Imperia, rivelò esito autopsia a giornalista: Cassazione conferma condanna per dottoressa Del Vecchio

I fatti risalgono al 16 dicembre del 2014
Roma. La sesta sezione della Corte di Cassazione di Roma ha confermato la condanna a sei mesi di reclusione (pena sospesa) per rivelazione di segreto istruttorio nei confronti della dottoressa Simona Del Vecchio: ex dirigente della struttura complessa di medicina legale dell’Asl1 Imperiese, già finita alla ribalta della cronaca per il caso delle cosiddette “autopsie fantasma”, vicenda per la quale è stata condannata, in Appello, a 2 anni e 11 mesi di reclusione per falso, truffa e peculato. Secondo la suprema Corte, la dottoressa Del Vecchio è colpevole di aver rivelato, il 16 dicembre del 2014, l’esito di una autopsia ad un giornalista, “costretto” poi a rivelare la fonte della notizia.
A difendere l’imputata è stato l’avvocato Marco Bosio, che ha improntato la propria tesi difensiva su una sottile questione di diritto: rimarcando il fatto che se al giornalista era stato ordinato di rivelare la propria fonte (in quanto dichiarazione considerata determinante ai fini dell’individuazione della responsabilità penale dell’indagata), nonostante il segreto professionale, allora necessitava dell’assistenza di un legale in quanto la sua rivelazione, come recita il codice di procedura penale, era ritenuta «indispensabile alla prova di reato per cui si procede». Non essendo presente un avvocato ad assistere il giornalista, secondo il legale allora la dichiarazione era inutilizzabile ai fini del processo.
La tesi del penalista non è stata accolta dalla corte d’Appello prima e da quella di Cassazione poi, che hanno ritenuto che la responsabilità della dottoressa Del Vecchio si sia potuta appurare «rispetto ad altre fonti di prova». In sostanza, secondo la Corte, ci sono altre prove che inchiodano la dottoressa Del Vecchio, a partire dallo scambio di telefonate, a ridosso della pubblicazione della notizia, tra lei e il giornalista autore della stessa. Prove, però, che non si sarebbero potute raccogliere se il giornalista non avesse indicato la Del Vecchio come fonte.