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Operazione antidroga nell’Imperiese, il linguaggio in codice che metteva in difficoltà anche gli spacciatori

«Vino», «gelato», «quella ragazza», «panna»: le conversazioni a volte mettevano in crisi pure gli arrestati

operazione Praedictio antidroga mobile imperia

Imperia. Ci sono nomi di note griffe, ma anche espressioni comuni, usate in codice per parlare al telefono senza destare sospetti, tra i vocaboli scelti per discutere di quante e quali sostanze stupefacenti acquistare. Nei block notes di Mario Mandarano, il principale tra i 22 indagati nell’ambito dell’operazione antidroga “Praedictio”, gli agenti della Mobile di Imperia hanno trovato una vera e propria miniera d’oro di informazioni che, sapientemente analizzate, hanno permesso di ricostruire la geografia dello spaccio in provincia di Imperia.

“Ferrari”, “Louis Vuitton”, “Rolex”, “Lavazza”, “Dubai”, “Prada”, “Amnesia”, “Gorilla”, “Lamborghini” erano alcuni dei nomi che Mandarano utilizzava per designare la qualità dello stupefacente immesso sul mercato. Nomi ricorrenti, nell’ambito del mercato della droga, visto che, si legge nell’ordinanza firmata dal gip Massimiliano Botti, «risultano impressi su molte confezioni di hascisc sequestrate dalle forze dell’ordine in Italia negli ultimi anni».

Per parlare di droga, poi, gli indagati utilizzano anche altre espressioni, tra le quali: “Una mano”, “Una manovra”, “Due birre”, “Bere qualcosa”, “Cinque bottiglie di vino”, “Una damigiana”, “Salutare la nonna”, “Quella ragazza”, “Panna”.

E sono proprio queste a causare, a volte, vere e proprie incomprensioni, come emerge da alcune intercettazioni nelle quali gli indagati cercano di chiamare la droga in codice, per non essere smascherati in caso di ascolto da parte della polizia, ma l’interlocutore non capisce. «Talvolta – si legge nel dispositivo del giudice – Il linguaggio criptico risulta di ardua comprensione per gli stessi interlocutori, creando difficoltà, che mai avrebbe potuto crearsi, laddove la terminologia utilizzata avesse avuto come unico scopo quello di comunicare il significato reale delle parole usate».

Ad esempio nella conversazione del 2 aprile 2020, «l’interlocutore di Gianfranco Bianco non comprende che quest’ultimo gli sta domandando quanto stupefacente l’uomo intende acquistare, costringendo l’indagato a ripetere più volte la domanda. Bianco: “Quante persone siete a mangiare?”; interlocutore: “Eh?”; Bianco: “Quante persone siete a mangiare? Due, tre?”; interlocutore: “Non ho capito”; Bianco: “Quante persone siete a mangiare? Due, tre? Quattro persone… Quanti siete?”».

C’è poi un’altra intercettazione, del 10 marzo 2020 in cui «Roberto Rebora commenta con Mandarano: ‘Mmm… E’ simpatica quella ragazza che mi hai presentato’ e domanda ‘Quand’è che la possiamo rivedere, che torna?’, suscitando la perplessità dell’interlocutore: ‘Non ho capito, scusa!’. Rebora insiste: ‘La ragazza che mi hai presentato!’. Mandarano ancora non afferra il significato delle parole di Rebora: ‘Eh?’. Rebora: ‘Quand’è che torna?’. Mandarano: ‘Eh?’. Rebora: ‘… Che mi piaceva, una bella tipa…’. Finalmente Mandarano comprende il vero oggetto delle domande di Rebora: ‘E vabbè, te la presento…. C’è anche sua cugina’».

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