Lettera aperta ai sindaci: «preoccupazione per l’ incuria e l’indifferenza verso un bene comune quale il verde pubblico»

7 agosto 2022 | 08:58
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Lettera aperta ai sindaci: «preoccupazione per l’ incuria e l’indifferenza verso un bene comune quale il verde pubblico»

Daniela Cassini: «Occorre fermare questo pericoloso declino»

Daniela Cassini,  presidente “Italia Nostra – ponente ligure” dell’associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, scrive una lettera aperta ai sindaci.

«La salvezza sta nelle piante! Ovvero il verde in città ed il benessere climatico, un connubio da conoscere e valorizzare.  Stiamo tutti vivendo una situazione di forte disagio climatico a causa delle alte temperature di questa torrida estate. Forse ora ci rendiamo conto di quanto una politica di  potenziamento della presenza delle piante e del verde nelle città possa costituire un  elemento di salvaguardia e benessere, come sostengono ormai unanimemente scienziati  ed esperti nelle varie specializzazioni.

Nel nostro Ponente, noto come eccellenza climatica, purtroppo si sta affermando invece  una politica miope delle Amministrazioni pubbliche che portano a continui e devastanti  tagli di vegetazione urbana, interi angoli di verde cittadino sono cancellati e con essi  qualità della vita e memoria storica. Gli esempi più eclatanti sono a Sanremo (Via Nino  Bixio, S. Tecla, Corso O. Raimondo, zona Ospedale…), a Bordighera (i pini di Via Aldo  Moro…)….uno stillicidio che si allarga sempre più.

Come ITALIA NOSTRA PONENTE LIGURE esprimiamo una forte preoccupazione ed una  decisa protesta per l’ incuria e l’indifferenza verso un bene comune quale il verde pubblico. Una nostra presa di posizione che coinvolgerà anche l’Associazione Regionale e  Nazionale per dare ulteriore voce alla popolazione e ai Comitati Civici, inascoltata nei tanti  gridi di allarme lanciati.  Tutti noi siamo chiamati a responsabilità.

Ai Sindaci in particolare modo chiediamo azioni concrete di vera responsabilità pubblica in  una visione che tenga conto delle grandi trasformazioni che stiamo già vivendo. Vogliamo  una progettazione non più volta al mero consumo di suolo, ma invece tesa al benessere  della popolazione tutta e dell’ambiente!  Ora il clima sta diventando una emergenza, dopo tanti anni di allarmi inascoltati, i  fenomeni meteorologici anche nelle nostre zone hanno assunto caratteri di alternanza  estrema: siccità, trombe d’aria e grandinate con chicchi enormi, piogge violente. Il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, che è stato nella Valle Argentina pochi giorni  fa, è pessimista per il futuro: mancano ormai pochi anni al 2030, termine dell’Agenda di  sviluppo sostenibile per abbattere del 50% le emissioni inquinanti, senza risultati e questo  porta a surriscaldamento terrestre, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del  mare, clima sempre più estremo.

L’emergenza non è lontana da noi. Nelle realtà locali una pianificazione del verde volta a “coprire” le nostre città di piante è  l’unica possibilità di sopravvivere con benefici ecosistemici per la riduzione degli  inquinanti, dell’anidride carbonica e l’attenuazione delle ondate di calore. Gli alberi refrigerano l’aria e raffreddano gli edifici vicini, sono spugne d’acqua che poi  rilasciano salvando salute e portafoglio. Dove non ci sono alberi è stimata una  temperatura di 5-6 gradi più alta, la città è più vivibile per residenti e turisti. Pensiamo per  esempio alla “forestazione” di Barcellona e alla griglia verde di Nizza. Più alberi e meno  condizionatori d’aria!

Ci siamo chiesti da tempo quanto in particolare il nostro territorio si stia impoverendo di  verde.  Oltre ai tagli di intere alberature recenti , che spesso lasciano il posto a grandi e piccole  speculazioni e cementificazioni, Il Presidente Regionale di Italia Nostra ci ricorda che il  consumo di suolo della Liguria nella fascia litoranea di 300 metri è del 47%, cioè più del  doppio della media italiana (22%).  Occorre fermare questo pericoloso declino, e riconoscere che la sostenibilità del “sistema  città” è dato anche e soprattutto dalla presenza della infrastruttura verde: prevenzione del  dissesto idrogeologico, limitazione dell’inquinamento acustico e da polveri sottili,  attenuazione delle ondate di calore, preservazione e qualificazione del paesaggio, degli  scorci urbani, dell’immagine e dell’attrattiva della città. Il taglio del verde urbano implica  danni al territorio, al paesaggio, e alla salute.  Una responsabilità epocale con precise conseguenze tangibili dunque, a cui nessuno può  più sottrarsi, tanto più chi ha ruoli decisionali nel governo dei territori!» conclude Daniela Cassini.