Imperia, vendita di Villa Carpenedo. Sinistra Italiana – Sinistra in Comune: «Pessimo affare»

28 luglio 2022 | 14:51
Share0
Imperia, vendita di Villa Carpenedo. Sinistra Italiana – Sinistra in Comune: «Pessimo affare»

«E’ l’ultimo episodio della svendita del patrimonio e dell’interesse pubblico della nostra città»

Imperia. «La notizia dell’avvenuta presentazione da parte di un privato di una offerta per l’acquisto di Villa Carpenedo per farne la sua residenza personale, è l’ultimo episodio della svendita del patrimonio e dell’interesse pubblico della nostra città. Dopo l’operazione del supermercato nell’area delle ex ferriere, per cui l’amministrazione Scajola è pronta a sacrificare anche una delle tre storiche ciminiere, arriviamo ora a privare la città di uno dei suoi gioielli, colpevolmente abbandonato ed inutilizzato da anni. Che la vendita di villa Carpeneto sia un pessimo affare per la città lo dice il prezzo realizzato dal Comune, che è meno di un terzo rispetto all’ultimo prezzo di vendita, ovvero circa 700mila euro a fronte di due milioni e 300mila euro di prezzo di partenza dell’ultimo bando. Per avere un termine di paragone, il comune realizzerà con la vendita l’equivalente del costo del restyling (con finiture “scajolane”) di otto servizi igienici del comune, oppure poco più del costo per l’acquisto di una casa di 180 metri quadri con vista Colosseo, ma in tal caso solo se qualcuno abbia pagato il milione di euro mancante a nostra insaputa» – commenta Sinistra Italiana – Sinistra in Comune.

«Il pessimo affare per la città si misura ancora di più per la perdita di un bene di grande pregio che sarebbe da valorizzare per realizzarvi servizi pubblici di cui la città ha bisogno come l’aria. A fronte delle tante strampalate opere per cui l’amministrazione Scajola, gonfiando anche i numeri, si è vantata di aver saputo trovare i finanziamenti, non ha però trovato un euro per finanziare uno dei molteplici progetti di recupero ad uso pubblico di villa Carpeneto che negli anni sono stati proposti. Per la giunta Scajola consentire di costruire un nuovo supermercato, la realizzazione dell’enorme quanto orrenda rotonda all’uscita dell’autostrada a Castelvecchio o l’acquisto dell’immobile in viale Matteotti per gli uffici del Comune, sono operazioni di valorizzazione della città. Risulta invece una scocciatura, al punto da decidere di svenderla, cercare risorse pubbliche per il recupero a fini sociali di una sua villa di grande pregio architettonico e con un bellissimo parco» – sottolinea.

«Evidentemente, per chi non ha una minima idea o attenzione alle potenzialità dei progetti realizzabili in Villa Carpeneto, nulla è paragonabile al sollievo di liberarsene, dimostrando un assoluto disprezzo verso chi per quel luogo ha nel tempo avanzato proposte per realizzarvi servizi pubblici di cui la città avrebbe assoluta necessità. Per citarne uno, la realizzazione nella villa e nel parco di una struttura per l’assistenza diurna e la riabilitazione per gli anziani con deficit motori o cognitivi, che darebbe una straordinaria risposta ai bisogni delle tante famiglie che hanno a casa familiari con tali patologie, famiglie che sono invece abbandonate a sé stesse per la carenza di servizi e strutture alternative a quelle residenziali» – aggiunge.

«Un pensiero finale merita lo sfortunato mecenate cittadino che, donando quasi un secolo fa la villa ed il parco, ritenne di lasciare alla collettività un piccolo gioiello affinché se ne potesse fare un uso pubblico. Quella sua generosa volontà viene oggi tradita da chi
ritiene che il patrimonio della città rientri nel perimetro del suo potere e ne dispone con miopia politica ed arroganza» – conclude.