Imperia, Consulenti del Lavoro: «Più della metà degli italiani vuole cambiare occupazione»

«Il 55% desidera un nuovo lavoro perché insoddisfatto di quello attuale e il 15% si è attivato per cercare un altro impiego»
Imperia. Focus del Consiglio provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Imperia relativo ad approfondimento sull’argomento “Più della metà degli italiani vuole cambiare lavoro”.
«Una cosa è certa: dopo la pandemia, gli italiani hanno una gran voglia di cambiamento. A partire dal lavoro. Un lavoro più compatibile con le esigenze di vita personale e più appagante sotto il profilo professionale ed economico. Più della metà dei lavoratori del Belpaese (55%) desidera una nuova occupazione perché insoddisfatta di quella attuale e il 15% si è attivato per cercare un altro impiego. A descrivere il sentiment degli italiani e le evoluzioni in atto è l’indagine di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo “Italiani e lavoro nell’anno della transizione”, condotta, in collaborazione con SWG; tema che è stato affrontato nel corso del Festival del Lavoro tenutosi dal 23 al 25 giugno a Bologna, presso il Palazzo della Cultura e dei Congressi. Un fenomeno trasversale, diffuso non solo tra i giovani e determinate categorie di lavoratori e piuttosto nuovo per un mercato del lavoro da sempre caratterizzato da stabilità e basso turnover interno. A pesare sulla decisione di voler voltare pagina l’insoddisfazione (38,7%) e la voglia di novità (35,4%) piuttosto che la necessità dovuta alla scadenza del contratto (9,8%) o alla paura di perdere il lavoro (11,8%). Salari bassi (31,9%) e scarse opportunità di carriera (40,9%) alla base dell’insoddisfazione. Ma non è solo il miglioramento retributivo e professionale a spingere al cambiamento. Il 49% degli italiani indica tra i requisiti irrinunciabili della nuova occupazione un maggiore equilibrio personale, livelli minori di stress e più tempo da dedicare a sé stessi. Il benessere individuale è l’obiettivo soprattutto di under 35 e 35-44enni, prioritario rispetto al miglioramento economico. Lo smart working ha giocato un ruolo decisivo in tal senso. Nel 2022 ben l’84,2% dei lavoratori “agili” promuove a pieni voti questo modello, perché concilia lavoro e vita privata. Il 31,8% degli italiani non accetterebbe di tornare a lavorare in presenza, il 16,9% cambierebbe lavoro e il 9,3% potrebbe addirittura licenziarsi. Il 50,2% dei lavoratori dipendenti preferirebbe essere valutato sui risultati piuttosto che sull’orario di lavoro. Ma non c’è solo lo smart working. Il 61% degli intervistati afferma che la rivoluzione tecnologica ha cambiato il lavoro; una percentuale minoritaria (13,9%) invece la boccia, perché ha reso il lavoro più complicato (14,6%) e disumano (11,1%), con la perdita di valore delle persone e delle relazioni. Dopo gli stipendi troppo bassi (56,7%) e la tassazione elevata (43,9%), è la scarsa meritocrazia del sistema (33%) l’altra criticità: tema avvertito con maggiore urgenza rispetto a quello della precarietà, soprattutto dai giovani» – dicono i Consulenti del Lavoro.