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Assemblea Province Italiane, Claudio Scajola: «Oggi finisce quinquennio dominato da populismo. Ora serve riforma Regioni»

14 luglio 2022 | 17:29
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Assemblea Province Italiane, Claudio Scajola: «Oggi finisce quinquennio dominato da populismo. Ora serve riforma Regioni»

«Mi auguro che si apra una stagione diversa – ha continuato -. Si andrà a votare, a ottobre o a marzo, cambia poco»

Imperia. «Oggi è il 14 di luglio. Credo che questa data rimarrà impressa proprio perché, con oggi, non solo si apre una crisi di governo, ma credo che si debba vedere l’aspetto positivo: si esce da un quinquennio dominato dal populismo, un populismo che è stato una ricetta dagli italiani approvata, perché se andiamo a vedere i dati elettorali delle ultime politiche capiamo che quel populismo era figlio di una condivisione popolare altissima e che era suffragata anche dagli organi di stampa, dai media, da un’insieme di circostanze che hanno portato ad una fine della politica con “p” maiuscola e a rincorrere il sondaggio della mattina».

Non ha peli sulla lingua il presidente della Provincia di Imperia e vice presidente nazionale Anci, Claudio Scajola, che ha esordito così nel suo intervento di oggi a Ravenna, nel corso dell’assemblea dell’Unione delle Province Italiane (Upi).

«Credo che statisti se ne siano visti pochi in questo ultimo periodo e la stessa vicenda delle Province è figlia di questa mentalità, cioè il credere che tagliare le risorse alla democrazia sia un fatto economico importante – ha aggiunto, sottolineando come invece il “costo” della Provincia sia quello «per mantenere le scuole e le strade: non solo era demagogia, ma era assoluta ignoranza ed, ahimè, ripetuta ed esaltata anche dai media».

«Mi auguro che si apra una stagione diversa – ha continuato -. Si andrà a votare, a ottobre o a marzo, cambia poco. Abbiamo avuto un salvatore della patria, che è Draghi, che non so come risponderà oggi e domani, perché Draghi non era il politico che cercava un posto: era uno chiamato a cercare di salvare l’Italia mentre affondava. Di fronte a questo, quando si andrà a votare, io credo che ci dovrà essere un forte impegno da parte delle comunità degli enti locali, dovremo essere più protagonisti».

Scajola ha rivolto un appello al ministro Lamorgese: «Dia un segnale, porti nel Consiglio dei Ministri, anche dimissionario, la riforma del Tuel. Anche se il governo si riunirà per dimettersi, consegni un atto che è già a Palazzo Chigi da tre mesi. E’ una piccola cosa ma è un segnale».

Sempre parlando di riforme, il sindaco della città capoluogo e presidente della Provincia di Imperia ha insistito sull’importanza di affrontare «la modifica dell’architettura istituzionale». «Il problema è come dividere le competenze in maniera più chiara – ha detto -. Non basta la donazione da parte delle Regioni di deleghe di competenze come giustamente si può fare nell’attesa della riforma. C’è necessità di fare una grande riforma, che faccia chiarezza sulle competenze, che è necessario fare e riporti al valore costituzionale che oggi è assolutamente fuorviato, non corrisponde più a quella che era la volontà del costituente e ancora di più di quando le regioni nel 1980 hanno preso vita. E allora facciamoci più attivamente presenti in questa stagione elettorale che si apre con un altro argomento: competenze, territorialità. Non sta più in piedi che l’Italia debba avere 20 regioni. Non sta in piedi, perché per riportare le regioni alle loro competenze costituzionali è necessario anche dar loro un territorio più vasto: la Francia lo ha fatto, è passata da 20 a 12 regioni, non ha pensato minimamente di eliminare i dipartimenti, ma ha organizzato un sistema funzionante».

«E’ necessario presentare una proposta ai partiti, da parte di Province e Comuni, in questa campagna elettorale su chi è d’accordo per una riforma complessiva dell’architettura istituzionale delle autonomie locali», ha concluso.