Si parte con il Bordighera Book Festival, taglio del nastro in corso Italia

25 agosto 2022 | 17:21
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Numerose le autorità presenti per l’occasione

Bordighera. E’ iniziata ufficialmente nel pomeriggio, con il taglio del nastro da parte della autorità, la nona edizione del Bordighera Book Festival: la quattro giorni di eventi dedicata ai libri nel cuore della città di Bordighera.

L’evento, ideato ed organizzato da Espansione Eventi di Paola Savella con la consulenza letteraria del Mondadori Bookstore di Bordighera, ha il patrocinio della Città di Bordighera e della Regione Liguria, inserito nel Calendario Fieristico Italiano, ed avrà i seguenti orari: giovedì ore 16,00 -23,00; venerdì e sabato ore 10,00 – 23,00; domenica 10,00 -20,00. Taglio del nastro con le autorità alle ore 16,30 in Corso Italia lato Corso Europa.

Oltre all’area espositiva si svilupperà un settore riservato agli Incontri Letterari con autori locali e di fama nazionale, intervistati da giornalisti ed esperti. Gli incontri letterari si svolgeranno presso appositi spazi allestiti nella via (Spazio Buga Buga e Spazio Europa).

Sul sito rinnovato si possono trovare foto autori e sinossi di tutti i libri che verranno presentati divisi per giorno ed ora o in ordine alfabetico di autore.
www.bordigherabookfestival.it

Come ogni anno il Bordighera Book Festival ospita inoltre l’Accademia Balbo con la mostra “Trepiuuno” e il Gattile di Ventimiglia con le volontarie dei “Randagi Fortunati”.
Uno stand dedicato a “Bordighera” in cui si potranno incontrare quattro scrittori della città con i loro libri legati al territorio, per firmacopie e scambio di idee. Stefano Albertieri, Anna Maria Ceriolo Verrando, Gisella Merello e Pier Rossi.
Laboratori e animazione
“A tutto COMICS” 4 giorni fra fumetto e fantasy

Giovedì 25 agosto ( 16,30 – 19,30)
Laboratorio “Crea il tuo cartoon” con Alice Tasselli

Serata speciale nei Giardini di Palazzo del Parco alle ore 21,00 incontro con
Andrea Vitali “Gita in barchetta” Garzanti
Accompagna l’autore il giornalista Giulio Geluardi.
Nella Bellano insolitamente ventosa di inizio 1963, Annibale Carretta dovrebbe essere conosciuto come ciabattino. Dovrebbe, perché la sua indole è sempre stata un’altra. Nato «strusciatore di donne», uno che approfitta della calca per fare la mano morta, nella vita ha rimediato più sganassoni che compensi per le scarpe che ha aggiustato. Ed è finito in miseria, malato e volutamente dimenticato dai più. Ma non dalla presidentessa della San Vincenzo, che sui due locali di proprietà del Carretta ha messo gli occhi. Vorrebbe trasformarli nella sede della sua associazione. E in parte ci riesce anche. Le vorrebbe dare alla madre per il suo laboratorio di sartoria, e alleviarle così il peso della vita grama che fa: vedova e col pensiero di una figlia zoppa, Rita, appunto; una malmaritata, Lirina, che non sa come liberarsi del muratore avvinazzato che ha sposato; e poi Vincenza, bella ma senza prospettive, che seduta sul legno di una barchetta vede riflesso nello specchio del lago il destino che l’attende e al quale non sa sottrarsi.