Elezioni politiche, Alessandro Piana (Lega): «Se vinciamo, Matteo Salvini tornerà ministro degli Interni e bloccherà sbarchi»

10 settembre 2022 | 07:30
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Per il Ponente: «Infrastrutture sono priorità». A livello nazionale «serve porre freno a decrescita»

Sanremo. «Per quando riguarda le infrastrutture, la provincia di Imperia è rimasta la “Cenerentola” non solo della Liguria ma d’Italia. Dovrebbe essere la porta di ingresso d’Europa, ma nel corso degli anni, forse per mancanza di vision politiche, sono mancate quelle opere essenziali per poterci sviluppare come la vicina Costa Azzurra, ad esempio». Lo ha detto il vice presidente di Regione Liguria Alessandro Piana (Lega), candidato al Senato per la Liguria, in una intervista negli studi di Riviera24.it.

E tra le infrastrutture che devono essere assolutamente realizzate, alcune hanno la precedenza. «Credo che sia necessario partire già con il progetto approvato e finanziato della Armo-Cantarana, l’Albenga-Carcare-Predosa, le varie Aurelia Bis per il collegamento su tutta la costa, il raddoppio ferroviario che attende ormai da troppi anni – ha dichiarato Piana – Sono queste le opere degne di una regione e di un paese moderno che attendiamo da troppo tempo. Poi ovviamente le varie manutenzioni alle opere che già abbiamo, come l’autostrada. E poi anche garantire la viabilità ai Comuni dell’entroterra».

Domenica 11 settembre il leader della Lega, Matteo Salvini, è atteso a Genova. Nelle scorse settimane, sulla propria pagina Facebook, Salvini aveva annunciato una visita anche a Ventimiglia. C’è una data? «Matteo Salvini ha confermato soltanto l’appuntamento a Genova, perché comunque la campagna elettorale è concentrata in quattro settimane e l’Italia è troppo grande per essere girata tutta: i leader di partito hanno questa esigenza e non possono, rispetto al passato quando la campagna elettorale era programmata su tre mesi, girare anche le province periferiche».

All’apertura del point della Lega in via Cavour, a Ventimiglia, sono arrivati anche i no border. «Sono i soliti contestatori che vivono ancora in universi paralleli e non si rendono conto, probabilmente, che oggi la società sta subendo qualcosa di inimmaginabile fino a qualche anno fa – commenta Piana – Quindi andare a manifestare, oltretutto in una via dove ci sono tante serrande abbassate per la crisi, in un point aperto secondo tutti i dettami di legge, è un qualcosa di strano, indipendentemente dal sentimento e dall’ideologia politica. Sono una persona profondamente democratica, e in democrazia non si può venire davanti a un point impedendo al vice presidente della Regione Liguria, al deputato Flavio Di Muro e alla consigliera regionale Mabel Riolfo di intervenire, perché siamo stati eletti democraticamente dal popolo e abbiamo dei ruoli istituzionali importanti, di rilievo, sul nostro territorio, e non vedo perché venti facinorosi che vivono realtà particolari debbano impedirci di esporre le nostre idee».

E aggiunge: «Se il centrodestra vince le elezioni, Matteo Salvini sicuramente diventerà ministro degli Interni, come la scorsa volta, e bloccherà finalmente gli sbarchi e probabilmente anche questi soggetti che traggono benefici economici dal bivaccare intorno ai centri di accoglienza tra spacci e altre attività illecite vedranno diminuire i loro interessi economici».

L’ultimo sondaggio realizzato da Demos dà la coalizione di centrodestra al 44 percento, e la Lega intorno al 12. «Noi abbiamo dei dati molto più attendibili – dice il candidato al Senato -. Nel 2018 ricordo che la Lega era data al 12 percento esattamente come oggi e ha preso il 17 percento alle politiche, così come è avvenuto per le regionali del 2020. Sono sicuro, perché il consenso intorno alla figura di Salvini è ricresciuto, che ci attestiamo intorno al 15-16 percento: non si spiegherebbero altrimenti le piazze gremite e soprattutto le file di persone che vogliono farsi il selfie con Salvini così come avveniva nel 2018».

«Oggi Matteo Salvini sta toccando quelli che sono gli argomenti essenziali del Paese: ovvero la crisi economica, l’obbligo da parte del governo di porre un freno a questa decrescita, felice per qualcuno ma per noi infelice, anche perché se oggi troviamo i fondi per aiutare tutto il sistema economico italiano probabilmente facciamo cosa buona perché domani, altrimenti, dovremmo tirarne fuori dieci volte di più per pagare le casse integrazioni di tutte le attività che sono state chiuse. Senza contare che un paese che non produce è un paese che non si sviluppa e non ha neanche delle entrate per poter programmare delle opere infrastrutturali degne».