Ospedaletti rilancia sull’acqua pubblica ma i grandi Comuni fanno orecchie da mercante

Poche adesioni alla proposta del sindaco Cimiotti per salvare Rivieracqua dall’ingresso dei privati
Ospedaletti. Ha riscosso l’adesione di alcuni piccoli Comuni dell’imperiese, nel silenzio più assoluto dei sindaci più importanti quali sono quelli di Sanremo, Imperia e Taggia (Ventimiglia è attualmente commissariata), la proposta del sindaco Daniele Cimiotti volta a scongiurare la parziale privatizzazione di Rivieracqua. Il primo cittadino della città delle rose si era fatto promotore, a inizio agosto, di un piano di riparto del debito accumulato dal gestore unico del servizio idrico integrato, fondato sulla presa in carico degli enti locali dell’enorme passivo accumulato, in base al criterio della popolazione residente.
Un piano che fonda le sue radici sulla proposta di un altro sindaco, Valerio Ferrari di Terzorio, che già nel gennaio 2020, quando i debiti della società pubblica non avevano raggiunto la cifra stratosferica di 40 milioni di euro di oggi, aveva cercato di spronare i propri colleghi per fermare la messa sul mercato del 49% della società consortile, trasformata in Spa lo scorso 10 agosto tra le proteste dei comitati e dei cittadini.
Stando alla missiva inviata da Cimiotti ai sindaci del Comuni della Provincia, al presidente Claudio Scajola, al commissario ad acta dell’Ambito idrico imperiese Gaia Checcucci e al consiglio di amministrazione di Rivieracqua, “le cause che hanno creato l‘attuale sofferenza finanziaria della Societàsono da ricercare nel fatto che molti Comuni che gestivano propri acquedotti hanno ritardato il passaggio di “consegna” della gestione delle reti idriche a favore di Rivieracqua impedendo, conseguentemente, a quest‘ultima di emettere i relativi ruoli di bollettazione e, di fatto, causando sin dall‘inizio un disavanzo a Rivieracqua, via via cresciuto di anno in anno. Le attuali condizioni societarie evidenziano, infatti, l’oggettiva impossibilità di fare nuovi investimenti, mentre risulta evidente che le nostre reti idriche, ormai obsolete, necessitano di importanti interventi di manutenzione ed adeguamento”.

Continua il sindaco di Ospedaletti: “Laproblematica sopra specificata ha avuto come naturale conseguenza quella di ricercare l‘intervento di un “Soggetto Privato” capace di risanare la situazione debitoria di Rivieracqua, anche in virtù del fatto che nessun Comune, nonostante sollecitato in tal senso del sindaco Valerio Ferrari Sindaco di Terzorio con propria nota del 20 gennaio 2022, ha saputo dare valida risposta alla richiesta di investire capitali propri. Per quanto sopra esposto ed in considerazione del fatto che la ricapitalizzazione di Rivieracqua da parte dei Comuni potrebbe essere validamente portata a termine accendendo un mutuo della durata della concessione di 15 anni – per una somma totale di euro 40 milioni da ripartire tra i comuni facenti parte dell‘ATO imperiese in base al numero degli abitanti – propongo di valutare un piano di riparto basato su criteri demografici, non escluse eventuali correzioni su casi particolari, con conseguente iscrizione nei rispettivi bilanci comunali di tale impegno di spesa da approvare nei rispettivi consigli comunali, in considerazione del fatto che la mera volontà di considerare l’acqua come bene pubblico rimarrebbe “lettera morta” in assenza di una ricapitalizzazione effettuata con fondi propri comunali. La differenza tra una gestione privata ed una pubblica di un servizio integrato come quello dell’acqua risiede nel fatto che la gestione privata deve necessariamente produrre utili (successivamente ripartiti a titolo di “guadagno”) mentre la gestione pubblica provvede a re-investire gli utili stessi per migliorare il servizio ovvero per calmierare le relative tariffe”, conclude il sindaco di Ospedaletti.
Di seguito lo schema di riparto elaborato da Cimiotti e Ferrari (clicca sull’immagine per ingrandirla). A contribuire maggiormente sarebbero il Comune di Sanremo, socio di Rivieracqua, che dovrebbe impegnare circa 660 mila euro all’anno, poi Imperia (non socia), 546 mila. Segue Ventimiglia, 301 mila euro/anno, Taggia 168 mila, Bordighera 132 mila.