Acqua pubblica

“Progetto Comune” di Taggia contro il privato in Rivieracqua

«Dopo Sistema Sanitario pubblico devastato dalla Regione negli ultimi dieci anni per preparare il campo ai privati, dopo il massacro di Riviera Trasporti con il perenne tentativo di privatizzare, ora è il turno dell'acqua»

Taggia. Scrive Marco Ardoino, Consigliere comunale di “Progetto Comune”: «Esattamente undici anni fa, il 12 giugno del 2011, 26 milioni di italiani si recarono alle urne per chiedere senza mezzi termini che l’acqua restasse un bene di natura esclusivamente pubblica e che da essa non si traesse profitto. Quella volontà popolare è stata rispettata? Per nulla».

Prosegue la nota stampa «Oggi gli italiani si ritrovano, spesso senza saperlo, con una ridda di società per azioni (con la sola eccezione di Napoli) a partecipazione sia pubblica che privata, che dividono la maggioranza degli utili tra gli azionisti, con buona pace di quanto chiesto dai cittadini. In queste aziende si trova un po’ di tutto, comprese multinazionali e fondi di investimento stranieri. E la ragione è chiara: non esiste un investimento migliore, visto che si tratta di un regime di monopolio, in cui le tariffe sono assicurate e non esiste obbligo di investimenti nella rete. E infatti, con buona pace di chi lega libero mercato ed efficienza, a undici anni da quel referendum il risultato è che le perdite idriche della rete sono aumentate, secondo l’Istat, del 42%, contro una media europea che si aggira tra il 15 e il 18%. Le bollette, invece, salgono, come ha mostrato una ricerca della Cgia Mestre, che ha stimato un aumento del 90% solo tra il 2007 e il 2017. Nel nostro territorio IREN SPA sta cercando di appropriarsi del 49% del capitale di Rivieracqua in un momento molto particolare e delicato. Una società pubblica con un utile di 2 milioni di euro in cui investimenti nelle infrastrutture , sistema distribuzione e trasporto acqua, sono ancora fermi . Si spera in un sovvenzionamento attraverso il PNRR , quindi ancor più appetibile dal privato. Lasciare il 49% del consiglio di amministrazione al privato significa di fatto consegnare la politica di gestione al 100% nelle scelte strategiche, con la sola complicità di un consigliere di maggioranza “accondiscendente”. Dopo Sistema Sanitario pubblico devastato dalla Regione negli ultimi dieci anni per preparare il campo ai privati, dopo il massacro di Riviera Trasporti con il perenne tentativo di privatizzare, ora è il turno dell’acqua».