Le criptovalute sono usate soprattutto per acquistare articoli di lusso?
Che le criptovalute moderne e i prodotti di lusso abbiano diverse cose in comune non è una novità. Soprattutto parlando di quelle più costose, come Bitcoin ed Ethereum, le criptovalute nel 2022 rappresentano non solo uno strumento di pagamento, ma anche, e diremmo soprattutto, una forma di investimento. Che ha solleticato l’attenzione da parte dei colossi del settore lusso
Criptovalute, blockchain e latenza
Come molti sanno, le criptovalute sono costruite su una rete sottostante denominata blockchain. Questa rete, liberamente accessibile tramite internet, registra le transazioni della cripto ad essa collegata in modo automatico, quindi, registrando nella sua struttura tutti gli acquisti e le vendite eseguite fra diversi indirizzi della blockchain stessa.
Questo, di base, è ciò che succede quando si effettua un’operazione quale cambio Bitcoin o trasferimento di token da un indirizzo a un altro della blockchain. Ma esistono delle limitazioni intrinseche, che derivano proprio dalla struttura delle cripto, come per esempio il numero di transazioni al secondo che la blockchain può sostenere.
E soprattutto nelle cripto più vecchie, come Bitcoin, questo numero è molto basso: si parla di una decina di transazioni per secondo, contro le circa 7.000 di una rete bancaria proprietaria come Visa. Ovvero, anche se si richiede un trasferimento di qualche genere, la blockchain impiega diversi minuti – e addirittura, può arrivare alle ore – prima di riuscire a registrare un trasferimento tra due utenti. E questo non è esattamente ciò che vorreste accadesse quando siete in coda alla cassa del supermercato, quando una normale carta bancaria ci mette invece pochi secondi.
Cosa comporta questa latenza nella tramissione?
L’effetto principale è che un trasferimento di proprietà come l’acquisto di un bene fisico non viene normalmente concluso fino a quando la transazione non è stata registrata. Questo significa che tendenzialmente non si “sprecherà” una transazione di cripto per comprare, per esempio, un caffé: saranno privilegiati acquisti più importanti, quindi, tendenzialmente, oggetti più lussuosi.
Di buono c’è che le criptovalute di nuova generazione sono molto più veloci di Bitcoin: cripto lanciate recentemente, come per esempio Solana, possono gestire 10.000 transazioni per secondo (TPS). Questo le rende perfette anche per gestire micro-transazioni, quindi, anche il proverbiale caffé al bar.
La ricerca di uno standard
Ma il problema qui è un altro: l’utilizzo da parte di compratore e venditore della stessa criptovaluta. Si calcola che ad oggi ci sono circa 17.000 criptovalute al mondo, di cui il 90% è inattiva. I maggiori exchange mettono a listino circa 1.600 cripto, ma di queste, quelle che hanno davvero un peso, secondo Coinmarketcap, sono poche decine.
Al primo posto troviamo Bitcoin, seguita da Ethereum, a sua volta tallonata dalla sua omologa cinese NEO, che come lei è stata studiata per gestire gli NFT e gli smart contracts.
Seguono Ripple, Litecoin e infine IOTA, una cripto nuova ma in grande crescita.
Questo significa che, prima di sostituire una transazione tradizionale, effettuata su un valore di scambio comune e accettato dalle parti, ci vuole ancora del tempo.
In sintesi
Bisogna sempre ricordarsi, però, che le criptovalute sono una scoperta molto recente. Bitcoin fu lanciata dal leggendario Satoshi Nakamoto solo nel 2009, quindi pochi anni fa. E questo significa che il loro fenomeno è ancora molto, e forse, troppo giovane per poterci permettere di fare previsioni attendibili sul loro sviluppo.
Ci sono esperti come Charlie Shrem, uno dei primo sostenitori di Bitcoin, che affermano che le cripto cambieranno completamente il nostro modo di vivere, di scambiare denaro, e di lavorare, e lo faranno entro i prossimi dieci/quindici anni.
Non sappiamo se Shrem abbia ragione, ma quello che sappiamo per certo è che da quando Bitcoin ha fatto la sua comparsa, meno di quindici anni fa, il mondo non è più stato lo stesso. Quindi, potrebbe succedere dei nuovo.