A Cipressa un concerto del trapper che inneggia allo zio boss di mafia, Libera chiede di annullarlo

26 agosto 2022 | 16:37
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A Cipressa un concerto del trapper che inneggia allo zio boss di mafia, Libera chiede di annullarlo

E’ il cantante neomelodico campano Vincenzo Pandetta, in arte Niko

Sanremo. Il coordinamento provinciale di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” protesta vivamente contro chi sta organizzando a Cipressa, per il prossimo 3 settembre, un concerto del il trapper neomelodico catanese Vincenzo Pandetta, in arte Niko.

Fanno sapere quelli di Libera, attraverso un post sulla loro pagina Facebook  «Per chi non lo sapesse, il cantante ha dedicato nel 2016 allo zio (il boss catanese Salvatore Cappello, al 41bis dal 1993) una canzone dal titolo “Dedicata a te”, inizia i suoi video rivolgendosi agli “ospiti dello Stato” e anche a chi “purtroppo sta al 41-bis” e si fotografa con pistole d’oro e altri simboli. Alcuni suoi versi sono inequivocabili ed è veramente assurdo che, questi ultimi, possano essere ripetuti su un palco, a cospetto di una platea di giovani: “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”».

riviera24 - niko pandetta vincenzo

Lo scorso 21 aprile, Niko, era stato tra i protagonisti di una rissa degenerata in sparatoria a Catania, dietro la quale, secondo la Procura catanese, ci sarebbe un mancato duetto tra lui e Nicolò Rapisarda, in arte “Tony Effe”, nell’ambito di un regolamento di conti tra i clan Cappello-Bonaccorsi e Carcagnusi. Quest’anno, sono stati già annullati diversi concerti del cantante, sempre su impulso di associazioni antimafia.

Spiegano quelli di Libera: «Come Coordinamento di Libera Imperia ci chiediamo se non ci siano altri modi per offrire ai giovani occasioni di divertimento. Ci chiediamo se proprio in questo periodo in cui la guerra, le crisi ambientali, sanitarie e politiche stanno diffondendo sconcerto, disagio e profonda sfiducia nelle giovani generazioni sia un segnale positivo celebrare da un palco ideali di violenza e sopraffazione. Ci chiediamo se il territorio possa realmente trarre vantaggio da un atteggiamento indifferente, o peggio, compiacente nei confronti di certi “valori” che con tenacia e fatica famiglie, scuole, istituzioni, associazioni e tanti giovani consapevoli e responsabili cercano di tenere lontani. Ci auguriamo quindi che, come accaduto in altre parti d’Italia, ci sia un’assunzione di responsabilità da parte degli organizzatori e, più in generale, della comunità: possiamo e dobbiamo essere tutti protagonisti attivi del cambiamento – anche culturale – indispensabile per contrastare mafie, illegalità e violenza».