Il caso

Casa Serena, privato salta versamento. Comune fa scattare la fidejussione

La società che ha rilevato la residenza protetta nel 2021 manca il saldo della retta trimestrale di ottobre. Non era mai successo fino ad oggi

Sanremo. Il nuovo gestore privato di Casa Serena salta il versamento di ottobre dovuto al Comune, l’amministrazione Biancheri fa scattare la fidejussione bancaria. Si è tenuto questa mattina a Palazzo Bellevue un vertice tra i legali del municipio, il nuovo segretario generale Monica Di Marco e l’assessore ai Servizi Sociali Costanza Pireri, per fronteggiare il primo episodio di pagamento non onerato da parte della My Home Srl, da quando il municipio ha concluso con la società di Vercelli la privatizzazione della rsa di Poggio per un valore dell’operazione di quasi 10 milioni di euro.

Sulle motivazioni che hanno portato la società amministrata dal manager Rosario Maniscalco a “bucare” una delle rate trimestrali da 147 mila euro spettanti all’ente locale, non sono note giustificazioni ufficiali. I problemi legati al caro energetico patito dalle famiglie, ma più in particolare dalle imprese, potrebbe essere una delle concause. Sta di fatto che i tecnici del Comune hanno avviato l’escussione automatica della fidejussione bancaria posta a garanzia del credito. Fidejussione rilasciata a copertura di una sola rata e che ora My Home – società collegata alla Cooperativa Euroassistance di Vercelli, che in Piemonte gestisce più strutture di accoglienza per anziani -, è tenuta a riemettere nel più breve tempo possibile. Se ciò non dovesse verificarsi, l’amministrazione civica dovrebbe valutare l’apertura di un procedimento di messa in mora, primo passo verso un eventuale provvedimento di revoca della concessione.

Il rent to buy. La vendita di Casa Serena era stata dichiarata di pubblico interesse nella seduta del consiglio comunale del 12 maggio 2021. I primi tentativi di valorizzare sul mercato la rsa di Poggio erano partiti nel 2019 con l’inserimento del bene nel piano delle alienazioni, a cui avevano fatto seguito due aste pubbliche andate deserte. A proporsi per rilevare immobile e attività socio assistenziale annessa, era stata la Moma Srl, che aveva presentato istanza di progetto di finanza attraverso la formula del rent to buy. Un tipo di contratto sviluppato di recente dalla dottrina che prevede pagamenti dilazionati e una maxi rata finale, saldata la quale si verifica il passaggio di proprietà.

La gara che aveva portato all’assegnanzione di Casa Serena alla My Home di Vercelli si era conclusa con una sola offerta protocollata. Rialzo sulla base d’asta infinitesimale: 0,01%. Da contratto il rent to buy firmato con Palazzo Bellevue prevede il versamento del 60% di 9 milioni e 846 mila euro (valore aggiudicato), in rate trimestrali da 147 mila euro per dieci anni. Al termine del periodo in concessione, il privato ha titolo per riscattare la proprietà dei beni pagando in un’unica soluzione il restante 40%. Sulla privatizzazione – fortemente criticata dai sindacati – si era pronunciata nei mesi scorsi anche l’Autorità anticorruzione nazionale. “Non c’è neanche la convenienza economica dell’operazione visto che l’importo della proposta di “rent to buy”, ossia 9.846.800 euro, è sì superiore alla base d’asta dell’ultima gara andata deserta (9.560.000 euro) ma non garantisce all’amministrazione un immediato ricavo in quanto sarà corrisposto per il 60% in canoni mensili durante i dieci anni della concessione in uso e per il 40% alla fine di tale periodo”, – scriveva nero su bianco il presidente dell’Anac Giuseppe Busia nel richiamo indirizzato al Comune di Sanremo.

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Fine
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