Criticità

Elezioni politiche e gioventù: confusione e senso di inadeguatezza tra i ragazzi dell’Imperiese

Sono in molti i giovani che si recheranno alle urne senza un’idea chiara o, nei peggiori dei casi non adempiranno al loro dovere

Votazioni urne generica

Imperia. A seguito della crisi che ha portato alla precoce fine del governo Draghi, le urne si apriranno il 25 settembre e in questa occasione, data la riforma inerente al taglio dei parlamentari, gli italiani saranno chiamati ad eleggere 400 deputati e 200 senatori: circa un terzo in meno rispetto a quanto avveniva in passato.

La novità di queste elezioni politiche, oltre alla grande riduzione del numero dei parlamentari, riguarda il fatto che, per la prima volta in assoluto in Italia, è stato abolito l’obbligo di aver compiuto i 25 anni di età per poter votare il Senato.

Ciò implica che i ragazzi con età compresa tra i 18 e i 25 anni riceveranno due schede: una per la Camera e una per il Senato e, di conseguenza, la possibilità di esprimere la loro preferenza su chi mandare a Palazzo Madama.

Ma cosa ne pensano i diretti interessati di questa opportunità? Sebbene la maggior parte dei ragazzi siano contenti di aver ricevuto maggiore spazio e considerino l’esercizio del voto non solo come un diritto e un dovere, ma un obbligo morale; in provincia di Imperia sono in molti i giovani che si recheranno alle urne senza un’idea chiara o, nei peggiori dei casi non adempiranno al loro dovere.

Dati alla mano, tra i 42 ragazzi interpellati il 40% di questi non andrà a votare e, la principale causa non sembra essere il poco interessamento del destino del Paese, quanto piuttosto il pensiero di non avere abbastanza informazioni per farlo. A giocare un ruolo fondamentale sembra anche essere il fatto di non trovare un partito che possa rispecchiare a pieno i propri principi, provocando l’indecisione su chi votare.

La politica risulta essere un argomento molto delicato che per il 60% dei ragazzi viene trattato dalle famiglie, ma che solo in rarissimi casi viene approfondito all’interno delle scuole: il 90% di loro, infatti, sostiene di non aver avuto modo all’interno dell’ambito scolastico di trattare e approfondire l’argomento.

Ed ecco che, temi posti al centro di dibattiti e schieramenti politici come flat tax ed energia nucleare provocano confusione e senso di inadeguatezza nei giovani. Mentre per la tassa piatta il 60% ha sostenuto di non sapere abbastanza, in materia di energia nucleare i ragazzi sembrano essere più informati: solo 16 sembrano non aver approfondito la questione.

«Pensiamo che il problema sia legato alla comunicazione, molto spesso si parla di concetti importanti come se tutti sapessero già in che cosa consistono, ma purtroppo non è così». Questo il commento fatto da alcuni ragazzi che aggiungono: «Per fortuna con i social media si possono colmare varie lacune, è importante tuttavia che la scuola tratti in maniera approfondita almeno le varie proposte per far sì che i ragazzi possano votare in maniera autonoma e consapevole».

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