Imperia. Si sono svolti oggi i primi interrogatori di garanzia per alcuni degli indagati nell’ambito dell’operazione Praedictio: l’indagine della Squadra Mobile della questura di Imperia, coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha smantellato un’importante rete di spaccio operante in tutta la provincia e che si è conclusa con l’esecuzione di 22 misure cautelari.
Per Antonio Zito, 56 anni, residente a Camporosso, che in prima battuta era stato colpito dall’obbligo di dimora, si sono aperte le porte del carcere di Imperia: lo ha deciso il gip Massimiliano Botti che oggi, oltre ad averlo sottoposto a interrogatorio di garanzia, ha convalidato l’arresto per possesso di droga (2 chilogrammi di sostanza stupefacente) e armi che gli agenti gli hanno trovato nel corso della perquisizione effettuata all’alba del 21 ottobre scorso. Difeso dall’avvocato Marco Bosio, Zito si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Difeso dall’avvocato Luca Ritzu, il 46enne Giacomo Masotina, residente a Savona, ha scelto di non rispondere al gip di Genova Marina Brunella Orsini. Non essendoci più celle libere, l’uomo è stato infatti portato in carcere a Genova e interrogato in rogatoria dal gip del capoluogo ligure. In carcere, a Sanremo, è finito anche Roberto Rebora, 50 anni sanremese, che durante la perquisizione è stato trovato in possesso di mezzo chilogrammo di hashish. Anche quest’ultimo, difeso dall’avvocato Ritzu, ha scelto la strategia del silenzio.
Sono attesi per domani, martedì 25 ottobre, altri interrogatori. Mentre resta da fissare quello del principale indagato: Mario Mandarano, 63 anni, in carcere dal marzo 2020, quando venne arrestato in flagranza di reato per possesso di droga e di un vero e proprio arsenale di armi. Era lui, secondo gli inquirenti, a gestire il racket della droga a Ponente.