaco Il “Ramoge” è un accordo tra Italia, Francia e Monaco in materia di tutela dell’ambiente marino e del Mediterraneo. Una sorta di triangolo che collega fino alla costa settentrionale della Sardegna. Un accordo operativo che insiste su tre tratti di costa di tre Paesi e una collaborazione in questo ambito era veramente importante ed opportuna. Sulla materia della tutela dell’ambiente marino ci sono altri accordi che riguardano i tre Paesi, non solo sull’ambiente in senso stretto ma anche sulla fauna dei cetacei che popolano questo tratto di mare».