Sergio Tommasini guarda a Sanremo 2024: «Centrodestra vada unito, il sindaco sia civico»

8 ottobre 2022 | 07:30
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Sergio Tommasini guarda a Sanremo 2024: «Centrodestra vada unito, il sindaco sia civico»
Sergio Tommasini guarda a Sanremo 2024: «Centrodestra vada unito, il sindaco sia civico»
Sergio Tommasini guarda a Sanremo 2024: «Centrodestra vada unito, il sindaco sia civico»

L’Ad di Airone Seafood commenta il voto da ex della politica. «Su Meloni premier tanta speculazione. Fiducioso che il suo sarà un governo di alto livello»

Sanremo. «Da sostenitore del centrodestra sono contento del risultato conseguito alle recenti elezioni dalla coalizione nel suo insieme. Come tanti, attendo di vedere quale sarà la composizione del nuovo governo, convinto che si tratterà di un Esecutivo di alto livello, capace di affrontare le sfide che ci attendono. Guardo con interesse anche alle possibili ripercussioni che il voto può avere a Sanremo e a cosa potrebbe succedere in previsione delle amministrative del 2024». Torna a parlare di politica, di Palazzo Bellevue e di prossime comunali fissate nel maggio 2024, il manager sanremese Sergio Tommasini, ex candidato sindaco di Sanremo, espressione del Gruppo dei 100, appoggiato dai partiti di centrodestra Lega, FdI e Forza Italia, la cui avventura da aspirante primo cittadino ha dovuto fare i conti con la riaffermazione dello sfidante diretto Alberto Biancheri.

L’occasione si presenta a due settimane dalle elezioni nazionali del 25 settembre che hanno portato alla ribalta la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Il manager analizza il voto: «Vedo molta speculazione politica sulla vittoria di Fratelli d’Italia e sul fatto che ne possa conseguire una minore considerazione del nostro Paese in Europa. Penso che le critiche debbano fondarsi sui fatti e sulle azioni. Vedremo di cosa sarà capace il nuovo governo. Non va sottovalutato che Giorgia Meloni è presidente del Partito dei conservatori e riformisti europei (ERC) che è sempre di più un asse importante nel contesto politico dell’Unione. Non dobbiamo farci influenzare dai giudizi resi nei nostri confronti dagli esponenti degli altri Stati. L’Italia è grande, rispettata all’estero per la sua storia, la sua cultura e la capacità di fare impresa. Io ritengo che un ritorno ad una sana “italianità” sia quello che ci vuole in questo momento, per affrontare il delicato tema collegato alla guerra Russia-Ucraina che sta degenerando verso altri confini molto più a est».

«Per quanto riguarda la politica locale – continua Tommasini – è noto che, con l’accettazione dell’incarico di amministratore delegato del gruppo Airone Seafood, ho preferito lasciare ogni ruolo politico, per dedicarmi interamente al lavoro. Non per questo mi disinteresso della situazione della mia Sanremo. Sono sempre in contatto con i principali esponenti politici locali – da ultimo ho avuto modo di complimentarmi con Gianni Berrino per l’elezione a senatore -, e seguo alcune tematiche che mi stanno particolarmente a cuore, insieme a tanti amici con i quali discutiamo sempre del futuro della città alla prima occasione utile. Guardo con interesse a come si rivoluzionerà l’attuale consiglio comunale a Sanremo dopo i risultati elettorali e come si stanno spostando e si sposteranno gli interessi in vista delle amministrative del 2024. Spero che meritocrazia e competenza siano messi al centro del dibattito per la scelta di colui o colei che andrà ad amministrare Sanremo dopo Biancheri. Mi auguro che nel centrodestra si verifichi una vera unità di intenti che favorisca l’espressione di candidati all’altezza della situazione. Il fattore “unità” sarà messo alla prova già il prossimo anno, viste le scadenze elettorali delle amministrazioni di Imperia, Ventimiglia, Bordighera e Vallecrosia».

Cos’è rimasto di Liguria Popolare? «Il gruppo consigliare è attivo a Sanremo con Andrea Artioli e Giampiero Correnti. In Liguria Popolare ho lasciato ogni incarico ma nutro ancora amicizia e rispetto per le persone che fanno parte del movimento e che ho cercato di rappresentare con serietà e responsabilità fino alla mia partenza. Penso che a livello cittadino la componente civica non abbia perso il proprio appeal e possa nel futuro, insieme ad altre realtà più orientate al civismo, giocare un ruolo importante nella scelta del prossimo sindaco di Sanremo».

Economia e crisi internazionali. Dal giugno 2020 Tommasini è amministratore delegato di Airone Seafood, importante società operante nel settore conserve ittiche alimentari. Si divide tra la sede centrale di Reggio Emilia e lo stabilimento produttivo di Abidjan, in Costa d’Avorio. «Relativamente alla complicata situazione che stiamo vivendo nel settore che più ci appartiene, l’impatto negativo riguarda in particolare inflazione e tassi di interesse che hanno contribuito all’aumento della materia prima olio, tonno e imballaggi. Su questo punto ritengo che l’aumento dei tassi di interessi deciso della Bce (in linea con quanto successo negli Usa), non sia stata una mossa azzeccata. Primo, perché l’aumento dei prezzi è più speculativo che sostanziale e, secondo, perché questo incide fortemente sui consumi. L’inflazione era già aumentata nell’ultimo quadrimestre 2021, quando l’incremento della domanda aveva scatenato la riattivazione di tutte le filiere produttive che erano dormienti per via della pandemia Covid. Oggi rischiamo di entrare in recessione, pur avendo il nostro prodotto interno lordo percentuali positive».

Caro energia. «Come Airone abbiamo un vantaggio competitivo rispetto ai competitor che producono in Europa. In Costa d’Avorio operiamo in zona franca. Non paghiamo tasse e abbiamo un contributo del 50% su energia, acqua e carburante. Per contro, ci sono oneri sociali e di mantenimento dell’occupazione ben precisi che siamo tenuti a rispettare: penso ai prestiti per la scolarizzazione, alla cantina sociale, al centro medicale, a una robusta e seria assistenza sanitaria. Sicuramente in Africa l’impatto della crisi energetica è radicalmente diverso da quello che si può avere in Italia, ancorché possiamo riscontrare un aumento della benzina e dell’elettricità. Il gasolio qui si attesta a 0,96 euro litro mentre la benzina è pari a 1,18 euro litro. Tornando in patria, nella sede logistica di Reggio Emilia prevediamo di avere circa il 120% di aumento dei costi energetici. In linea con tutto il settore industriale italiano che rimane, in Europa, quello più colpito. Se penso al tetto del 15% che la Francia ha fissato agli aumenti dei prezzi, oppure all’iniezione di liquidità della Germania, mi chiedo quali siano effettivamente le prossime mosse del futuro governo italiano».