Porto Vecchio, problemi nuovi. Lagorio tratta con Casiraghi e Fincantieri
Lievitano i costi di costruzione e i ricorsi al Tar contro il progetto scelto dalla giunta Biancheri. Ora si mette di traverso anche il Gruppo Cozzi Parodi
Sanremo. Salgono di almeno 10 milioni di euro i costi di costruzione stimati, attualizzandoli ai prezzi odierni, per la realizzazione delle opere, calde e fredde, previste nel progetto di riqualificazione del Porto Vecchio. Le stime aggiornate – che superano quelle inserite nel piano economico finanziario del 2021, ante guerra in Ucraina e rincari conseguenti -, sono all’attenzione dei principali soggetti in corsa per il maxi appalto e gestione ultra decennale, del valore di oltre 600 milioni di euro, destinato a cambiare il volto della marina.
Quello dei costi non è l’unico dei problemi che l’operazione Porto Vecchio dovrà affrontare da qui ai prossimi mesi, prima dell’avvenuta aggiudicazione della gara europea, prevista per i primi mesi del 2023. L’altro nodo è dettato dai plurimi ricorsi al Tar presentati dai concorrenti del tandem Lagorio-Porti di Monaco. Tra coloro che rivendicano qualcosa, o contestano la procedura imbastita dall’amministrazione Biancheri, con riferimento particolare ai criteri che hanno portato alla scelta del progetto della Porti di Sanremo Srl, ci sono i Cantieri Piras (tra i soci figura il commercialista sanremese Nicola Lanteri, ex di Portosole) che chiedono l’annullamento della dichiarazione di pubblica utilità, i titolari dei baretti-ristoranti che sul porto si affacciano, la Canottieri Sanremo, sulla base del quale è scaturita, a beneficio di tutte le associazioni sportive, la sospensione ufficiale del procedimento di revoca avviato a gennaio 2022, e la società immobiliare Giacofim Srl, collegata al Gruppo Cozzi Parodi. Quest’ultimo ricorso, presentato il 30 di settembre scorso, rappresenta un’assoluta novità da parte di un soggetto che nell’Imperiese gestisce altre marine, quella di San Lorenzo al Mare e Aregai. «Considerata anche la mia lunga esperienza in campo progettuale dei porti, sono intervenuta per dare un contributo volto ad una soluzione che possa essere soddisfacente per tutti gli attori: non è sfuggita a nessuno, infatti, la carenza di documentazione presentata», – il commento dell’amministratore unico Beatrice Parodi -.
Capitolo costi. Da bando di gara i costi di costruzione delle opere frette e calde (capaci o meno di produrre reddito, ndr), sono fissati in 49 milioni di euro. L’infrastruttura più impattante è il tunnel sotterraneo che dovrà attraversare via Nino Bixio, al lato del quale è stato ipotizzato un parcheggio interrato. Il preventivo a capitolato di 6 milioni potrebbe superare invece i 10, visti i costi attuali dei materiali. Poi ci sono tutte quelle prescrizioni degli enti terzi al Comune, interessati al progetto, che non sono stati computati nei calcoli sulla sostenibilità del piano economico finanziario. La principale di queste è il necessario trasferimento dell’acquedotto Roja 1 che passa proprio in corrispondenza del tunnel di via Bixio. Per Rivieracqua ci vogliono almeno 2,5 milioni di euro per spostare la condotta verso mare. Amaie Spa ha invece chiesto la realizzazione di una nuova linea di media tensione, senza la quale l’approdo rimarrebbe privo della necessaria alimentazione di energia elettrica. La dorsale di collegamento dovrebbe partire da una nuova centralina installata a Borgo Tinasso, attraversare il centro, fino ad arrivare al Porto Vecchio. Un altro milione di costi da calcolare.