Giornata mondiale del rifugiato, associazioni si mobilitano a Ventimiglia: manifestazioni in frontiera

26 giugno 2022 | 18:17
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Ricordati gli stranieri morti nel tentativo di raggiungere la Francia

Ventimiglia. Oggi, 26 giugno, come ogni anno, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, una manifestazione italo-francese ha riunito i gruppi di Amnesty International delle Alpi-Marittime e della Liguria in territorio italiano a Ventimiglia, nella grande aiuola sul confine italo-francese di Ponte San Ludovico.

Gli interventi di Amnesty International e delle altre associazioni hanno messo in luce la situazione dei migranti nei due Paesi, in particolare alla frontiera, con le evidenze delle persone morte o ferite nel tentativo di passarla. Per esigere il rispetto dei diritti alle frontiere, dal giugno 2017 esiste un coordinamento di cinque ONG: la CAFI (Coordination d’actions inter-acteurs aux frontierès intérieurs) che riunisce: Amnesty International, la Cimade, Médecins du Monde, Médecins sans Frontières, Secours Catholique/Caritas. Queste le prese di posizioni di alcune delle associazioni presenti.

Claudio Bosio, ANOLF Liguria – Associazione Nazionale Oltre le Frontiere: «Dal 1989 abbiamo deciso di interessarci dei problemi dell’immigrazione che oramai da millenni tocca tutte le comunità. Siamo presenti come Anolf e Cisl per dare il nostro contributo e la nostra presenza, per essere solidali. Le migrazioni non si possono fermare ed oltre a parlare di accoglienza e solidarietà bisogna parlare anche di integrazioni di uomini e di donne. Siamo al confine con la Francia che da molto tempo ha sospeso l’accordo di Shengen e dove molti immigrati che fuggono dalla guerra e dalle discriminazioni, in questo territorio pensano di trovare un nuovo percorso di vita invece l’hanno drammaticamente persa. Il problema della frontiera è complicato perché tutti gli immigrati che arrivano a Ventimiglia cercano di passare dal passo della morte o da Fanghetto e spesso finiscono in mani di trafficanti, pagano con gli ultimi solidi che hanno per avere una nuova vita. I fatti dei giorni scorsi, sulla ferrovia e sulla autostrada evidenziano un problema di 100 milioni di persone che in questi mesi sono in movimento, aggravato dalla guerra in Ucraina».

Andrea Pasqualetti, Amnesty International Liguria: «Siamo qui per chiedere al governo italiano di fermare il rinnovo automatico del memorandum che abbiamo stabilito con il Governo libico del 2017 e che verrà rinnovato per altri tre anni a meno che il governo non faccia qualcosa e chiediamo che non venga rinnovato perché la Libia non è un Paese sicuro dove poter rispedire i migranti che cercano di fare la traversata verso il Mediterraneo. Con questo memorandum abbiamo dato dei soldi e l’autorità alla guardia libica per sorvegliare il Mediterraneo e riportare tuti quei barconi verso la Libia. Ma questo significa riportare i migranti dove non c’è un governo stabile, le persone prese dalla guardia costiera vengono prese dagli stessi trafficanti di esseri umani che sono nella costa e che si spacciano per ufficiali. Li portano in centri di detenzioni dove finiranno per essere trattati in maniera disumana con torture di ogni tipo. Queto in un Paese dove i trafficanti cono collusi con le forze jihadiste quindi stiamo dando dei soldi a questi trafficanti. Il memorandum deve essere concluso e bisogna ripensare alla gestione dei flussi migratori in modo da rispettate le convezioni internazionali. Come Amnesty Italia siamo qui per ricordare che ci vuole una cooperazione fra Paesi europei e dobbiamo rivedere le nostre leggi per poter trovare una soluzione».

Roya Citoyenne et Relier Menton: «Siamo venuti per dare un segnale forte sulle persone che sono in viaggio, che non riescono a passare la frontiera e dove i diritti non sono rispettati. La gente cerca di passare dal passo della morte, ci sono numeroso morti ma anche sui treni e sulle autostrade. Non vediamo segnali di cambiamento».

Maurizio Marmo, Caritas Intemelia: «La situazione a Ventimiglia è quella delle ultime settimane. Presso i nostri servizi la mattina passano mediamente dalle 80 alle 100 persone e vi sono anche famiglie di donne sole e donne con bambini. I due alloggi che la diocesi ci ha messo a disposizione spesso sono pieni e non riusciamo ad accogliere tutti. Qualche giorno raramente abbiamo diminuzioni dei passaggi ma è sempre molto variabile. I bambini sono spesso molto piccoli, da chi ha pochi giorni fino a ragazzi di 16 anni con i genitori. Sono passati anche ragazzini con problemi di disabilità di diverso tipo, costretti a viaggi complicati. Le provenienze sono dall’Afghanistan all’Iraq ad alcuni Paesi africani come Sudan, Eritrea, Costa d’Avorio. Per il ragazzo ferito e ricoverato a Pietra Ligure, avevamo preso contatti, ora sta meglio, ma sono conseguenze delle chiusure della frontiera, si affidano ai passeur rischiando la vita e in questi ultimi mesi abbiamo avuto più vittime che non nei periodi precedenti».

Hanno preso parte alla manifestazione oltre 50 associazioni: A.I.FO. Imperia; ANOLF Imperia; ANOLF Liguria; ANPI Imperia; ARCI APS Imperia, ASSEFA OdV; Associazione Città fraterna onlus Genova; Associazione culturale intemelia XXV Aprile; Associazione culturale ApertaMente Imperia; Associazione Popoli in Arte OdV; ATTAC Imperia; CARITAS INTEMELIA OdV; CASA AFRICA OdV; CLUB per l’UNESCO Sanremo; C.G.I.L. Imperia; CISL Imperia; Federazione Operaia Sanremese; GENOVA CON L’ AFRICA Onlus; MAPPAMONDO OdV; Médecins du monde; NON UNA DI MENO Ponente Ligure; P.E.N.E.L.O.P.E. ODV Donne del Ponente per le Pari Opportunità; PIGNA MON AMOUR Sanremo; Relier Menton; RSS Rete Sanremo Solidale; Roya Citoyenne, SCUOLA di PACE APS Ventimiglia; Sezioni Soci Coop Liguria di Sanremo e Ventimiglia; SINISTRA ITALIANA PROVINCIALE; SPES APS Ventimiglia.