Da Portosole Sanremo prende il largo Zefiro Sea Lab, la barca a vela che vigila sulla salute del Mediterraneo

25 ottobre 2022 | 11:18
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Da Portosole Sanremo prende il largo Zefiro Sea Lab, la barca a vela che vigila sulla salute del Mediterraneo

Progetto del politecnico di Torino con il patrocinio del Comune di Sanremo. Coinvolte le scuole per l’orientamento verso Ingegneria ambientale

Sanremo. Un viaggio attraverso il Mediterraneo per analizzare lo stato di salute delle acque, monitorare le concentrazioni di microplastiche e studiare le correnti che ne influenzano lo spostamento. Sono queste le finalità del progetto Zefiro Sea Lab che dal Comune di Sanremo ha ricevuto il Patrocinio e che proprio oggi, all’interno della Sala degli Specchi, è stato presentato ufficialmente dai co-ideatori Federica Masnata e Fabrizio Zandonatti, Marco Piras PoliTo, alla presenza dell’assessore all’Ambiente Sara Tonegutti, del suo predecessore Lucia Artusi (sotto la cui ala il progetto è partito), la professoressa Lia Motta, nella doppia veste di consigliera comunale e insegnante del liceo Cassini, il presidente e amministratore delegato di Amaie Energia Andrea Gorlero e dei partner tecnici che hanno scelto di sostenere questa iniziativa.

Il progetto Zefiro Sea Lab prende il nome dalla barca a vela, una Jeanneau Sun Odyssey 449, ormeggiata a Portosole Sanremo e pronta a partire con un team di tecnici di laboratorio, ingegneri e chimici equipaggiati con la strumentazione necessaria (compresi droni marini) al campionamento delle acque e ai rilievi, oltre che l’attrezzatura per la raccolta dei rifiuti che durante il viaggio verranno recuperati in mare.

«Zefiro Sea Lab nasce dalla nostra comune passione per il mare e dalla volontà di fare qualcosa per contrastare il suo degrado, lo sentiamo come dovere morale», spiega Federica Masnata, consulente ambientale e co-ideatrice del progetto. «Abbiamo scelto di intraprendere questo viaggio per recuperare i rifiuti abbandonati in mare e nello stesso tempo raccogliere dati e raccontarli, cercando di sensibilizzare a una maggiore attenzione verso l’ambiente», – aggiunge Masnata -.

«Si stima che la plastica accumulata nel Mediterraneo sia pari a 1.178.000 tonnellate», – continua Fabrizio Zandonatti che con Federica è co-ideatore del progetto Zefiro nonché rappresentante della società di gestione e trattamento rifiuti Dimensione Ambiente S.p.A. sponsor dell’iniziativa -. «Una cifra allarmante che ci spinge a pensare che il problema andrebbe risolto a monte: bisogna limitare drasticamente la produzione di plastica, spesso superflua. Si pensi che solo il 50% della plastica conferita nella differenziata viene effettivamente riciclato, il resto viene termovalorizzato o finisce in discarica», – conclude Zandonatti -.

Il progetto può contare sulla preziosa collaborazione del Politecnico di Torino e in particolare del Dipartimento DIATI (Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente del Territorio e delle Infrastrutture) che metterà a disposizione di Zefiro la strumentazione scientifica per svolgere misure di monitoraggio e rilievo di zone costiere e marine.

Lo scopo dell’iniziativa, quindi, non è unicamente raccogliere dati ambientali, ma sono previsti incontri ed eventi volti a sensibilizzare le comunità ad un approccio consapevole delle risorse marine e all’utilizzo di nuove tecnologie a favore di una nautica sostenibile. Al termine della presentazione odierna, alcuni gruppi di studenti delle classi quinte del Liceo Cassini di Sanremo saliranno, in ottica di favorire l’orientamento in uscita verso la nuova branca di Ingegneria ambientale, sull’imbarcazione per visionare l’equipaggiamento e la strumentazione che verrà utilizzata durante la navigazione, oltre ad aver visitato il Moving-Lab, laboratorio da campo su quattro ruote messo a punto dal DIATI del Politecnico di Torino.

«La parte di educazione ambientale è per noi un elemento fondamentale del progetto, – spiegano gli assessori Sara Tonegutti (Ambiente) e Mauro Menozzi (Demanio) – e si concretizza anche con iniziative come queste, che si aggiungono alle molteplici attività dell’amministrazione per la salvaguardia del mare, tra cui ricordiamo la Carta di partenariato per la tutela e valorizzazione del Santuario Pelagos promossa dal Ministero della Transazione Ecologica. La protezione dell’ambiente marino, infatti, è una questione che riguarda il benessere e lo sviluppo dell’intera società. Cogliamo l’occasione per ricordare che nel 2021 il Comune di Saremo ha conseguito dalla Comunità Europea gli importanti riconoscimenti della Registrazione EMAS e della riconferma annuale delle Bandiere Blu. Un percorso di qualità ambientale finalizzato a far crescere ogni giorno sempre di più la cultura di conoscenza e rispetto dell’ambiente. Un ringraziamento, quindi, agli organizzatori per aver proposto questo importante progetto che si inserisce appieno nel percorso intrapreso dal Comune di Sanremo”.

Zefiro è quindi pronta per la traversata inaugurale: partirà infatti da Portosole entro la prima metà di novembre e come prima tappa si fermerà all’isola di Capraia che, a causa di particolari correnti, è diventata un caso di studio per l’anomala concentrazione di microplastiche. Sarà possibile nelle prossime settimane seguire il viaggio sul sito zefirosealab.it e attraverso il diario di bordo che verrà condiviso sui social.


Perché Capraia è un caso di studio?

Nei mesi estivi lungo le coste dell’Italia si genera una convergenza di correnti marine che determina una zona di accumulo (hot spot di contaminazione) nell’area compresa tra la Corsica e Capraia. La corrente marina prevalente Sud-Nord si unisce ad una circolazione anticiclonica stagionale presente nei mesi estivi definita Capraia Gyre.

Per tale motivo, in quell’area, si registra una contaminazione da microparticelle di plastica presenti sulla superfice del mare (tra 250 mila e 1 milione e mezzo per chilometro quadrato) che rappresenta un inquinamento tra i più alti al mondo. I dati più facilmente acquisibili fanno riferimento a campionamenti effettuati a 15-20 cm. di profondità utilizzando un retino denominato manta. Obiettivo di questa prima spedizione di ricerca è quello di acquisire dati mediante campionamenti georeferenziati e a differenti profondità sia nei mesi invernali che nei mesi estivi in quel particolare tratto di mare.


Percentuali di recupero e smaltimento della plastica derivante dalla raccolta differenziata

Si recupera e valorizza circa il 50% di quanto raccolto;
Il 45% circa della plastica raccolta non potendo essere recuperata viene termovalorizzato;
Il rimanente 5% è destinato allo smaltimento in discarica (si tratta di PVC o materiali poliaccoppiati plastica/plastica, plastica/metallo, polistirene espanso e materiali non plastici);

La plastica che viene valorizzata qual è e cosa diventa:

  1. PET (Polietilene tereftalato) rappresenta il 20% della plastica e viene utilizzato per il suo 50% per produrre nuove bottiglie e per il rimanente 50% per produrre lastre di PET, vaschette e contenitori, fogli per cibi precotti, vassoi e filati (goretex);
  2. Il 7% è costituito da PE (Polietilene) ad alta densità e viene utilizzato per produrre i granuli utilizzati per produrre isolanti, borse di plastica, teli per l’agricoltura, tubazioni, contenitori per alimenti ecc.
  3. Il 5% è PP (Polipropilene) che si trasforma in cruscotti, paraurti degli autoveicoli; tappi ed etichette delle bottiglie di plastica; reti antigrandine; bicchieri; capsule del caffè ecc.
  4. Il 18% Polietilene è utilizzato per isolante per cavi elettrici, buste e sacchetti, la quota rimanente ritrova vita in edilizia (Igloo)

Deficit di catena -250€/Ton

  • Contributi ai comuni
  • Costo raccolta e selezione
  • Smaltimenti attività di vendita PET ecc.