Pd, dibattito sul lavoro al Palabiguada di Camporosso. Ministro Orlando su telelavoro: «Ci impegnano per ratifica»
Orlando sulla Fornero: «Va superata»
Camporosso. «Su 8117 lavoratori italiani nel Principato di Monaco, 4563 sono residenti in Italia: i restanti hanno scelto di trasferirsi all’estero». Sono i dati, preoccupanti, forniti da Roberto Parodi, segretario dell’associazione Fai Frontalieri Italiani, che ha chiesto al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di impegnarsi a risolvere la situazione in cui si trovano molte persone che rischiano il posto di lavoro a Monaco a causa della mancata ratifica da parte delle autorità italiane dell’accordo sul telelavoro per i frontalieri.
«Purtroppo c’è un ritardo del Parlamento nella ratifica degli accordi internazionali che è gravato anche su questo importante protocollo che comunque definisce una cornice e in tutti i casi ha già iniziato a dare un punto di riferimento. Resta, comunque, l’esigenza di arrivare a un a rapida approvazione e noi ci impegniamo a far sì che questo avvenga nei tempi più stretti possibili», ha risposto il ministro Orlando, intervenuto in serata al Palabigauda di Camporosso per un dibattito promosso dal Pd e dal titolo “Il lavoro è dignità”.
Sulla scelta di lasciare l’Italia e trasferirsi all’estero per continuare a lavorare nel Principato, il ministro e candidato alla Camera per il Pd ligure ha detto: «Lì incidono molti fattori e credo che non dipenda solo dalla mancata ratifica dello smart working. C’è anche un problema che riguarda i salari, il costo delle case, tutti elementi sui quali credo che si debba intervenire, perché al confine si manifestano prima fenomeni, che in verità riguardano tutto il Paese». Secondo Orlando: «Negli ultimi cinque anni sono un milione gli italiani, che se ne sono andati. Non a caso io insisto da più di un anno sull’adeguamento dei salari dei nostri lavoratori, condizione essenziale per evitare questo fenomeno e un elemento di spopolamento e di indebolimento del nostro mercato del lavoro. Il salario minimo è sicuramente un pezzo della risposta, ma bisogna lavorare anche per ridurre la tassazione sul lavoro e per una migliore contrattazione e una qualità della stessa».
«Sul telelavoro siamo sempre in regime di deroga – ha spiegato Parodi -. Ogni giorni ci sono rifiuti di nuovi contratti di lavoro. Si stanno perdendo un sacco di posti e tutto per una questione burocratica di qualche minuto, di una conversione di una legge, di una ratifica da poco e niente. Diciamo che per chi è in regime di telelavoro dovuto al Covid, grazie al governo monegasco, sono state date delle proroghe, che tra l’altro si concluderanno il prossimo 31 dicembre e, quindi, potranno continuare sotto quella proroga Covid. E’ chiaro che i nuovi contratti non si possono fare, perché non esiste la ratifica del Parlamento dell’accordo. Ed è vergognoso che il Principato di Monaco abbia messo due mesi per ratificare l’accordo e noi siamo indietro da tre anni. Sono sei mesi che questa ratifica è ferma nelle Commissioni al Senato. C’è la caduta del governo che farà riniziare tutto daccapo e ci sono 800 posti di lavoro che si perdono nel nulla».
Sugli italiani che vogliono espatriare ha aggiunto Parodi: «E’ in forte crescita la residenza di italiani in Francia e questo è dovuto anche al telelavoro, perché essendo residenti là possono firmare il contratto. Chiaramente chi lavora in azienda: se deve scegliere tra essere licenziato o starsene a casa senza lavoro o trasferirsi in Francia per applicare il telelavoro o ci sono proposte di lavoro solo per chi è residente in Francia, sceglierà di cambiare nazione. Tra l’altro in un momento con una forte di disoccupazione e con tutti gli inconvenienti per lo Stato italiano, perché se uno si sposta di là, paga le tasse e fa anche la spesa di là. Quindi meno introiti da parte italiana».