Uccise moglie e cane, la Corte d’Assise di Imperia condanna a 16 anni e 4 mesi Fulvio Sartori
Il delitto il 19 aprile del 2021 a Rocchetta Nervina
Imperia. La Corte d’Assise del Tribunale di Imperia, presieduta dal giudice Laura Russo, ha pronunciato oggi, dopo 3 ore di camera di consiglio, una sentenza di 16 anni e 4 mesi nei confronti di Fulvio Sartori, 81 anni: l’uomo che all’alba del 19 aprile del 2021 uccise la moglie Tina Boero, 80 anni, e la cagnolina Luna nell’appartamento in cui vivevano in via Umberto I, nel cuore di Rocchetta Nervina.
Per Sartori, arrestato subito dopo il delitto e attualmente in carcere, il pubblico ministero Antonella Politi, al termine della sua requisitoria aveva chiesto una condanna a 20 anni di reclusione: nel calcolare la pena, il magistrato ha tenuto conto del vizio parziale di mente riscontrato all’impuntato, finito a processo per omicidio volontario aggravato da crudeltà, futili motivi, contro il coniuge, minorata difesa ed età avanzata della vittima. Partendo, dunque, da una pena base a 24 anni di reclusione, il pm è scesa a 19 anni con la concessione della diminuzione, aumentata di un anno per l’omicidio del cane (reato contestato in continuazione).
«Riconoscimento della semi infermità ed esclusioni delle aggravanti per Sartori, che non è un mostro ma una persona purtroppo malata. Il signor Sartori ha commesso sì il delitto ma non è il mostro o il diavolo che tutti dipingono» commenta il legale della difesa, l’avvocato Roberta Rosso.
L’avvocato Rosso aveva invece chiesto l’assoluzione per l’uccisione del cane «perché noi riteniamo, contrariamente a quanto sostenuto in capo di imputazione, che il gesto non fu compiuto senza un motivo e con crudeltà. Non vi fu una crudeltà particolare perché, certamente è stata cagionata la morte, ma senza una crudeltà ulteriore rispetto a quello che è l’atto lesivo in sé e comunque vi fu una necessità, che fu proprio quella di evitare anche al cane ulteriori sofferenze come quella della perdita dei padroni». Per l’accusa principale, quella dell’uxoricidio, l’avvocato aveva chiesto il riconoscimento della diminuente per il vizio di mente riconosciuto in perizia e contestato tutte le cinque aggravanti.
Al processo si sono costitute parte civile l’associazione nazionale protezione animali Enpa (rappresentata dall’avvocato Claudia Ricci del foro di Roma) e l’associazione nazionale protezione animali, natura ed ambiente Enpana (avvocato Adriano Colombo).