Elezioni politiche, Roberto Amoretti (Alleanza Sinistra e Verdi): «Ecco perché sull’acqua nell’Imperiese è stato sbagliato tutto»
«Sbagliato puntare tutto sul Roja». E sul nucleare: «Unica centrale sicura è il Sole»
Sanremo. Siccità e problemi, annosi, dell’acquedotto in provincia di Imperia; energie rinnovabili, installazione di pannelli solari e pale eoliche. Questi i temi affrontati dall’architetto Roberto Amoretti, esperto in urbanistica e tutela ambientale, candidato al Senato per Alleanza Sinistra e Verdi, ospite degli studi di Riviera24.it.
«Quello dell’acqua è un problema sia a livello planetario che nella nostra provincia, che ne risente per tanti fattori – dichiara Amoretti in merito alla crisi idrica -. C’è il problema contingente della siccità e poi quello che arriva da lontano. Forse ci siamo dedicati un po’ troppo poco a cercare di accumulare l’acqua quando piove, creando dei bacini e delle riserve, soprattutto in alto. Basta guardare cosa facevano i nostri vecchi: abbiamo l’acquedotto Marsaglia a Sanremo che ha più di 100 anni e che praticamente prendeva l’acqua dall’Oxentina, dove c’è tutt’ora tanta acqua. Facciamo finta di dimenticarcelo, ma l’acqua c’è nell’entroterra. L’acquedotto Marsaglia portava e porta a Sanremo acqua per caduta, quindi senza alcuna spesa, a molte migliaia di utenti».
Ma negli anni Settanta e Ottanta del Novecento, continua Amoretti, si è scelta un’altra strada: «Prima con l’acquedotto del Roja e poi con il Roja bis, è passata l’idea che bastasse prendere l’acqua del Roja, che tra l’altro è l’unico nostro fiume, che non è completamente italiano, ma in gran parte francese. Quindi abbiamo pensato, secondo me in maniera abbastanza inopportuna, che prendere l’acqua del Roja avrebbe risolto i nostri problemi e poi, con un secondo errore, che già all’epoca qualcuno aveva provato far notare ma è stato messo in un angolo e zittito, è stato deciso di far arrivare l’acqua a Imperia e nel Dianese con un tubo sotto il mare».
Un’operazione che, a detta di Amoretti, ha portato ai risultati attuali: «Quando arriva la mareggiata di Libeccio, oltre ad avere delle onde molto alte, il problema è che sposta anche questo tubo e si creano tante microfratture. Un conto è aggiustare un tubo in campagna, un altro farlo sotto il mare: è costosissimo e le microfratture non riusciremo mai a trovarle, quindi a Ventimiglia e a Sanremo viene aumentata la pressione – spiega – Ma aumentando la pressione, per evitare che l’acqua salata entri dentro si fa fuoriuscire quella dolce, quindi se 100 litri partono da Sanremo a Imperia ne arrivano 50, ma Imperia ne paga sempre 100. In più se noi pompiamo l’acqua dal basso a 30 o 40 atmosfere, ogni tanto si spacca qualche tubo, creando i “geyser” che vediamo. Queste cose sono abbastanza imbarazzanti da dire, per cui è più semplice dire che i tubi si spaccano perché sono vecchi. Ma i tubi che aveva fatto Marsaglia potrebbero durare mille anni e sono sempre quelli».
Quali le priorità per la provincia di Imperia? «Un’emergenza, che però può diventare un’opportunità, anche grazie al fatto che noi abbiamo tantissime ore di sole, è puntare sulle energie rinnovabili – risponde il candidato -. Praticamente il Sole è una centrale nucleare che produce 150mila volta il fabbisogno dell’intero pianeta. Cosa vuol dire? Che non c’è bisogno di fare centrali nucleari, tra l’altro inquinati e pericolose (perché il nucleare pulito di cui si parla non esiste). Quindi noi dovremmo puntare sulle rinnovabili. Sono stato in Germania, Svezia e Danimarca: sono realtà dove il Sole rispetto a noi è alto la metà eppure hanno una produzione enorme di energia da pannelli fotovoltaici». E non solo: «Direi di puntare anche sull’eolico che ha l’ulteriore vantaggio – continua Amoretti – E’ molto più semplice trasformare l’energia del vento in energia elettrica: praticamente in realtà le pale eoliche producono elettricità con un motore molto più rudimentale che può essere paragonato a quello di una lavatrice».
Non c’è il rischio che le pale rovinino il paesaggio? «Su questo punto mi permetto, da ambientalista e quindi non da inquinatore, di fare lo stesso discorso che feci anni fa in Regione quando c’era in discussione il primo impianto eolico in Liguria e qualcuno poneva questa problematica: a proposito degli effetti negativi sul paesaggio, questo discorso è strumentale, perché se noi avessimo detto al primo che costruiva un mulino a vento nell’Olanda del Medioevo, di non costruirlo perché rovinava il paesaggio, a quest’ora non avremo più quelli che sono la caratteristica del paesaggio olandese. Quindi questo discorso è strumentale. Assolutamente, da ambientalista, dico ben vengano le pale eoliche, tra l’altro nel programma nazionale di Alleanza Sinistra e Verdi c’è l’ipotesi caldeggiata della creazione di un commissario che snellisca le istanze burocratiche e queste normative che spesso non permettono di posizionare le pale eoliche in determinati luoghi».