Ospedaletti, l’ambulatorio prelievi non riapre. Lugarà: «Cittadini privati di servizi essenziali»
In vista il trasferimento di biblioteca e polizia locale nei locali comunali sotto il bar Alexandra. Il caso Ospedaletti Emergenza
Ospedaletti. Ambulatorio prelievi chiuso a causa dell’emergenza Covid e mai più riaperto, psicologia clinica trasferita a Bordighera, scontro aperto con la pubblica assistenza Ospedaletti Emergenza. E’ polemica nella cittadina delle rose per la riorganizzazione degli spazi pubblici che si trovano in via Matteotti, all’angolo di corso Regina Margherita, sotto la terrazza del bar Alexandra. Qui sono in previsione i lavori di preparazione al futuro trasferimento del comando di polizia locale e della biblioteca civica, attualmente dislocati nel complesso del Piccadilly. L’edificio vista mare di proprietà del Comune, in precarie condizioni strutturali, è destinato ad essere “scambiato” in permuta con Villa Sultana, sede dell’ex casinò.
A lanciare un grido di allarme per la mancata riapertura, dopo l’emergenza Covid, degli ambulatori Asl1 di via Matteotti, è la capogruppo della lista civica Viviamo Ospedaletti Valentina Lugarà: «Non condividiamo e siamo contrari a tali scelte in quanto con queste decisioni i cittadini di Ospedaletti vengono privati di servizi essenziali che devono essere considerati invece come priorità. Non possiamo accettare che alla nostra comunità vengano tolti tutti i servizi di carattere sanitario e di pubblica utilità ed assistenza, in un’epoca peraltro caratterizzata da una grave emergenza sociale e socio sanitaria. Tali servizi devono rafforzati – conclude l’esponente della minoranza consigliare, già candidata sindaco – e non eliminati, tenuto conto peraltro della prevalenza della popolazione anziana della nostra comunità, delle numerose situazioni di disagio, delle difficoltà nei trasporti, le caratteristiche del territorio e dell’accentramento dei servizi sanitari ed ospedalieri in altri comuni distanti dal nostro».
La replica del sindaco. «Ho già avuto un primo colloquio con il nuovo direttore generale di Asl1. Farò il possibile per riaprire l’ambulatorio di via Matteotti. Per quanto concerne il servizio di psicologia clinica, esso si trovava a Ospedaletti solo in via temporanea, in attesa di un suo definitivo trasferimento presso il palasalute di Sanremo (poi spostato nell’ospedale di Bordighera, ndr). Ospedaletti in anni recenti ha visto venir meno anche il consultorio famigliare che si trovava in un appartamento di proprietà pubblica, venduto dalle precedenti amministrazioni per acquistare l’ex scalo merci La Piccola. Ad oggi l’ambulatorio prelievi viene garantito una volta alla settimana attraverso il camper mobile di Asl1. E’ ovvio che non è la stessa cosa di prima. Sono personalmente ritornato alla carica, all’arrivo del nuovo direttore generale dell’azienda sanitaria, perché è quanto mai necessario riaprire un punto prelievi fisso in Ospedaletti».
Il caso Ospedaletti Emergenza. Con una trentina di volontari all’attivo e una decina di dipendenti, la pubblica assistenza Ospedaletti Emergenza dovrà lasciare la propria sede di via Matteotti alla fine dell’anno. «Siamo profondamente delusi dall’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti della nostra associazione, – spiega Marco Gagliardi, del consiglio direttivo di Ospedaletti Emergenza -. Il sindaco Cimiotti ci ha intimato privatamente di ridurre il numero di ambulanze a nostra disposizione, ancor prima di fornirci delle soluzioni alternative per la nostra sede. Soluzioni che poi sono rimaste sulla carta perché il dialogo si è interrotto. Crediamo che il primo cittadino non si renda conto di quanti servizi facciamo sul territorio e di quante energie ci vogliano per svolgerli. Non vorremmo che questa situazione sia determinata dal fatto che non riusciamo più a garantire, come in passato, il servizio gratuito durante le manifestazioni del Comune».
La replica dell’assessore ai Servizi Sociali Emanuela Salimbeni. «Come amministrazione avevamo offerto due soluzioni a Ospedaletti Emergenza. L’una sotto il campo sportivo e l’altra in un’area sul circuito. Due sedi che richiedono dei lavori per essere rese agibili. Da quel momento non abbiamo più ricevuto comunicazione, se non una letteraccia in cui ci veniva detto che non sarebbero più stati garantiti i servizi gratuiti resi per le manifestazioni».