Agguato a colpi di fucile a Sanremo, i dettagli dei cinque arresti compiuti dai carabinieri

18 luglio 2022 | 18:18
Share0
Agguato a colpi di fucile a Sanremo, i dettagli dei cinque arresti compiuti dai carabinieri

Movente legato a debiti di droga

Sanremo. Una collana, pegno di un debito di droga, non restituita. Sarebbe questo, secondo gli inquirenti, il movente dell’agguato a colpi di fucile messo a segno da un commando di cinque uomini, tutti abitanti a Ceriana, poco prima della mezzanotte del 18 giugno scorso, in strada degli Olandesi a Sanremo. Due i feriti: M.V e O.S., che raggiunti dai pallini esplosi da un fucile calibro 12, hanno riportato prognosi rispettivamente di 60 e 20 giorni.

Al termine delle indagini dei carabinieri, che per risalire ai responsabili hanno effettuato sopralluoghi, visionato filmati delle telecamere e intercettato le telefonate tra i sospettati, sono stati arrestati Angelo Bonfiglio, 56 anni e il nipote Riccardo Berrica, 19 anni, di Ceriana, e tre albanesi: Ferrnando (detto Romeo) Shemuni, 35 anni; Klodian Kola, 32 anni e un terzo albanese, tutti e tre abitanti a Ceriana, dove condividono lo stesso appartamento. Sono tutti accusati, in concorso, di lesioni gravi aggravate dall’uso del fucile e dalla premeditazione.

Fondamentali, per le indagini, le telecamere presenti sia a Ceriana che a Sanremo, ma anche la professionalità dei militari intervenuti, che hanno riconosciuto le persone coinvolte. Gli investigatori hanno così accertato che i cinque si erano fermati a bordo strada su un furgoncino Fiat Doblò, condotto da Bonfiglio (difeso dall’avvocato Luca Ritzu). E lì, secondo quanto ricostruito, hanno atteso l’arrivo del Yamaha TMax su cui viaggiavano, in direzione opposta al furgone, le due vittime. Non appena lo scooter ha superato il furgone, il commando ha fatto fuoco, esplodendo i due colpi di fucile calibro 12. M.V. ha la peggio, e riporta una ferita all’arto superiore sinistro, alla regione scapolare e al gluteo destro, mentre O.S., un trauma da corpi estranei al lato superiore sinistro del corpo.

L’iniziale arresto per tentato omicidio in concorso è stato riqualificato in lesioni gravi dal giudice per le indagini preliminari Anna Bonsignorio. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip, si apprende che O.S. avrebbe dovuto restituire la collana a Berrica. «L’arresto è stato effettuato tenuto conto della gravità dell’azione delittuosa, dalle modalità particolarmente allarmanti, avendo gli indagati programmato e realizzato con disinvoltura una vera e propria spedizione punitiva a scopo intimidatorio – è scritto nella motivazione dell’ordinanza di misura cautelare – agendo in più persone, mediante utilizzo di arma da fuoco anche illecitamente detenuta e per ragioni verosimilmente riconducibili a traffici di stupefacenti in cui sarebbe coinvolto anche O.S.».

Tra le prove schiaccianti a carico degli indagati, c’è anche l’intercettazione di una telefonata avvenuta il 5 luglio scorso (ore 23.16) tra Bonfiglio e Berrica. Il primo, pur non facendone il nome, racconta di essere stato fermato da O.S. (in compagnia del padre) che  riferiva al genitore che quello in cui si trovava Bonfiglio era il furgone dal quale erano partiti i colpi. Ed è in questo frangente, che secondo gli investigatori emergerebbe la preoccupazione di Berrica, di essere individuati quali autori dell’agguato. «Ah così ti ha detto? Santa madosca». Sempre in questa conversazione si parla della collana, che per gli inquirenti è il movente del fatto. «Tenuto conto di precedenti e pendenze per droga a carico della parte offesa O.S..(benché molto giovane, è già stato arrestato in flagranza lo scorso primo febbraio per detenzione ai fini di spaccio di cocaina)», i carabinieri ritengono che la collana possa rappresentare un debito per droga contratto da Berrica.

Domani mattina si terranno i primi interrogatori di garanzia davanti al gip: a comparire saranno Bonfiglio e Kola.