Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto

28 agosto 2022 | 09:11
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Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto
Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto
Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto
Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto
Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto
Pieve di Teco, l’omaggio dell’Expo al senatore Boscetto

Nel 1998 fondò la confraternita

Pieve di Teco. Non solo politico ma uomo di grande cultura. Amante delle tradizioni legate alle sua terra e all’enogastronomia. É grazie a lui che il vino Ormeasco è diventato un’eccellenza non solo il Liguria grazie alla fondazione nel 1998 della Confraternita dell’Ormeasco. Il ricordo del senatore Gabriele Boscetto, mancato nel giugno del 2021, è ancora vivo e presente soprattutto in Valle Arroscia dove, ieri pomeriggio si è svolto, presso la sala consiliare di Pieve di Teco, a margine dell’evento Expo Valle Arroscia, il secondo memorial in suo onore.

«Il mio ricordo è vivo- afferma Luigi Sappa che con Boscetto ha condiviso molti anni della sua vita politica in provincia di Imperia- e di ringraziamento alla città di Pieve d Teco, alla Camera di Commercio, a tutti gli organizzatori e i continuatori di questo convegno che è nato proprio sulla scia dell’idea di rivitalizzazione dei prodotti, più di vent’anni fa lanciata proprio e sostenuta per rivitalizzare l’entroterra dall’allora Presidente della provincia Boscetto. Io ricordo la sera in cui fu costituita la Confraternita dell’Ormeasco. Ero presente e dicevo a Gabriele: “Cosa ci faccio qui? Sono astemio, non mi intendo di vini eppure tu hai voluto che fossi qua”. Avevo la cappa rossa e il bicchiere in mano. É un aneddoto per dire che insieme alla cultura del buon bere Boscetto ha saputo elevare la grado di eccellenza anche tutto quello che ruota attorno al prodotto vino. Quindi le tradizioni, le storie, la civiltà di una volta di una volta coniugata a quella attuale quindi l’economia attuale di queste valli basata sull’alimentare, sull’enogastronomia in particolare. É questo il suo grande merito e quindi ricordarlo oggi è un atto dovuto e un piacere per me».

«Quella sera dell’11 novembre del 1998- prosegue nel suo ricordo Luigi Sappa– nel Castello di Pornassio si costituì la Confraternita dell’Ormeasco. Fu una tappa importante per il territorio perché tutto quello che Gabriele Boscetto aveva fatto in quegli anni per la provincia di Imperia vedeva il primo compimento. Boscetto amava questa terra e amava chi viveva in questa terra, era figlio di questa terra. Era nato a Rezzo, siamo cresciuti assieme. I suoi genitori e i suoi zii avevano il culto del mantenimento delle tradizioni. Sotto la loro casa c’era una cantina enorme con un torchio dove tutti portavano a verificare le uva. All’epoca il vino era vino, qualcuno lo chiamava anche Ormeasco, per molti era il Dolcetto. Pochissimi lo vendevano, forse solo a Pornassio c’era un po di commercio ma negli altri Comuni il vino serviva per delle esigenze familiari. Da quella sera si avviò un percorso virtuoso che poi tutti gli Enti presenti hanno saputo valorizzare perché l’enogastronomia è il cuore economico pulsante di queste valli. Il vino che era un qualcosa di complementare è diventato centrale per molti che vivono, lavorano e sudano in questo territorio. Ricordare Gabriele Boscetto è ricordarne l’impegno, la cultura. Quando parlava di cibo e vino spaziava e collegava il tutto alla sua gente, a chi lo produceva e a chi aveva saputo mantenerlo sul territorio. I vitigni dell’Ormesasco se non fosse stato per gli amici della Confraternita sarebbero stati dispersi. Invece da quel momento si avviò quello che ha portato oggi a ricordare qui Boscetto come non solo grande politico, avvocato ma – conclude- come profondo conoscitore e stimatore e promulgatore dell’enogastronomia della Valle Arroscia e dell’Impero in generale».

«Boscetto ha avuto questa grande intuizione- racconta il sommelier Augusto Manfredi della Confraternita dell’Ormeasco- lui faceva molti viaggi, sopratutto in Francia che ha una tradizione vinicola molto antica, sorgevano delle Confraternite che avevano il compito di far conoscere il vino. Addirittura- continua- in Borgogna un vino prima di essere messo in commercio veniva assaggiata da questa confraternita che dava il suo benestare per la messa in vendita del vino. Il senatore ebbe questa intuizione e si rivolse a tutti i sindaci di tutta la Valle Arroscia che aderirono con grande entusiasmo e si fece per molti anni, lui era un grande difensore di questo vitigno, il giorno di San Martino, si faceva una festa dove si assaggiavano le nuove annate di superiore. Rimase fino all’ultimo molto attaccato a questa tradizione. E questa confraternita è una delle poche in Italia quindi noi ne andiamo sicuramente orgogliosi e tributiamo a lui un grande ringraziamento che ha avuto».

«Le prime scritture dell’Ormeasco- prosegue- la viticultura Valle Arroscia, risalgono intorno alla fine del 1200, primi del 1300. Un uva che ha una storia molto interessante, Successivamente vennero emanati dei regolamenti per migliore la coltura di queste uve per migliorare questo tipo di uva. Un editto, del 1440 emanato dai conti che governavano la Valle, recitava che bisogna vendemmiare l’uva quando era matura pena la confisca e questo disciplinare. All’epoca il vino no era un bene come lo concepiamo adesso ma un’opera di bene primaria dove i nostri antenati si alzano all’alba e andavano a lavorare nei boschi nelle campagne e avevano bisogno di un apporto calorico che veniva dato dal vino».

«Amico di tutti noi, maestro di vita- lo ricorda Enrico Lupi– e credo sia sta un’ottima idea quella di piantare questo pilone in suo ricordo che non è tanto il ricordo di ieri come l’esempio per un domani. É il senso di quello che stiamo celebrando, valorizziamo il territorio, l’Ormeasco e la confraternita dell’Ormeasco».