Imperia, una città che cresce, presentata la bozza del nuovo Piano urbanistico comunale
Il documento programmatico, illustrato nei giorni scorsi ai consiglieri comunali, alle associazioni cittadine, alle categorie produttive e agli ordini professionali, è stato presentato dal sindaco Claudio Scajola, dal vice sindaco Giuseppe Fossati e dai professionisti incaricati, Raffaele Gerometta e Fabio Ceci
Imperia. «Il piano regolatore attuale è scaduto da 15 anni. Era già nato vecchio allora- spiega il sindaco Claudio Scajola- perché era fatto su concezioni di una urbanistica diversa, di leggi diversi, sia nazionali che regionali. La città è cambiata molto, ci sono stati molti investimenti, Imperia sta crescendo c’è bisogno dell’architettura complessiva del nostro territorio. L’amministrazione ha quindi deciso un anno e mezzo fa di incaricare due progettisti che hanno fatto diversi piani regolatori che sono gli urbanisti Fabio Ceci e Raffaele Gerometta, hanno lavorato in piena collaborazione con l’amministrazione e con i nostri uffici. Hanno studiato le particolarità del nostro territorio e hanno individuato, attraverso gli obiettivi che l’amministrazione che ha loro indicato, u n percorso molto importante, significativo ed innovativo per avere un piano urbanistico di tutti che individui i nuovi percorsi che la città deve avere».
Una città che cresce, anche dal punto di vista della popolazione, che dialoga meglio con il porto, che migliora la qualità dell’abitare, che accompagna la trasformazione del sistema produttivo, che sviluppa la propria vocazione turistica e che rende più accessibili gli spazi pubblici. È questo il ritratto della “nuova” Imperia che emerge dallo schema del nuovo PUC presentato quest’oggi nella Sala Consiliare di Palazzo Civico.
«Nel piano attuale- continua il sindaco- non c’era il porto, c’era ancora la ferrovia in sede non c’era il progetto dell’Aurelia Bis né dello svincolo della statale 28, quindi un Piano molto vecchio che aveva bisogno di un adeguamento. Anche perché essendo scaduto non era possibile investire e avere autorizzazioni nel campo edilizio se non quelle di interesse pubblico. Una giornata importante quella di oggi, saremo celeri come lo siamo questo anno, abbiamo deciso di parteciparlo su diversi incontri alle categorie professionali, alle associazioni, al consiglio comunale affinché sia trasparente e sia da tutti condiviso. Le prossime tappe- conclude il primo cittadino- saranno a novembre alla luce di queste consultazioni, la Giunta lo approverà e lo manderà ai diversi Enti che devono esprimere i loro pareri fra queste certamente la Regione. Abbiamo bisogno di risolvere i problemi di alcune zone che ormai sono zone ex industriali che non ci sono più e allentare alcuni rioni che non hanno spazi verdi, quindi in qualche modo di diradare. Abbiamo bisogno sul nostro territorio di riuscire a fare una nuova aggregazione accanto ai centri che abbiamo e questo schema prevede 16 centri su cui potersi muovere con un concetto di premialità, cioè il privato deve riuscire a non sentirsi imposto una soluzione ma avere la libertà di proporre soluzioni che se fanno l’interesse privato ma sono nell’ambito di interesse generale collettivo avranno la possibilità di edificare, costruire, di spostare volumi e quindi di riuscire a creare una città che sia più vivibile.»
Il documento programmatico, illustrato nei giorni scorsi ai consiglieri comunali, alle associazioni cittadine, alle categorie produttive e agli ordini professionali, è stato presentato dal sindaco Claudio Scajola, dal vice sindaco Giuseppe Fossati e dai professionisti incaricati, Raffaele Gerometta e Fabio Ceci.
Raffaele Gerometta e Fabio Ceci
I tecnici hanno esposto la “descrizione fondativa” del PUC, che racchiude le peculiarità, gli squilibri e le potenzialità presenti sul territorio, e hanno definito in modo esplicito gli obiettivi che il piano intende assumere. Quanto presentato recepisce i cambiamenti che l’urbanistica ha vissuto negli ultimi anni. Non più dunque un piano regolatore che si limita a stabilire cosa accade in ciascuna zona, bensì un programma articolato di governo del territorio sul medio-lungo periodo.
La logica progettuale ruota attorno ad alcune parole chiave (minimo consumo del suolo, valorizzazione del paesaggio, attenzione alle fragilità del territorio, rigenerazione urbana delle aree dismesse e mobilità) ed è improntata a semplificare la parte regolamentare e a rendere più forte e stringente la parte strategica, con l’obiettivo di raccogliere le opportunità che emergeranno dal territorio, anche se non puntualmente individuate nel piano.
«Il tema delle rigenerazione urbana- spiega Fabio Ceci- è il tema centrale di questo piano quindi partire da quello che è la città esistente, da quelle che sono le parti più deboli e favorirne il rinnovo essendo il più possibile attenti a quelle che sono le questioni di carattere ambientale. Alcune di queste aree hanno elementi di fragilità, idraulica, di tipo geomorfologico e anche di accessibilità. Questa città ha un bellissimo mare ma è difficile da raggiungere perché in passato il fronte era occupato da altre funzioni e attività. Il piano si pone quindi il tema dell’accessibilità e del miglioramento degli standard ambientali del territorio». «Siamo in un sistema in cui le città competono tra di loro- spiega Raffaele Gerometta- e quindi debbono proporsi in maniera interessante, attraente rispetto alle attività imprenditoriali e turistiche. Noi non ragioniamo sulle singole aree quando facciamo il Piano ma innanzitutto sugli obiettivi per creare le condizioni di questa attratività e competitvità della città. Partiamo dalle qualità che abbiamo e da quelle che vogliamo perseguire e poi le traduciamo in azioni progettuali che riguardano anche delle aree e degli oggetti specifici».
«Sono 20 anni che sono in consiglio comunale- spiega il vice sindaco Giuseppe Fossati– e sono altrettanti anni che sento parlare di fare un nuovo Puc. Nessuna delle amministrazioni precedenti ha mai avviato l’iter per farlo, questa amministrazione l’ha messo nel suo programma nei punti più qualificanti ed imperativi perché il nostro piano regolatore è molto risalente sia nel tempo che nella qualità di idea di progetto di città. Quindi era assolutamente imprescindibile affrontare il tema. È un atto molto complicato che richiede anche risorse economiche importanti . Questa amministrazione l’aveva nel programma e una volta trovate le risorse è stata fatta una gara. L’anno scorso è stato firmato il contratto e siamo già ad una fase che il progetto è al primo atto amministrativo e poi verrà mandato in Regione per i pareri dei vari competenti per poi ritornare e avere la vera e propria adozione del Puc. Un procedimento lungo, complesso ma dobbiamo farlo, questa amministrazione se l’è posto come obiettivo e come tutti gli obiettivi che si è posta li sta realizzando».
Il PUC viene dunque pensato più in ottica di prestazione (quali obiettivi permette di raggiungere una determinata azione) che di quantificazione (cosa si permette di fare in una determinata area), ponendo alla base il dialogo tra pubblico e privato, con alcuni paletti stringenti posti dagli obiettivi strategici del piano e dagli strumenti messi a disposizione. Tra questi figurano la perequazione urbanistica, il credito edilizio e la compensazione urbanistica.