Roberta Marcenaro e il ponte fra Washington e Imperia per promuovere il Made in Italy

«In questo “quarto di secolo” ho portato moltissimi brands negli Stati Uniti: alcuni non esistevano mentre per altri ho lavorato sul potenziamento».
Imperia. Un legame fra “i due mondi” che ha saputo portare le tradizioni del vecchio continente ad essere reinterpretate e conosciute in quello nuovo. Roberta Marcenaro Lyon di famiglia imperiese, sta creando un vero e proprio ponte fra la città dell’olio e la città simbolo della politica, e non solo, americana: Washington DC.
Classe 1977, Roberta ha un background non semplice da sintetizzare a partire dalla laurea in economia, al suo ruolo di Professore aggiunto al dipartimento di ingegneria del politecnico di Milano rappresentante per gli Stati di Washington D.C. e Texas per la American Chamber of Commerce of Italy. Il tutto culminato nel ruolo di amministratore delegato della Imark Holdings, la società che lei stessa ha fondato negli Stati Uniti fornendo assistenza alle aziende europee che scelgono gli States per investire. Di quali brands parliamo? Armani, Polimoda, Almaviva, Massimo Bottura per citarne alcuni ma anche Imperia, perché le origini sono sempre importanti.
«Vivo e lavoro da 15 anni negli Stati Uniti ma il mio legame con Imperia è indissolubile, tanto che 7 anni fa, forse in controtendenza, ho deciso di far nascere qui mia figlia, proprio dove si trovano la mia famiglia e i miei affetti. Nel 2008 ho fondato la Imark promuovendo il made in Italy nel design, nella moda, architettura, enogastronomia e nei settori tecnici. In questo “quarto di secolo” ho portato moltissimi brands negli Stati Uniti: alcuni non esistevano mentre per altri ho lavorato sul potenziamento» spiega Roberta, che sta preparando un progetto per far conoscere Imperia al grande pubblico americano.
«A Washington si tengono le celebrazioni della cucina italiana nel mondo. In quell’occasione proporremo l’azienda Anfosso, di Chiusavecchia, il cui olio verrà utilizzato durante una cena preparata dallo chef del ristorate “Da Vittorio”. La mia intenzione è che sui piatti ci sia anche un assaggio di Imperia».
Ogni anno a Washington si svolge l’Italian design day, quali progetti ha per l’evento? «Dal prossimo anno diventerà l’Italian design week e sto collaborando con moltissimi brand per far sì che si possa celebrare il design in tutte le sue forme. In questo progetto è coinvolta anche la Nasa e si parlerà di come si andrà vestiti sulla Luna: un punto di vista particolare che nasce dalla mia presenza all’interno di una commissione delle Nazioni Unite, la Conscious Fashion and Lifestyle Network perché le innovazioni, come si sa, passano anche attraverso il fashion».
Roberta riveste importanti ruoli istituzionali sia per le attività di consulenza, sia per gli eventi mirati a promuovere il “Made in Italy”, e quindi anche per la provincia di Imperia: «Creare una filiera della produzione per dare un’identità forte all’imperiese, sotto il punto di vista enogastronomico, turistico e dei fiori: questo è l’obiettivo che ho per il mio territorio nel prossimo Italian design week, una vetrina mondiale dove il turismo diventa esperienza e come tale va costruita».
Come si diventa Roberta Mercenaro? «Ho studiato economia all’università di Imperia perché mi piaceva e non volevo abbandonarla quindi è seguito il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano. Ho scritto un libro sulle “città mobili” e studiando un caso sulla protezione civile americana sono arrivata a Washington dove vivo ma dove continuo a promuovere il made in Italy e, allo stesso tempo, anche il made in Imperia».
Una vita fra due mondi che Roberta cerca di far rimanere connessi, con almeno 4 viaggi durante l’anno «La città di Imperia è sempre con me e quando ne ho nostalgia spesso vado ad Annapolis, dove si trova la base militare. E’ un harbour con molte barche che ricorda Imperia e le sue vele».
