Il lungo viaggio di Mingma, dal Nepal all’Italia per un evento benefico
Grazie all’amico Lorenzo Gariano di Imperia, il 22 ottobre si svolgerà al rifugio Chionea un evento tipicamente nepalese con una cerimonia pujia
Da Thame, Nepal, fino a Chionea, in alta Val Tanaro. Più di settemila chilometri per raccogliere fondi per i bambini e la popolazione della sua comunità che hanno problemi di vista.
Prima volta in Italia ma seconda in Europa, dove per un periodo ha lavorato in Norvegia, il lungo viaggio di Mingma Temba Sherpa, 32 anni, inizia però anni fa con l’incontro tra Lorenzo Gariano, primo alpinista ligure ad aver scalato non solo l’Everest ma tutte le Seven Summits, e la sua famiglia in Nepal.
Diventano amici, così tanto che l’imperiese si reca ogni anno- tranne quelli del covid- a far visita alla sua famiglia nepalese che ha un rifugio a 3.800 metri di altezza vicino al monte Everest. Proprio l’alpinista imperiese si recò, infatti a Thame quando ci fu un tremendo terremoto per aiutare la popolazione.
« Lo conosco da quando era un ragazzino- racconta Lorenzo Gariano- vado ogni anno a trovare i suoi genitori. All’evento verrà anche Franco Lupi a portare un attrezzo per misurare la vista ai bambini e alla popolazione di Thame, e insieme andremo a visitare la gente dove lui farà anche la montatura ed è la prima volta in assoluto che si fa una visita del genere e i maestri della scuola di Thame sono entusiasti».
«L’evento- racconta Mingma- si svolgerà il prossimo 22 ottobre al Rifugio Chionea. Si aprirà con una cerimonia pujia e poi cucinerò un pranzo tipico nepalese». Trentadue anni aiuta nell’attività di famiglia gestendo da due generazioni un rifugio in alta quota. «Ora- racconta- che l’emergenza covid è finita i turisti ritornano per scalare l’Everest o visitare altri luoghi . Sono ripresi anche i tradizionali festival che hanno una storia centenaria. I principali sono Dumse, il Chgin che si svolgono a giungo e il Mani Rinomu che di solito si celebra a maggio ma in alcune zone del paese per esempio si svolge ad ottobre».
Di etnia sherpa, lui e la sua famiglia sono autosufficienti e racconta come si svolge una tipica giornata «Al mattino la prima cosa che facciamo è pregare, accendiamo gli incensi di ginepro e dopo ci dedichiamo alle altre attività per poi fare colazione. Uno dei piatti tipici nepalesi sono in pancake di patate e il dal bhat composto da riso e lenticchie. Per scaldarci al posto della legna usiamo lo sterco di yak»