Accorpare le Asl del Ponente, Scajola lancia la proposta. Biancheri: «Rispettare gli accordi. Sanremo abbia il punto nascite»

Fuga dagli ospedali del Ponente, in tre anni persi oltre 50 medici. Il dg Stucchi: «Primo obiettivo ridurre la presenza delle cooperative»
Sanremo. Dal 2019 al 2022, complice la pandemia Covid, l’azienda sanitaria locale imperiese ha perso in totale 95 dirigenti medici, riuscendo a sostituirne soltanto 40 di questi. Il dato è emerso questa mattina a Palazzo Bellevue, dove si è tenuto il primo confronto tra il nuovo direttore generale di Asl1 Luca Stucchi e gli amministratori del territorio. A convocare la riunione è stato il presidente della conferenza dei sindaci Alberto Biancheri.
«Il primo obiettivo del mio mandato è la riduzione della presenza delle cooperative nel mondo Asl1. Queste non sono il male assoluto, ma certificano il fallimento della nostra rete programmatoria, la quale risente di scelte inopportune fatte in passato a livello nazionale», – ha spiegato Stucchi, da meno di un mese alla guida di Asl1 su nomina del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, dopo che l’ex dg Silvio Falco aveva rassegnato le proprie dimissioni. «Oggi nelle cooperative troviamo impiegati medici e infermieri giovani. Fanno questa scelta perché il pubblico non è più in grado di rispondere economicamente alle loro esigenze. Anni fa il privato accreditato pagava meno della sanità pubblica. Adesso accade il contrario».
«Non ci voleva un genio per capire che i numeri chiusi all’università ci avrebbero portato in questa situazione, – ha continuato il direttore di Asl1 -. Come gestire il periodo transitorio che per ancora 4-5 anni ci condannerà ad avere pochi medici a disposizione? Dobbiamo dare tutti il meglio. Soprattutto la politica locale deve trasmettere ai cittadini che pensare al proprio campanile è sempre meno possibile. Secondo il mio punto di vista – prosegue Stucchi – il Ponente va guardato con un unico sguardo da Ventimiglia a Savona. Ho già sentito il collega, ed ex direttore di Asl1, Damonte Prioli, per cercare di avviare un percorso comune che ci porti ad una maggiore integrazione con l’Asl2 e, di conseguenza, con l’ospedale Galliera di Genova. Dobbiamo puntare a far spostare i medici e non i pazienti. Non è necessario che l’ospedale locale sia dotato di una struttura complessa per portare avanti certi tipi di interventi specialistici. Fondamentale è avere a disposizione il professionista in grado di praticarli».
«Tenere tutti i reparti aperti, in ogni ospedale, è quasi impossibile. Va posto il problema di come affrontare questi prossimi 8-10 anni che ci separano dall’operatività dell’ospedale unico di Taggia, – ha aggiunto il sindaco di Sanremo Biancheri -. Ricordo che nel 2014 si era giunti ad un accordo politico su scala provinciale che prevedeva una suddivisione ben precisa dei reparti. L’ospedale Borea, per la sua posizione baricentrica, sarebbe dovuto diventare il polo dell’emergenza, sede del punto nascite provinciale. Il nosocomio di Imperia era stato immaginato come il principale centro di elezione per gli interventi programmati. Il Saint Charles di Bordighera era stato destinato alla riabilitazione. A mio avviso bisogna ripartire da lì. Sanremo si era sacrificata cedendo Urologia a Imperia, a patto che Ginecologia tornasse al Borea. In questi anni sono stati investiti milioni di euro nelle sale parto del nostro ospedale e ancora non abbiamo certezza di quando il reparto riaprirà. Occorre un nuovo piano sanitario basato su un solido accordo politico, in mancanza del quale, come amministratori, non possiamo dire di voler supportare in maniera responsabile la nostra Asl. Lo stop al processo di riorganizzazione dei reparti avviato nel 2015 è stato un fatto grave, di cui Sanremo è l’unica vittima», – ha chiosato Biancheri.
«C’è un solo modo per superare i campanili ed è ragionare come se gli ospedali di Imperia e Sanremo fossero parte di un unico polo provinciale, suddiviso in due padiglioni, – ha commentato il presidente della Provincia e sindaco di Imperia Claudio Scajola (collegato in videoconferenza) -. I tempi sono ormai maturi affinché si ragioni sull’accorpamento in un’unica Asl regionale delle quattro presenti in Liguria. Nell’attesa, potremmo proporre di anticipare l’accorpamento tra Asl1 e Asl2. Lancio questa proposta nella speranza che si apra un dibattito. Sull’ospedale unico ci sono ritardi imperdonabili che dipendono tutti dalla politica. Prima di renderlo operativo, se va bene, ci vorranno ancora 6 anni -.

Il Saint Charles a Bordighera. Stucchi: «La novità degli ultimi giorni è che ho già fatto tre incontri con chi ha vinto la gara d’appalto. Ho anche inviato una nota. Sto aspettando una risposta sulla loro capacità di dirci tempi e modi per la partenza di questa nuova struttura».
Carenza di medici.Roberto Predonzani, direttore socio sanitario di Asl1: «Oltre alla perdita considerevole di personale, l’altro grosso problema che ci riguarda sono i medici di famiglia. Abbiamo attualmente circa 45 zone carenti, tra cui anche l’area di Sanremo. Per tamponare la situazione siamo arrivati a portare il numero massimo di assistiti per medico di famiglia da 1500 a 1800. A discapito del livello di assistenza. Cosa stiamo provando a fare? Concorsi su concorsi. Una parte di questi purtroppo non arrivano neanche ad essere espletati per mancanza di candidati».

(Il totale delle prenotazioni fatte dal 1 gennaio a oggi in Asl1 suddivise per tipologia)


