L’ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar a Ventimiglia: «Ogni politico italiano deve capire che sostenere Israele è sostenere l’Italia»

24 agosto 2022 | 14:40
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Le dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd contro Israele «un po’ mi preoccupano, ma sono frutto dell’ignoranza e devono preoccupare soprattutto gli italiani»

Ventimiglia. L’ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar è giunto ieri a Ventimiglia per presentare il suo libro “All’arco di Tito. Un ambasciatore d’Israele nel Belpaese”. L’evento, organizzato dall’associazione culturale Italia-Israele di Ventimiglia, in compartecipazione con i Lions Club Ventimiglia, si è svolto presso la sala capitolare della chiesa di Sant’Agostino, in una città “blindata” dalle forze dell’ordine per consentire all’ambasciatore di tenere una conferenza in totale sicurezza. Subito dopo l’incontro, a cui ha partecipato anche il commissario prefettizio Samuele De Lucia, Eydar ha visitato la sede dell’associazione culturale Italia-Israele, presieduta da Maria Teresa Anfossi, in via Sottoconvento, a Ventimiglia, per poi tornare nella sua stanza di albergo a Latte.

L’INTERVISTA

Ambasciatore, lei ha detto più volte che difendere l’Italia è come difendere Israele. Cosa intende? «Israele è il primo avamposto della civiltà occidentale e per questo Israele non “sta” solo per sé ma anche per tutta la civiltà occidentale, inclusa l’Italia. L’Italia è un paese amico con Israele, collaboriamo in tanti settori in modo molto intimo: esercito, security, cyber, intelligence. Anche durante la pandemia, facevamo una riunione ogni settimana per scambiare informazioni. Abbiamo fatto una grande attività insieme, per esempio una conferenza, a livello nazionale, a Napoli, sul tema dell’agricoltura: semi, acqua, energia solare, fattoria digitale, sullo sfondo della crisi alimentare e della siccità qui in Italia. Per questo, per noi, non è un caso che i nemici dell’occidente attaccano prima Israele, perché sanno molto bene che Israele è la porta per il crollo dell’Occidente. L’Italia sostiene Israele e viceversa. Israele sa che siamo come una squadra, tutto l’occidente, per questo difende l’Italia e difende l’occidente. Facciamo questo, come ho detto, in tanti settori, anche in quelli di cui non possiamo parlare».

Siamo a pochi chilometri dalla Francia, teatro di numerosi attentati terroristici di matrice islamica. L’attentatore della strage di Nizza è passato proprio da qui, da Ventimiglia. In Italia non ci sono stati attentati: sappiamo difenderci meglio? «Il terrorismo, alla fine, non distingue tra Israele e altri stati e tra ebrei e non ebrei. Alcuni pensano che sarebbe meglio, per il mondo, lasciare Israele a confrontarsi da solo contro il terrorismo. Ma questo è un grande errore, perché abbiamo imparato dalla storia che il terrorismo, il razzismo, la xenofobia, iniziano contro gli ebrei ma non si fermano lì. Dopo essersela presa con gli ebrei, iniziano con altri. In ogni caso noi abbiamo avuto il privilegio di istituire di nuovo il nostro paese dopo diciannove secoli di esilio, perché abbiamo ben compreso, specialmente dopo la Shoah, che il popolo ebraico deve avere un focolare nazionale. Questo è anche connesso con il terrorismo, perché adesso possiamo difenderci. Durante il lungo esilio del popolo ebraico, specialmente durante la Shoah, il popolo ebraico era homeless (senza casa, ndr), senza focolare nazionale, per questo non potevamo difenderci. E per questo è successo quello che è successo. La Shoah non è finita nel 1945, ma ha avuto epilogo riparatore. Riparatore non del male, perché il male non può essere riparato. Ma delle condizioni che hanno permesso la Shoah, cioè la situazione del popolo ebraico senza focolare nazionale. Israele non è stato fondato a causa della Shoah, ma nonostante la Shoah. Abbiamo imparato bene la lezione dalla Shoah, se c’è una lezione di questa atrocità: la nostra conclusione è che dobbiamo avere la nostra patria antica, il nostro paese, ma il popolo ebraico non è tornato a casa, a Sion, solo per se stesso, ma come in altre occasioni condividiamo le nostre idee, la nostra cultura, la nostra fede e, oggi, anche le nostre innovazioni tecnologiche che sono le più avanzate nel mondo con l’Italia e con il mondo. Abbiamo portato (in Italia, ndr), nel maggio scorso, 23 aziende israeliane con la tecnologia più avanzata nel mondo in temi di acqua, alimentare, e circa 80 aziende italiane e abbiamo fatto più di 300 incontri bilaterali, insieme, per il bene di entrambi i paesi, per il bene dell’Italia, che per esempio non è preparata per la siccità. Mentre a Israele il 90 percento dell’acqua potabile è desalinizzata. Anche il 90 percento dell’acqua utilizzata in agricoltura e industria è depurata. Possiamo condividere questa conoscenza anche con l’Italia».

In Israele voi costruite nel deserto… In cosa è diverso il vostro paese? «Due terzi di Israele sono deserto, e siamo riusciti grazie a Dio, alla tecnologia e ai nostri sforzi, a far fiorire il deserto. Abbiamo piante, abbiamo agricoltura nel deserto, con l’agricoltura di precisione. Abbiamo tanta innovazione: non solo un sistema di irrigazione goccia a goccia, ma anche altre innovazioni come quella di usare satelliti e droni per migliorare le piante, come scaldare non tutta la pianta sotto le serre, ma scaldare solo la radice, anche questa è tecnologia. Siamo in grado di misurare gli impulsi di radici e pianta quando questa beve l’acqua, per raccogliere le informazioni, come quando si raccolgono informazioni dal corpo umano. Da una parte c’è il tema di costruire desalinizzatori per avere l’acqua, dall’altra parte quello di usare le innovazioni nel campo dell’agricoltura».

Il 25 settembre gli italiani voteranno per il nuovo governo e in campagna elettorale ci sono stati esponenti del Pd che hanno accusato Israele di crimini internazionali, strumentalizzando la causa palestinese. Questo le fa paura? «Anche in Israele ci saranno le elezioni il primo novembre. Israele non interviene nelle elezioni. Sono ambasciatore per tutta l’Italia. Ho sentito le dichiarazioni di alcuni politici giovani e sono un po’ preoccupato, ma ringrazio il leader del Pd, Enrico Letta, che è un mio amico, che ha denunciato queste dichiarazioni che secondo me derivano da ignoranza, o anche dal credere che il problema sia quello dei diritti umani dei palestinesi. Ma il problema riguarda anche i diritti umani degli ebrei, perché noi in Israele viviamo in un ambiente con tanti nemici. Le minacce contro Israele sono grandi: dall’Iran, dal Libano, dalla Siria, da Gaza e da altre organizzazioni. Infatti, abbiamo detto tante volte che l’Iran, per esempio, non sviluppa l’arma nucleare solo contro Israele, altrimenti perché svilupperebbe missili che sono in grado di percorrere la distanza di più di 3mila chilometri? A tremila chilometri dall’Iran c’è l’Italia. Sanno bene che la loro polizza assicurativa sarà l’arma nucleare. Minacciano l’occidente. Allora, ho sentito che un politico ha detto che Israele non è legittimo: se Israele non è legittimo, allora tutto il mondo occidentale non è legittimo. Ci sono nel mondo più di cinquanta paesi musulmani, più di cento paesi con la maggioranza cristiana: solo l’unico paese ebraico nel mondo non è legittimo? Quella persona che ha parlato di apartheid studiava la storia dell’apartheid in Sudafrica? In Israele gli arabi sono cittadini uguali, e anche più di questo. Un giudice arabo ha inviato il nostro presidente di Israele in carcere. Ci sono parlamentari e ministri arabi. Questo è apartheid? Questa è ignoranza. Ma l’ignoranza non mi preoccupa, deve preoccupare l’Italia, gli italiani. Israele è come ho detto il primo avamposto (dell’occidente, ndr): ogni politico italiano deve capire che sostenere Israele è sostenere l’Italia. E’ come una famiglia: possiamo discutere, possiamo avere opinioni differente, ma la base deve essere unica».

E’ notizia recente l’apertura ai palestinesi della Cisgirodania, che potranno viaggiare dall’aeroporto Ramon di Eilat. E’ un bene? «Non conosco i dettagli, ma se non ci saranno atti terroristici da parte dei palestinesi, perché no? Vogliamo vivere insieme, vogliamo condividere la nostra tecnologia con loro. Vorrei raccontare due storie che mi fanno sorridere. La prima è che Israele fornisce cemento ai palestinesi di Gaza. Anche l’Egitto fornisce cemento. Il cemento israeliano è di alta qualità, quello egiziano di bassa qualità. Hamas usa il cemento israeliano per costruire tunnel contro Israele e il cemento egiziano per costruire le case dei poveri. Secondo: durante le operazioni del maggio 2021, Hamas ha lanciato più 4mila razzi contro Israele. Un quarto di quei razzi, cioè circa 1000, sono caduti nella striscia di Gaza e hanno ucciso i loro uomini, le donne e i bambini. Ma nonostante gli attacchi Israele continuava a fornire a Gaza elettricità e acqua. Anche questo non ha fermato Hamas che ha continuato a lanciare razzi contro queste stazioni che fornivano acqua ed elettricità: questa è, in piccolo, tutta la situazione».

Ha scritto un libro per lasciare una traccia di sé all’Italia. E l’Italia cosa le lascerà? «Questo libro ingloba l’entità che si chiama Israele. Israele non è solo conflitto, non è solo esercito. Israele è una civiltà: letteratura, storia, archeologia, religione, Bibbia, poesia, ciclo del tempo, feste, tutto… Ho inglobato tutti questi temi in questo libro. Ci sono anche analisi geopolitiche del Medioriente, ma ogni persona può trovare tanti passi molto interessanti anche da altri punti di vista. Volevo lasciare le mie tracce qua, ma come ringraziamento all’Italia perché anche l’Italia ha lasciato le sue tracce sul mio cuore. Dopo tre anni porto con me una parte dell’Italia. Durante questi tre anni sono stato ambasciatore di Israele e della civiltà ebraica in Italia, ma anche ambasciatore dell’Italia in Israele. Tramite le mie “cartoline da Roma” che scrivevo sulla mia pagina Facebook, ho offerto l’Italia e quello che succedeva qua agli israeliani. Adesso quelli che hanno letto le mie cartoline dall’Italia capiscono meglio questo paese. Spero di tornare qui, dopo il mio incarico, come un turista, come un uomo libero per godere di questo paese meraviglioso e spero di pubblicare altri libri in italiano».

ambasciatore Dror Eydar ventimiglia

Alcune immagini tratte dal libro dell’ambasciatore Eydar che riguardano il Comune di Sanremo che nel 1920 ospitò l’omonima conferenza al Castello Devachan, dove venne sancita la nascita dello Stato di Israele.

libro ambasciatore Eydar
libro ambasciatore Eydar
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