Inchiesta sul depuratore di Imperia, le contestazioni agli indagati

29 agosto 2022 | 16:59
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Inchiesta sul depuratore di Imperia, le contestazioni agli indagati

Procedimento penale a carico dell’ingegner Valerio Chiarelli di Rivieracqua e dell’ex Ad di Amat Spa Valter Cammelli

Imperia. Sono Valerio Chiarelli, direttore esecutivo di Rivieracqua e Valter Cammelli, ex amministratore delegato di Amat Spa, i due indagati nell’inchiesta sullo stato del depuratore della città di Imperia, condotta dalla capitaneria di porto e coordinata dalla procura del capoluogo. Le ipotesi di reato contestate agli indagati dal pm Barbara Bresci sono inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. I due dirigenti delle società pubbliche che si sono alternati nella gestione dell’impianto finito sotto la lente degli inquirenti, le cui condizioni sono state denunciate a più riprese dai cittadini e dalle parti politiche nel corso degli ultimi anni, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari lo scorso 21 luglio.

Dalle indagini svolte sia via mare dal V nucleo subacqueo della guardia costiera di Genova, che via aerea, attraverso l’impiego di elicotteri della capitaneria di Sarzana, sono emerse le precarie condizioni strutturali delle condotte del depuratore cittadino. All’ingenger ex Amaie Valerio Chiarelli – difeso dall’avvacato Fausto Mazzitelli di Savona – viene contestato in particolare che “in qualità di direttore esecutivo con delega in materia di tutela dell’ambiente della Società “Rivieracqua S.C.p.A.”, ente gestore del depuratore consortile di Imperia, a partire dal 18 dicembre 2017, e della rete fognaria di Imperia, a partire dal 1° gennaio 2021, abbia cagionato per oltre un anno, dall’ottobre 2021 fino al marzo 2022, l’inquinamento delle acque dello specchio acqueo antistante la città di Imperia ovvero, nello specifico, nella parte di litorale compresa tra Borgo Marina ed Oneglia, zona assoggettata a vincolo paesistico — ambientale, mediante sversamento di reflui fognari provenienti della rete cittadina con riversamento degli stessi in mare, in corrispondenza della scogliera adiacente al depuratore comunale di Imperia, della foce del torrente Impero, della banchina denominata “Hall del Mare”, del tratto portuale del porto di Oneglia denominato “Avamporto”. Oltre aver “omesso di attivare la condotta di rilancio di emergenza, non utilizzabile, a causa della mancanza di una regolare gestione degli interventi manutentivi a carico dell’ente gestore, in tal modo provocando il rilascio del refluo non trattato direttamente nel mare, attraverso l’attivazione degli scarichi di emergenza delle altre stazioni di sollevamento fognario ubicate lungo la costa”.

disastro ambientale

L’ingegner Chiarelli e l’ex Ad di Amat Valter Cammelli – quest’ultimo difeso dall’avvocato Stafano Savi di Genova – sono anche accusati di “non aver effettuato gli interventi utili e necessari al ripristino della perfetta funzionalità della condotta di rilancio a mare delle acque depurate, in uscita dall’impianto di depurazione comprensoriale e dello sfioratore di emergenza, interventi definiti “improcrastinabili al fine di mantenere il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione” delle acque reflue della città di Imperia dall’ordinanza sindacale contingibile e urgente firmata dal sindaco Scajola nel gennaio 2020″. Inoltre di aver provocato lo “sversamento in corrispondenza della foce del torrente Impero e nei pressi della scogliera in località Ferriere, di reflui dell’impianto di depurazione cittadino, omettendo di dare corso agli interventi di ripristino della condotta di rilancio a mare e dello sfioratore di emergenza della Stazione “ex ferriere”, ingiunti con l’ordinanza sindacale contingibile e urgente del gennaio 2020, in tal modo provocando l’immissione in mare di acque non depurate, maleodoranti e torbide”. Agli indagati sono stati concessi i termini di legge per la presentazione delle memorie difensive.