Sanremo, disagio alle case popolari di Borgo Tinasso: scrive un’inquilina

Sanremo. Una lettrice, inquilina delle case popolari di Borgo Tinasso a Sanremo, desidera segnalare pubblicamente il disagio che si è creato negli ultimi anni nella zona della palazzina.

«Nonostante le ripetute lamentele fatte telefonicamente nei confronti dell’A.R.T.E. di Imperia, che dovrebbe gestire la manutenzione degli immobili e delle pertinenze, nessun peso è stato dato a queste segnalazioni. Stiamo parlando innanzitutto di pulizia e sicurezza. Nella zona esterna, soprattutto la parte a monte, dove l’erba alta ed incolta è ormai un ricettacolo ed un rifugio per animali, dai gatti randagi (e va bene) ai topi (di diverse misure, dai più piccoli ai ratti che i gatti non cacciano più!), ci sono autovetture abbandonate da anni e una situazione di trascuratezza non imputabile ai condomini (se non qualche caso particolare) ma all’abbandono da parte di chi dovrebbe provvedere (per incarico dato dalle istituzioni). Basterebbe un operaio con un decespugliatore e due ore di lavoro (chiaramente non una tantum, basterebbero due volte, durante la primavera e l’estate, quando l’erba è più rigogliosa) ma a quanto pare è una richiesta improponibile, c’è una burocrazia e un rimpallo di competenze su chi deve svolgere queste operazioni che neanche le domande ai Ministeri sono così contorte» – segnala Graziella Gerebizza.

«Tutta la zona davanti all’entrata del palazzo è completamente dissestata, le radici degli alberi hanno creato buchi, sollevamenti di asfalto, dissesto dei tombini e dei pozzetti. Questo è frutto del menefreghismo di chi avrebbe dovuto provvedere negli anni a piccoli interventi di manutenzione e che ha portato negli anni alla situazione attuale sempre per rimpalli di competenze, mancanza fondi. Questa lamentela nasce dal fatto che una persona con delle difficoltà deambulatorie, nello specifico mia sorella che vive con me, non abbia la possibilità di uscire di casa con un normalissimo girello per deambulazione per fare una passeggiatina intorno all’edificio.
Non è che sia pericoloso è impossibile senza rischiare di farsi male! A quanto pare, come spesso succede, bisogna aspettare che qualcuno si faccia male seriamente per smuovere le “coscienze” (che non si smuovono, tanto sono assicurati, ci sono gli avvocati, cause di risarcimento, anni in tribunali e tanti “chissenefrega” (tanto non è un problema loro). Le immagini allegate cercano di raccontare la situazione, ma non possono far percepire il dissesto reale. Spero che, come spesso accade quando viene fatta una lamentela aperta ai giornali, qualcosa possa smuoversi» – scrive Graziella Gerebizza.