Christian Quesada (Pd) spara a zero su Scullino e gestione migranti: «I barbatrucchi sono finiti»
Dalla situazione nella città di confine alle prossime elezioni amministrative comunali, passando per Rivieracqua e Riviera Trasporti: il punto con i Dem
Sanremo. «Dopo tre anni di mandato, Scullino ci deve dire che cosa vuole fare rispetto al fenomeno dell’immigrazione. Quello che c’era prima non gli è piaciuto, molto bene. Allora ci dica cosa vuole fare, perché in questi anni il fenomeno non è stato gestito. E’ stato chiuso il campo per questioni politiche e ora ci dica che cosa vuole fare. Nel momento in cui trova la soluzione, noi saremo sicuramente pronti ad applaudirlo, però continua a non farlo. Quindi non si faccia più governare dai partiti che hanno la maggioranza nella sua maggioranza e dica cosa vuole fare». Non usa mezze parole il segretario provinciale del Partito Democratico Christian Quesada, che in una intervista a tutto tondo ha parlato a lungo dell’amministrazione guidata dal sindaco Gaetano Scullino a Ventimiglia, città dove, sottolinea Quesada: «Come è noto siamo orgogliosamente all’opposizione».
«Ci siamo presentati in contrapposizione a Scullino anche perché sapevamo quale sarebbe stata la forza trainante di quella coalizione, ossia la Lega, che ha dimostrato negli anni di non essere all’altezza di amministrare quella città – ha detto Quesada -. Se pensiamo al fatto che negli anni in cui Enrico Ioculano ha amministrato Ventimiglia gli arrivi dei migranti erano molto superiori a quelli di oggi, vediamo che però oggi Ventimiglia è una città assolutamente ingovernabile, perché da anni la politica continua a non capire che aprire un centro (di accoglienza migranti, ndr) in quella città consentirebbe di dare una gestione sicuramente più accurata del fenomeno, oltre al fatto che sarebbe una questione di umanità».
Nonostante un vertice in Prefettura alla presenza del capo dipartimento delle libertà civili e immigrazione, prefetto Francesca Ferrandini, e nonostante un sopralluogo del prefetto di Imperia Armando Nanei al Parco Roja, la paventata ipotesi di realizzare un centro provvisorio di accoglienza è tramontata mercoledì sera in consiglio comunale, quando la maggioranza, coesa, ha votato contro la mozione urgente presentata dalle minoranze che chiedevano al sindaco di attivarsi affinché un centro venisse aperto a stretto giro. Tra i motivi che hanno portato la maggioranza a mettere un veto sul Parco Roja, c’è anche il fatto che questo sia inserito in “zona rossa” nel piano di bacino. «Quell’area è in zona esondabile per un fatto politico, non tecnico – replica Quesada – La verità è che la scelta di quel luogo sostanzialmente avrebbe spaccato la maggioranza Scullino in due. Non è assolutamente vero il fatto che sia in zona esondabile». «Scullino deve decidere se su questa vicenda vuole continuare a fare politica per tenere insieme la sua maggioranza, oppure potrebbe dire alla sua maggioranza le stesse cose che dice al prefetto – aggiunge il segretario provinciale dei Dem -. Perché quando fa le riunioni istituzionali dice che serve il centro, quando fa le riunioni politiche di maggioranza dice che il centro va fatto ma secondo quelle che sono le indicazioni dei partiti. Allora, è arrivato il momento di fare le persone serie: questo balletto ormai è insopportabile ma non tanto per una questione politica, ma perché a soffrire oltre ai migranti è la città stessa».
Quesada si scaglia soprattutto contro la Lega che, dice, «aveva un programma chiaro che si è già rimangiata decine di volte in questo mandato, e lo stesso Scullino, ad esempio, prima la Coop sì, poi no, poi sì, e potremmo andare avanti così su tutto. E’ arrivato il momento di cominciare a gestire il fenomeno migratorio: se vogliono cominciare ad amministrare questa città, comincino a farlo finalmente, se invece non lo vogliono fare, non hanno da far altro che dare le dimissioni e c’è sicuramente un gruppo pronto ad amministrare in modo serio».
«Fino a quando c’era Ioculano la colpa del fenomeno migratorio a Ventimiglia era del sindaco – aggiunge – Ora è del governo che fa arrivare i migranti. Hanno lo stesso modo di fare di Barbapapà: riescono a prendere le sembianze sulla base di chi li comanda. Però la verità è che dopo tre anni di amministrazione il Barbatrucco non funziona più. La Lega non è più forte perché ha fatto una campagna dicendo che avrebbe governato e gestito il fenomeno e poi non lo ha fatto. Quindi nella campagna elettorale hanno preso in giro i cittadini, adesso non è più possibile, perché la responsabilità ce l’hanno loro. Non vedo come possano dire di essere stati all’altezza della situazione».
Nella video intervista con il segretario provinciale del Partito Democratico, c’è spazio anche per le comunali. Partendo da Taggia, dove i cittadini, il 12 giugno, saranno chiamati a votare per eleggere il loro sindaco. Su Taggia il Pd si presenta con Gabriele Cascino. «Su Taggia abbiamo cercato di mettere insieme quella che è a tutti gli effetti una lista civica, ovviamente di chiara ispirazione di centrosinistra – dichiara Quesada -. Cascino è un candidato sindaco di grande esperienza, che ha ricoperto il ruolo di assessore regionale allo Sport dal 2010 al 2012, e poi all’Urbanistica alla conclusione del mandato della seconda giunta Burlando. Noi a Taggia abbiamo cercato di andare a selezionare quelle professionalità che potessero dare un’alternativa a quella che è stata l’amministrazione Conio negli ultimi cinque anni, anche perché al di là delle promesse e della narrazione di quello che è stato fatto, in realtà in città molte cose mancano a partire dal piano regolatore che è quello strumento importantissimo che disegna quello che vuol essere il futuro della città».
E’ di questi giorni la presentazione ufficiale della segreteria provinciale, con tutti i nominativi al completo tra cui spicca il ritorno di Pietro Mannoni. «Siamo arrivati alla definizione di una segreteria provinciale che voleva una rappresentanza forte e territoriale di persone che fossero realmente rappresentative del luogo da cui provengono – afferma Quesada – Ci sono molti che hanno anche competenze specifiche, mi viene in mente Beppe Trucchi che sta conducendo una battaglia sulla sanità importante, su un tema su cui ormai è noto a tutti l’amministrazione Toti sta facendo acqua da tutte le parti».
«Il ritorno di Pietro Mannoni è importante anche per lo sviluppo capillare che vogliamo dare al partito su tutto il territorio – aggiunge -. Mannoni è una di quelle persone che sicuramente possono dare una mano a questo progetto. Ho un rapporto speciale con lui e il fatto che volesse dare ancora un contributo al partito democratico mi ha fatto particolarmente piacere, anche perché ha le competenze specifiche per poterlo fare».
Le sfide continueranno nel 2023 con le elezioni amministrative a Imperia, Bordighera e Vallecrosia. E l’anno successivo con Ventimiglia e Sanremo di nuovo al voto. «Partendo dal capoluogo – dice Christian Quesada – E’ chiaro che noi stiamo cercando di mettere insieme una coalizione che sia il più ampia possibile in alternativa a Claudio Scajola. Secondo me, ci sarà un vero e proprio laboratorio politico. Nel 2018 il centrodestra “ufficiale”, quello che viene chiamato il “modello Toti” si è presentato facendo fare una campagna ai suoi candidati, dichiarando che Claudio Scajola non era il sindaco adatto per quella città. Nel 2021, lo stesso “modello Toti”, in maniera completamente incoerente rispetto a quello che aveva detto pochi anni prima, ha sostenuto Claudio Scajola a presidente della provincia. C’è stata una inversione di tendenza. Nelle interlocuzioni che ognuno di noi ha si percepisce il fatto che molti non vogliano andare dietro a questa scelta e quindi l’alternativa a Claudio Scajola sarà molto più ampia di quella che uno si aspetta. Consideriamo la partita ampiamente aperta, ci stiamo organizzando per essere accoglienti nei confronti di coloro che vogliono rappresentare una alternativa. Ovviamente stiamo facendo la stessa cosa a Bordighera, dove sono convinto che riusciremo a mettere insieme una lista molto più ampia di quella rappresenta il Pd, in una lista sicuramente civica, dove saremo alternativi all’amministrazione uscente. Poi ci sarà Vallecrosia, dove sono consigliere comunale ed è la città che porto nel cuore».
«Per quanto riguarda Sanremo – aggiunge – Noi siamo notoriamente in amministrazione Biancheri che, nonostante le difficoltà, sta cercando di concludere il suo mandato al meglio. Anche lì si sta aprendo un ragionamento. Sicuramente l’esperienza Biancheri è un’esperienza che noi vogliamo in qualche maniera difendere pur cercando di costruire il futuro, visto che volge al termine. Stiamo cercando di costruire un nuovo sistema di alleanze che ci consenta di continuare ad amministrare la città di Sanremo visti i lavori importanti che abbiamo fatto in questi anni».
Altri temi caldi: Rivieracqua e Riviera Trasporti. «Sul tema Rivieracqua, che quando è stata costituita è stata messa su un obbrobrio giuridico, quindi difficile da gestire, noi eravamo per una soluzione diversa da quella che ha trovato il commissario Checcucci – dichiara Christian Quesada – Perché è del tutto evidente che far entrare il privato, in barba a quello che era il risultato del referendum, era sicuramente la soluzione più semplice. C’era la possibilità di continuare (con una gestione completamente pubblica del servizio idrico integrato, ndr) se i Comuni, come il sindaco di Sanremo, Biancheri, aveva proposto, avessero fatto scelte diverse. Si poteva aprire un mutuo e fare degli investimenti: capisco che far entrare il privato era la soluzione più semplice, e ormai siamo alle battute finali di questa vicenda tra l’altro con Comuni, come Bordighera, che ancora oggi in maniera vergognosa decidono di continuare a portare avanti una battaglia che non sta in piedi. Ma credo che sarà probabilmente il Tar o qualche soggetto del genere a dire cosa dovranno fare prossimamente».
Su Riviera Trasporti: «Sono convinto che si salverà perché il piano concordatario mi sembra che possa stare tranquillamente in piedi – afferma il segretario dei Dem -. E’ chiaro che prima di vedere i primi risultati bisognerà concludere il piano nella speranza che la Provincia, di qui in poi, cerchi di fare quello che deve, partendo dall’implementazione del parco mezzi».