Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica

19 settembre 2022 | 12:09
Share0
Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica
Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica
Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica
Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica
Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica
Economia locale a rischio: l’appello degli imprenditori al mondo della politica

La situazione dell’economia locale sta peggiorando velocemente a causa dell’aumento dei costi

Imperia. Si è tenuto questa mattina in Camera di Commercio l’incontro i rappresentanti dell’imprenditoria locale per confrontarsi sulle principali problematiche dell’imprenditoria locale.
Uno degli temi più critici affrontati è sicuramente quello del caro energia: una vera e propria crisi sistemica che rischia di far chiudere tantissime aziende.

Sono moltissime le categorie colpite dai rincari: dagli alberghi ai panifici a tutte quelle aziende cosiddette “energivore” ovvero che vedono nei propri bilanci una importante componente dei costi dovuta al consumo di energia, componente che è aumentata vertiginosamente negli ultimi mesi.

“Più che un grido d’allarme è una volontà determinata da parte della nostra organizzazione a più voci e a più settori per impegnare i candidati alle elezioni politiche del 25 settembre su diverse tematiche. Evidentemente quella più cogente e pressante è quella dei costi schizzati all’impazzata dell’energia elettrica e del gas; tengo a sottolineare che la nostra preoccupazione non è solo una preoccupazione del settore, è una preoccupazione dell’economia in generale perché evidentemente i costi esasperati si riflettono sui consumatori finali quindi è un depauperamento dell’economia delle famiglie oltre che delle imprese e non abbiamo la possibilità di aspettare” dichiara Enrico Lupi, presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria, sottolineando l’importanza di interventi urgenti a tutela di tutti i settori economici.

“Siamo alla frutta” commenta il presidente di Federalberghi Provincia di Imperia Americo Pilati “se non arriveranno degli aiuti a breve quasi sicuramente gli alberghi questo inverno non apriranno, questo è un dato già di fatto e negativo e in più probabilmente qualche albergo debole in gestione che faceva dei prezzi abbastanza “buoni”, diciamo, rischia anche la chiusura, quindi siamo estremamente preoccupati. Dispiace sentir dire che la stagione è andata da Dio, io voglio dirvi che gli incassi che sono stati fatti in più quest’anno li abbiamo già spesi con l’elettricità e tutti gli aumenti quindi non cantiamo vittoria; smettiamo di parlare di presenze e cominciamo a parlare di soldi: quanti soldi rimangono agli albergatori a fine stagione” e aggiunge “si immagini, il mio albergo, 32 camere, l’anno scorso 4000 euro, quest’anno 17000 euro quindi sono 13000 euro in più (di costi)”.

“Noi chiediamo ai politici di rientrare nelle aziende energivore, noi non lo siamo ma l’impatto che c’è stato sulle bollette era prima del 5% ora siamo passati al 20%, solo l’impatto dell’energia e del gas quindi tutti gli altri aumenti fanno si che noi non riusciamo più a contenere questi aumenti in più tutte le settimane quando arriva la farina c’è sempre un aumento; se noi dovessimo aumentare il prezzo del pane tutte le volte che comunque oltre alle bollette i costi aumentano alla fine non riusciremmo neanche più a venderlo” dichiara Luigi Giuliani vice presidente nazionale e presidente provinciale di Assipan “anche perché non sono aumentati gli stipendi, non sono aumentate le pensioni, anzi, quindi noi chiediamo ai politici realmente che comincino a mettersi a lavorare da ieri, non da oggi… …abbiamo chiesto il credito di imposta, non basta più, abbiamo bisogno di liquidità da oggi perché prima che arriva il credito di imposta noi abbiamo già finito, abbiamo già chiuso”.

Abbiamo quindi chiesto a Enrico Calvi come si possa uscire da questa situazione: “Ricette vere e proprie non ci sono, sicuramente ci sono dei settori di emergenza sui quali bisogna intervenire; defiscalizzare il costo del lavoro in modo da poter avere buste paga più pesanti e più soldi in tasca a i nostri dipendenti in modo da non bloccare quello che è il flusso e la possibilità di spesa da una parte, dall’altra parte poter tenere con noi una forza lavoro che è la nostra vera risorsa; per quanto riguarda il costo energia bisogna muoversi urgentemente verso fonti differenti, abbiamo la fortuna di essere una regione che è baciata dal sole per la maggior parte dell’anno, basta pensare a quest’anno nello specifico, comunità energetiche rinnovabili e la possibilità di poter installare pannelli solari nel centro, bisogna assolutamente svincolarsi dalla dipendenza nella produzione di energia elettrica da altre nazioni”.

Presente all’incontro anche Andrea di Baldassarre, presidente della Confcommercio Sanremo, che ha dichiarato ai nostri microfoni: “Un grido d’allarme da parte delle aziende perché è un momento delicatissimo, è un momento che dopo anni di pandemia, la guerra, varie crisi e le problematiche con i competitor che abbiamo anche vicino a noi, la vicina Francia, che hanno avuto aiuti sicuramente diversi da noi, ci troviamo oggi a dover affrontare un problema ancora più grande… … in un momento in cui prima le aziende erano chiuse e comunque avevano meno costi, ad oggi le aziende sono aperte ma con dei costi esagerati… le aziende non riescono più ad andare avanti con questi costi che si trovano, arrivano delle bollette che sono triplicate se non quadruplicate in alcuni casi e quindi vien da sé che il problema è enorme” e conclude “speriamo che in politica si passi ad un mood che non siano parole ma che siano fatti perché deve rendersi conto che questo momento qua è un momento disastroso che rischiamo veramente  di desertificare le vie del centro, le piazze, spegnere le luci e le vetrine e far sì che comunque il nostro territorio che è fatto di turismo e di recettività diventi sempre meno appetibile per il turista che possa venire da fuori”.