Manifesti antiabortisti, Imperia al Centro: «Non si può che rimanere attoniti»

Strappati nella notte tra il 30 e il 31 maggio. «Ci censurano», dichiara Carlo Cigolini, referente territoriale di Pro Vita & Famiglia Liguria
Imperia. Le dichiarazioni di Imperia al Centro in merito ai manifesti antiabortisti apparsi in città:
«Non si può che rimanere attoniti vedendo scorrere davanti agli occhi i manifesti antiabortisti. Manifesti che recitano una provocazione ambigua “Potere alle donne? Facciamole nascere”, provocazione figlia di una concezione retrograda della maternità.
Manifesti che difendono tutto tranne che la vita di chi già è al mondo e lotta per portare a termine una gravidanza, tra imprenditrici che dichiarano di preferire le donne che hanno già fatto il ‘giro di boa’ e uno stato che concede 10 giorni per il congedo di paternità, dimostrando così a chi spetti davvero la cura dei figli.
Manifesti inaccettabili in un paese in cui quasi la metà delle strutture sanitarie che dovrebbero garantire l’interruzione volontaria di gravidanza ha più dell’80% di personale obiettore di coscienza. (Fonte Ass. Luca Coscioni) Come associazione Imperia al Centro chiediamo, pertanto, che non sia più permessa l’affissione di locandine di questo tenore su spazi pubblici, comunali, e che vengano immediatamente rimosse dalle strade della nostra città.
A questi moralisti “denoartri” che manipolano il tema della parità di genere per affermare, un rigo dopo, che una donna non ha nemmeno il diritto di scegliere, giunga, invece, tutto il nostro disdegno».
A intervenire sulla questione, dopo la vandalizzazione dei manifesti avvenuta tra il 30 e il 31 maggio, è anche Carlo Cigolini, referente territoriale di Pro Vita & Famiglia Liguria, onlus autrice dell’iniziativa:
«La furia anti democratica e pro abortista si è abbattuta sulle nostre affissioni per la campagna in favore del diritto alla vita che riportano l’immagine di una bambina nel grembo materno con la scritta: “Potere alle donne? Facciamole nascere”.
I manifesti sono stati strappati da ignoti, mentre l’associazione femminista Non Una Di Meno ha etichettato in modo fazioso la nostra iniziativa come medioevale e lesiva del diritto di autodeterminazione delle donne. Nulla di più falso! Cosa c’è di offensivo nel chiedere che al mondo nascano più donne? Perché le femministe protestano? Che potere e quali diritti potremo mai dare alle donne se, prima, non le facciamo nascere? L’uguaglianza di genere inizia nell’utero. Noi siamo dalla parte delle donne al 100%, comprese quelle che devono ancora nascere».