Giudiziaria

Imperia, non paga il mantenimento del figlio in Italia ma in Romania sì: il giudice condanna il padre al minimo della pena

L'uomo era difeso dall'avvocato Maria Gioffrè

fascicoli tribunale

Imperia. Le obbligazioni alimentari non possono essere pagate, per lo stesso motivo, in due paesi dell’Unione Europa. Questo il motivo per cui un 30enne romeno è stato condannato oggi al minimo della pena (3 mesi) anziché a un anno e mezzo come richiesto dal pm al giudice del tribunale di Imperia. A denunciare l’uomo, per il mancato versamento degli oneri di mantenimento, era stata l’ex moglie e madre del bambino.

I fatti. Una coppia di giovani romeni si sposa in Romania per poi trasferirsi in Italia, dove, dopo un breve periodo, il matrimonio finisce. Una volta tornati in Romani i due divorziano e il giudice romeno stabilisce una somma per il mantenimento del bambino, che lui paga regolarmente dal 2012 al 2017. Poi, a causa del covid e della crisi economica che ne è seguita, il padre salta qualche rata. Al rientro in Italia, la donna denuncia l’ex, che a processo è stato difeso dall’avvocato Maria Gioffrè.
La donna ottiene dal giudice italiano l’affido esclusivo e il mantenimento (il secondo) del figlio. In forza di quella decisione denuncia il marito per la mancata corresponsione dei mezzi di sussistenza, senza tuttavia specificare che già prendeva un assegno di mantenimento in Romania.

Per questo oggi il giudice monocratico Eleonora Billeri ha condannato il 30enne a 3 mesi di reclusione e al pagamento di 300 euro di multa, mentre il pm aveva chiesto un anno e mezzo e la donna chiedeva anche 18mila euro circa di arretrati, che non ha ottenuto. Il giudice ha accolto infatti la testi della difesa, secondo la quale applicando il principio sancito dai regolamenti e dalle convenzioni internazionali, non si possono pagare due obbligazioni alimentari in altrettanti Paesi dell’UE.

Alla lettura della sentenza, l’avvocato Gioffrè ha dichiarato: «Sono contenta che sia passata la linea della difesa e che gli sia stato comminato il minimo della condanna, perché si tratta di un bravo ragazzo».

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