ItalExit, presentate le liste della Liguria per le prossime elezioni politiche






«Le liste sono composte da uomini e donne che hanno vissuto in prima persona, tutte le difficoltà degli ultimi due anni»
Imperia. ItalExit, partito legato a Gianluigi Paragone, presenta ufficialmente i candidati per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. «Siamo davvero felici e molto orgogliosi del grande lavoro svolto – commenta così il Segretario Regionale Fabio Montorro – è stata un’impresa titanica superare l’insensata e stringente burocrazia espressa dalla legge elettorale».
Tra i candidati in Liguria troviamo alla Camera al plurinominale Raffaella Regoli (giornalista della trasmissione di Giordano “Fuori dal Coro”), Fabio Montorro (segretario fegionale e membro della direzione nazionale di Italexit), Sheila Di Carluccio (delegata regionale all’assemblea nazionale e coordinatrice della Sez. Val Bisagno), Marco Martini (coordinatore provinciale di Genova). All’uninominale sempre alla camera sono candidati al seggio U01 la dottoressa Silvia Arcari (farmacista e naturopata impegnata nelle cure domiciliari), al U02 Fabio Montorro, al U03 Marco Martini e in fine al U04 Raffaella Spezia (membro del coordinamento di La Spezia).
Per il Senato al plurinominale i candidati l’avvocato Marco Mori, Francesca Barbato (odontoiatra impegnata nelle cure domiciliari) e Ilario Chiera (responsabile organizzativo regionale). All’uninominale sempre in Senato sono candidati Marco Mori e la Dott.ssa Francesca Barbato.
«Le liste sono composte da uomini e donne che hanno vissuto in prima persona, tutte le difficoltà degli ultimi due anni come tutti, ma nonostante questo sono state sempre in prima linea per aiutare i Liguri in difficoltà. Nessun’altra forza politica ha messo in campo aiuti legali e sociali come ITALEXIT, siamo certi che il voto ne sarà la prova. Attraverso l’uso degli strumenti istituzionali potremo dar fine a molte vessazioni, avviando contestualmente una politica attenta e mirata alla crescita del Paese e non delle banche o delle multinazionali» conclude Montorro.