Il vescovo Suetta plaude alla vittoria della Meloni, Alternativa Intemelia: «Papa Francesco lavora in altra direzione»

6 ottobre 2022 | 14:24
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Il vescovo Suetta plaude alla vittoria della Meloni, Alternativa Intemelia: «Papa Francesco lavora in altra direzione»

«Forse qualcuno è insofferente alla sua visione anticapitalista e sociale?»

Ventimiglia. Anche Alternativa Intemelia commenta le dichiarazioni rese alla stampa nazionale dal vescovo di Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta, a proposito della vittoria alle elezioni politiche del 25 settembre della coalizione di centrodestra, trainata da Fratelli d’Italia.

«Non è una novità la forte connotazione sociale ed ambientale del magistero di Papa Francesco, così come non sono una novità le critiche che il Pontefice ha spesso riservato ai massimi esponenti del fronte sovranista, da Trump a Bolsonaro. Neppure Giorgia Meloni, secondo i più noti vaticanisti, godrebbe di una “vasta e solida rete in Vaticano”, tant’è che in campagna elettorale, avrebbe cercato degli interlocutori, incontrando però esponenti della Curia distanti dal pontefice argentino (vedi il cardinale Robert Sarah, campione dei cattolici tradizionalisti).

Altro dato certo è invece che subito dopo le elezioni, la Chiesa di Francesco, attraverso Matteo Maria Zuppi, Cardinale Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha ricordato ai vincitori che la politica deve agire “al servizio di tutti, a cominciare dai più deboli e meno garantiti”, quasi una risposta piccata all’ex presidente, il cardinale Camillo Ruini, che invece aveva accolto con ottimismo un esecutivo a guida Meloni.

Anche il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, uomo fidato di Francesco, in merito al nuovo esecutivo italiano ha ricordato che “quando qualcuno è in difficoltà in mare esiste l’obbligo morale ed umano ad aiutare, non a rendere le cose più difficili”, a dimostrazione del grande fastidio per il blocco navale della Meloni.

In questo contesto, risultano singolari le recenti esternazioni di Monsignor Antonio Suetta, laddove ha espressamente riconosciuto che con la Meloni ha vinto “l’umanesimo cristiano contro le diverse formazioni della sinistra, anche le più moderate e magari a loro dire vicine al mondo cattolico, che sono pericolosamente inficiate dalla dittatura del relativismo etico”.

Si tratterebbe di una vera e propria investitura per Fratelli d’Italia e per Giorgia Meloni quali portatori sani dei valori della Chiesa, se non fosse che la maggioranza dei vescovi italiani si è invece dimostrata, alla vigilia del voto come ora, assai più cauta, non schierandosi. Sul relativismo etico che secondo Suetta sarebbe da contrastare, addirittura Papa Francesco (contrariamente a Benedetto XVI) ha più volte sostenuto non essere affatto la causa dei mali della società, mentre lo sono le “ingiustizie politico-sociali e la quotidiana precarietà in cui vive la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo”.

È evidente come Papa Francesco stia lavorando in altra direzione, verso nuove prospettive per la Chiesa, in continuo dialogo con i cambiamenti e le contraddizioni sociali: violazione dei diritti umani in generale e violazione dei diritti delle persone omosessuali in particolare, l’apertura ai divorziati, gli abusi sui minori, e poi la crisi ambientale e la conversione ecologica, lo sfruttamento sul lavoro, le condizioni di vita nelle carceri, la violenza prodotta dalle armi, la tratta degli esseri umani. Bergoglio è quello che ha detto che “il rinnovamento del mondo appartiene alle “periferie” che “odorano di popolo e di lotta”, alla moltitudine degli esclusi e dei ribelli” (cfr. discorso del 28 ottobre 2014 in Vaticano e del 25 novembre al Parlamento Europeo) Forse qualcuno è insofferente a questa visione anticapitalista e sociale?».