Tangenti per gli appalti, Dellerba e Speranza non rispondono al gip di Imperia
Sarebbero due gli episodi contestati dagli inquirenti
Imperia. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, il sindaco di Aurigo e consigliere provinciale Luigino Dellerba e l’imprenditore Vincenzo Speranza: entrambi arrestati lunedì dai carabinieri con l’accusa di corruzione per una presunta mazzetta da 2.000 euro consegnata dall’imprenditore al sindaco per avere in cambio agevolazioni sull’affidamento di lavori pubblici. I due sono comparsi stamani davanti al gip del tribunale di Imperia Anna Bonsignorio, per l’udienza di convalida dell’arresto.
«Ciò che ho detto al giudice può essere errato o infondato, perché non avevo gli atti davanti – ha spiegato Carlo Fossati, legale di Dellerba -. Questo l’ho fatto presente al giudice e me ne sono scusato». Il suo cliente è apparso provato? «Qualsiasi persona è provata – aggiunge il legale – Specie un incensurato, di 65 anni, che viene preso e messo in galera e che, fino al giorno prima, era una persona benvoluta da tutti». Su come Dellerba avrebbe giustificato la busta contenente i soldi, con i quali i carabinieri lo hanno trovato, arrestandolo in flagranza di reato, Fossati ha specificato che il suo assistito «non ha detto niente e quello che avrebbe detto al momento dell’arresto non conta niente. Si è avvalso, perché non ha potuto avere il capo di imputazione e non sapeva nemmeno la ragione o il fatto per cui è stato portato in carcere».
Le contestazioni mosse dagli inquirenti nei confronti degli arrestati sarebbero due: la prima è relativa ad un appalto di Aurigo, la seconda si riferirebbe a un appalto per la realizzazione di un parcheggio in corso Roosevelt, «relativo a un terreno che tra l’altro la provincia non ha nemmeno ancora comprato – precisa Fossati -. Avrebbe quindi promesso a Speranza l’affidamento del lavori di realizzazione del parcheggio in corso Roosevelt. Faccio notare, per quello che risulta a me, magari risulterà diversamente agli atti che io non conosco, che fino a quindici giorni fa il proprietario non aveva ancora ceduto questo terreno né alla Provincia né ad altri soggetti con i quali verosimilmente il proprietario ha dei contatti». «Perché si tratti di soldi per comprare una corruzione – aggiunge l’avvocato – Bisogna che siano intimamente collegati con la condotta che viene contestata. Se mi si contesta, infatti, di aver promesso l’appalto di quei terreni, bisogna che i duemila euro che mi vengono contestati mi siano stati dati proprio per la realizzazione di questo parcheggio in corso Roosevelt. Faccio rilevare che, per quanto risulta a me, questo terreno la Provincia non ce l’ha ancora né in proprietà né nella disponibilità. È un terreno che, forse, comprerà la Provincia, perché forse ha una trattativa in corso, come penso altri soggetti. Anche in relazione alla condotta che si dice avrebbe tenuto relativamente l’appalto di Aurigo, dagli elementi che ho potuto vedere, l’ipotesi che abbia fatto quello che si dice non risulta. Relativamente al primo appalto (Aurigo, ndr) vengono contestate condotte che il mio cliente dice di non aver posto in essere».
Gli avvocati Roberto Trevia e Alessandro Moroni
«Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere, principalmente perché non siamo riusciti a vedere gli atti e i documenti di causa, perché i fascicoli, purtroppo per il rito e per la procedura, li abbiamo potuti esaminare questa mattina». Lo hanno dichiarato al termine dell’udienza di convalida gli avvocati Roberto Trevia e Alessandro Moroni, legali dell’imprenditore Vincenzo Speranza.
«Siccome si tratta di una vicenda complicata – hanno aggiunto i due avvocati – Sarà necessario esaminare gli atti con attenzione assieme al nostro assistito, dopodiché chiederemo l’interrogatorio e chiariremo la nostra posizione». «Abbiamo chiesto al giudice di applicare la sanzione meno afflittiva: gli arresti domiciliari o la libertà, e il giudice si è riservato», concludono.