Sanremo, primo maggio: l’intervento di Antonietta Pistocco di Cisl Imperia

2 maggio 2022 | 15:29
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Sanremo, primo maggio: l’intervento di Antonietta Pistocco di Cisl Imperia

In occasione di “Al lavoro per la Pace”

Sanremo. «Care amiche e cari amici, compagne e compagni, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati,
come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto siamo davvero emozionati e contenti di essere di nuovo in piazza con voi per la Festa dei Lavoratori, per poter affermare ancora una volta che il lavoro è un diritto fondamentale di ogni essere umano e come tale va tutelato, salvaguardato, esteso. Non dimentichiamoci quali sofferenze hanno portato alla creazione di questa giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori. Niente si è
ottenuto senza lotte e senza sacrifici». Così inizia l’intervento del responsabile di Cisl Imperia Antonietta Pistocco che ha introdotto il comizio “Al lavoro per la Pace” in occasione del 1° maggio, festa dei lavoratori.

«Voglio ricordare che il 1° maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti perché gli operai non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni e spesso morivano sui posti di lavoro. Si chiedeva di ridurre la giornata lavorativa a 8 ore, l’ondata di proteste durò 3 giorni e venne repressa nel sangue a Haymarket. Da questi fatti la Seconda Internazionale riunita a Parigi nel 1889 propose una giornata dedicata al Lavoro da attuare il 1° maggio di ogni anno. Per questo siamo qui oggi, perché altri prima di noi hanno lottato per migliorare le condizioni di vita e di lavoro. Non dimentichiamo che durante il fascismo la festa fu abolita e poi fu ripristinata nell’Italia Repubblicana diventando festa nazionale nel 1947» – sottolinea Pistocco.

«Il contesto internazionale attuale è estremamente pericoloso e preoccupante. Da ormai due mesi assistiamo con orrore agli atti di barbarie inumani perpetrati contro la popolazione ucraina da parte della Russia di Putin. Papa Francesco incessantemente richiama l’attenzione del mondo su questa “guerra ripugnante” affermando “Chi fa la guerra dimentica l’umanità” “ogni guerra nasce da un’ingiustizia” “con la guerra non c’è vittoria, si perde tutto”. Ascoltandolo ho ripensato a mio nonno…a quando eravamo bambini e gli facevamo domande sulla guerra, ci guardava con occhi pieni di dolore e ci diceva “La guerra è una cosa brutta” e poi si trincerava nel silenzio, lui che di solito era allegro e ciarliero. Cgil, Cisl e Uil  chiedono con forza che le trattative diplomatiche proseguano senza sosta per arrivare ad un “fermate il fuoco” onorevole. Le immagini che i nostri inviati di guerra, giornalisti, reporter, fotografi ci inviano ogni giorno ci raccontano di città distrutte, di scuole e ospedali bombardati, di civili uccisi mentre cercano di mettersi in salvo, di fosse comuni, di cadaveri di uomini e donne con le mani legate e i bambini? Colpiscono al cuore i loro occhi. I bambini dovrebbero giocare, ridere, avere le coccole di mamma e papà. Non mi voglio dimenticare dei bambini morti nel ventre della loro mamma uccisa da bombe sganciate sull’ospedale, dei bambini venuti al mondo nei sotterranei della metropolitana, dei bambini costretti a continuare la chemioterapia nei rifugi, dei bambini desiderosi di rivedere la luce del sole dopo giorni trascorsi nei bunker dell’acciaieria di Mariupol, delle migliaia di bambini arrivati nel nostro Paese ed accolti nelle nostre scuole. L’Europa ha fatto fronte comune, emanando tutta una serie di sanzioni contro la Russia che hanno l’intento di indebolire la potenza economica di Putin e quindi le sue risorse da destinare agli armamenti militari e al finanziamento della guerra. L’Italia si è mobilitata con aiuti umanitari e accoglienza dei profughi» – dice parlando della guerra in Ucraina.

Cisl Imperia 1 maggio

Sulla crisi economica, sul caro bollette e sull’inflazione aggiunge: «Le sanzioni avranno ripercussioni pesanti per il popolo russo –oppresso da una dittatura che non consente alle madri di piangere sui propri figli morti in guerra – ma anche per gli Stati Europei, per il nostro Paese troppo dipendente dalle fonti fossili russe: dal gas (40% del nostro fabbisogno), dal carbone (49,8%), al petrolio (17,4%). Ci vorrà tempo per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, sono rimasti troppo a lungo inascoltati i giovani che parlavano di energie rinnovabili e di cambio di passo per l’ambiente, ora ci troviamo di fronte al fatto che non siamo preparati, che affannosamente il nostro Governo sta cercando di correre ai ripari, stringendo accordi con altri fornitori per fronteggiare l’emergenza, si susseguono rincari generalizzati per imprese e cittadini del costo dell’energia elettrica, del gas, dei carburanti. Rincari che sono iniziati prima della guerra, che mettono imprese e famiglie in ginocchio, rincari che determinano una brusca impennata dell’inflazione. Dai porti di Odessa e Mariupol non partono più mais, grano, segale, semi di soia e girasole, olio di semi di girasole (il 60% della produzione mondiale di questo alimento arriva da Russia e Ucraina) e ciò sta contribuendo ad un ulteriore rialzo dei prezzi di farine e di prodotti lavorati, che si aggiunge al rincaro già registrato lo scorso anno dovuto alla diminuzione della produzione a causa del mutamento climatico, caratterizzato da piogge scarse e da una siccità anomala. Occorre proteggere i salari e le pensioni dalla spinta inflazionistica con un nuovo patto sociale, “per generare e redistribuire la crescita, tenendo insieme sviluppo, produttività ed incremento dei redditi” per dirla con le parole di Gigi Sbarra. Chi ci governa deve avere ben chiaro che la scarsità di grano e mais può provocare nei paesi più poveri, in particolare nel continente africano, una carestia con tutte le conseguenze facilmente immaginabili con spinte migratorie che graveranno in primis sulle nostre coste e poi nel nostro territorio, urgente e non più procrastinabile l’allestimento di un centro di accoglienza, di transito (chiamiamolo come vogliamo) per migranti a Ventimiglia per dare assistenza ai bisogni primari di esseri umani e ossigeno alle attività commerciali/turistico-ricettive della città di confine penalizzata dal non fare, dal non decidere».

Cisl Imperia 1 maggio

Si sofferma anche sul tema della povertà: «I dati ISTAT usciti nel 2021 ci dicono che in Italia ci sono circa 5,6 milioni di persone in povertà assoluta di cui 1,3 milioni di bambini e ragazzi con meno di 18 anni. I due anni di pandemia hanno fatto precipitare tante famiglie in un incubo, nonostante le misure di sostegno approntate dal Governo. Chi ha perso il lavoro, chi aveva lavori precari, chi lavorava in modo discontinuo, chi (quasi sempre le donne) ha dovuto rinunciare al lavoro per prendersi cura di minori e familiari lasciati a casa da scuola e
strutture e servizi domiciliari quasi inesistenti, non ha più avuto le risorse sufficienti per sé stesso e per la propria famiglia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze analizzando i dati della Dichiarazione dei Redditi 2021 (anno 2020) certifica che gli importi reddituali medi di tutti i centri della provincia di Imperia sono al di sotto della media nazionale, segnale di una sofferenza diffusa nel Ponente».

Cisl Imperia 1 maggio

Un pensiero è rivolto alla ripresa nei vari settori: «Stiamo uscendo faticosamente da due anni di pandemia in cui la società civile ed il mondo del lavoro si sono fermati a causa dell’emergenza sanitaria. Stavamo assistendo ad una ripresa delle attività produttive anche in provincia di Imperia. Nel settore edilizia-costruzioni i dati 2020-2021 su 2019, grazie soprattutto ai Bonus 110% e 90% ci descrivevano un segmento produttivo in ripresa: numero imprese + 9,13%, numero operai + 10,68%, numero delle ore lavorate +19,90%, valore massa salari +20,93%. Ora la paura derivante dal caro prezzi su materiali essenziali come calcestruzzo, alluminio, legno, acciaio, vetro (rincarati tutti del + 30%) e sui trasporti (+25%) e dalla difficoltà di reperimento degli stessi materiali, come anche della sabbia e dei pannelli per i cappotti termici necessari per coibentare gli edifici, sta frenando le imprese, facendole desistere dall’accettare nuovi lavori. I rifornimenti di acciaio e di lana di vetro, ad esempio, con la guerra in Ucraina sono diventati quasi impossibili. Le imprese stanno lavorando su commissioni prese con i prezzi dell’energia e dei materiali al 2017 ed ora si trovano a fronteggiare un divario di prezzi molto ampio e penalizzante. Per consentire una strutturale ripresa del settore è necessaria un’estensione dei bonus negli anni a seguire il 2023 con incentivi per mettere a norma, risanare, riqualificare, efficientare dal punto di vista energetico edifici scolastici, strutture carcerarie, presidi sanitari. Pensiamo a quello che potrebbe essere fatto per migliorare la qualità dell’ambiente, della vita e dell’organizzazione del lavoro in provincia di Imperia. Le risorse del PNRR possono favorire progetti importanti in questa direzione nei nostri Comuni. Servono figure professionali qualificate: tecnici ambientali, geometri, architetti, escavatoristi, gruisti, minatori, carpentieri. Tante figure professionali, infatti, che erano presenti nella nostra provincia nel 2008 con la crisi perdurante si sono riqualificate e hanno cercato nel tempo un’altra occupazione o sono andati in pensione o si “accontentano” del reddito di cittadinanza. Il sindacato è in prima linea per la formazione di giovani da introdurre in questo settore con le nuove tecniche di lavorazione: sarà un lavoro sempre meno pesante dal punto di vista fisico grazie alle nuove attrezzature e ai macchinari moderni. Essenziale però la formazione con particolare attenzione alla sicurezza. Non si può continuare a morire sul lavoro! Servono formazione, prevenzione ma anche controlli! Sul fronte del commercio, ristorazione e turismo si cerca di
ripartire dopo la paralisi dovuta alle restrizioni anti-Covid. Il commercio ha dovuto reggere non solo alle chiusure, ma anche alla concorrenza sleale delle grandi multinazionali che praticano il commercio online e che usufruiscono della mancanza di regole fiscali atte a regolare questo tipo di mercato. Occorrono interventi normativi ad hoc perché questa è una concorrenza sproporzionata per le imprese e per chi ci lavora. L’affluenza di turisti avuta nelle vacanze pasquali fa ben sperare su una vera ripresa del settore della ristorazione, delle attività ricettivo-alberghiere che vede tanti occupati nella nostra provincia, stagionali e non solo e che ha bisogno di figure professionali preparate, camerieri, cuochi, aiuto-cuochi, sommelier, receptionist. In questo settore bisogna prestare un’attenzione particolare alle richieste di tanti imprenditori che hanno bisogno di liquidità per investire nelle loro strutture. Si devono aprire possibilità di credito agevolato, perché essi non cadano nelle mani dell’usura e della malavita organizzata. Pensiamo anche ai lavoratori dello spettacolo, dell’intrattenimento, tra tutti cito i musicisti dell’Orchestra Sinfonica e i lavoratori del Casinò di Sanremo, così penalizzati dalla pandemia. Nel comparto agro-alimentare che ha tenuto bene durante le fasi più cruciali, si registra preoccupazione per il caro energia e per la difficoltà di reperimento di materiali per gli imballaggi, essenziali per esportare i nostri prodotti di eccellenza. Il settore della pesca si trova anch’esso in un avvio di ripresa difficile per via del costo del carburante».

Riguardo alle infrastrutture afferma: «La provincia di Imperia che vanta una bellezza paesaggistica invidiabile, amata di tanti turisti che ci vengono a trovare da ogni parte d’Italia e del mondo, ha una criticità che rischia di invalidare qualsiasi spinta allo sviluppo: le infrastrutture non adeguate. Un sistema autostradale incapace di assicurare la percorrenza in tempi accettabili per qualsiasi destinazione, perché perennemente costellato di cantieri che oltre a causare rallentamenti e code costituiscono un serio pericolo, è un freno allo sviluppo. Un sistema viario che grava soprattutto sulla via Aurelia congestiona di traffico le cittadine costiere, mentre queste
dovrebbero essere vissute in modo più rilassato sia dai residenti che da chi ne fa meta privilegiata di vacanze e periodi di ferie. Interi tratti dell’Aurelia Bis che potrebbero essere la salvezza per chi si sposta per lavoro e per chi deve consegnare merci in tempo utile attendono di essere progettati, approvati, finanziati e realizzati. Per non parlare del collegamento stradale con la Francia e il Piemonte attraverso il Col di Tenda, spazzato via dalla tempesta Alex del 2020 che ha portato distruzione nella Val Roya e ha comportato l’abbassamento della falda acquifera del fiume Roya, risorsa idrica essenziale per la provincia di Imperia e per il dipartimento di Nizza. Attendiamo da anni il completamento del raddoppio ferroviario in provincia di Savona che permetterebbe non solo di avere tempi di percorrenza più rapidi, più treni e più collegamenti, ma anche di poter far viaggiare sui nostri binari treni più veloci. Certamente dobbiamo anche risolvere il problema dell’adeguamento della tensione elettrica nella stazione di Ventimiglia, crocevia di scambi internazionali: i treni per entrare in stazione devono passare dai 3000 Volt utilizzati normalmente in Italia ai 1500 frutto di un accordo post bellico».

Su transfrontalieri dice: «Siamo terra di confine, tanti nostri concittadini trovano occupazione nella vicina Francia e nel Principato di Monaco. Occorre garantire loro una mobilità efficiente, fatta di collegamenti in orari e con frequenza tale da garantire il rispetto dell’orario di lavoro. Cambierà la tipologia del lavoro, sempre più informatizzato e digitalizzato che consentirà anche l’uso più massiccio del lavoro da remoto, dello smart-working. Ci vuole preparazione e formazione professionale adeguata. Stiamo insistendo, ogni volta che ne abbiamo la possibilità, nell’affermare che è necessario il bilinguismo, che la lingua francese è essenziale nella formazione di base dei nostri giovani, già dalla più tenera età. Grande il nostro impegno sui temi inerenti il lavoro transfrontaliero all’interno del CSIR Liguria-Paca, insieme ai colleghi dei sindacati francesi. E’ necessario incentivare tutti i progetti di cooperazione transfrontalieri, Alcotra e non solo, trasporti, scuola, sanità. I tagli operati negli ultimi vent’anni su tre settori prioritari del nostro Paese: scuola, sanità, trasporti hanno provocato criticità diventate enormi durante la fase pandemica, attenuate solo dalla grande abnegazione del personale di questi tre comparti. Parliamo di trasporto pubblico e della difficile situazione di Riviera Trasporti i cui lavoratori, autisti e non solo, hanno dato prova di attaccamento all’azienda e di responsabilità verso i cittadini continuando a garantire il servizio anche con ritardi di mesi sui pagamenti dello stipendio. Ora rimangono da ricevere competenze di settembre/agosto per chi è andato in pensione, le liquidazioni sono bloccate e non possono essere liquidate (interessati una ventina di ex-dipendenti). Come sappiamo è stato presentato un Piano Concordatario per il risanamento dei debiti che deve essere approvato dal Tribunale. Il 28 aprile 2022 il Consiglio comunale di Sanremo ha approvato il cambiamento d’uso dell’area deposito-officina di RT nel quartiere di San Martino a sito commerciale, rivalutazione che consentirebbe a RT di vendere ad un privato (si parla di Esselunga) per circa 8 milioni di euro. Questo contribuirà a ridurre il debito (quantificato in circa 30 milioni di euro), ma certo non basta. Fondamentale ripensare al valore del contributo chilometrico che RT riceve dai Comuni e dalla Provincia che è fermo su valori del 2001 – facilmente intuibile che il costo dell’energia, del personale, della manutenzione per muovere un autobus sia stato molto diverso allora in confronto ai valori attuali – e quindi passare da € 1,95 ad € 2,60. Troppi errori sono stati fatti nella gestione di una società che ha il dovere di assicurare il trasporto pubblico sulla costa e nell’entroterra, basti pensare al pasticcio degli autobus a idrogeno costati una fortuna e ormai inutilizzati, della stazione di trasformazione mai realizzata, ecc. Tanti i problemi che attraversano il mondo della scuola nella nostra provincia, scolastici, alla scarsa digitalizzazione e informatizzazione, alla dispersione scolastica. Quanti giovani non arrivano a conseguire un diploma compromettendo di molto le possibilità future di trovare un lavoro! Certamente occorre fare anche una riflessione sui costi per le famiglie, sempre più in difficoltà, per l’istruzione dei propri figli, il costo dei libri di testo per medie e superiori è in molti casi proibitivo, senza contare gli eventuali abbonamenti per treno o autobus, per non parlare di un percorso di laurea, il cosiddetto “ascensore sociale” non c’è quasi più…quanti operai riescono a far laureare un figlio? I nostri giovani hanno bisogno di preparazione e di studio per inserirsi in una società sempre più complessa. E’ fondamentale che i nostri ragazzi e le nostre ragazze vengano aiutati a districarsi in un mondo virtuale dove spesso dicerie e credenze vengono spacciate per verità e sembrano assumere lo stesso peso di notizie comprovate e scientifiche. Incentivare lo spirito critico, favorire il pensiero scientifico, la discussione, l’analisi delle fonti aiuta a combattere le fake-news. Di scuola si parla molto, ma purtroppo tante volte non si ascoltano le voci di chi all’interno delle scuole lavora con passione. Dopo la complessità che il mondo della scuola si è trovata ad affrontare con la crisi pandemica da Covid-19 e la conseguente gestione della didattica a distanza, delle misure di sicurezza e di distanziamento sociale, delle sospensioni per mancata vaccinazione, degli organici Covid (i supplenti Covid hanno lavorato per mesi senza stipendio) ora il Governo sta per varare un provvedimento sul sistema di reclutamento dei docenti senza un serio e doveroso confronto con le parti sindacali e senza metterci le dovute risorse, ma anzi togliendole a quelle destinate al rinnovo contrattuale. Bisogna valorizzare invece tutto il personale scolastico – docenti ed ATA – con adeguate risorse che vengano normate all’interno del contratto di lavoro. Cosa dire della sanità in provincia di Imperia? Abbiamo bisogno di una sanità attenta ed efficiente, di una reale presa in carico del paziente, di una rete di assistenza domiciliare e territoriale ben strutturata e capillare. Si devono rafforzare i presidi ospedalieri attuali e si deve concludere l’iter di affidamento ai privati dell’Ospedale Saint Charles di Bordighera. Si devono dire parole di verità, rispettando le promesse fatte ai sindaci e ai cittadini del distretto intemelio. In provincia di Imperia si dovranno realizzare 5 case della comunità: 2 per distretto tranne che in quello intemelio dove ne è prevista solo una, tra l’altro in una struttura che avrà bisogno di anni per essere ristrutturata e messa a norma. Ha senso? Perché i criteri che vengono utilizzati non tengono conto oltre che del numero dei residenti, dei flussi turistici e dei migranti, oltre che della particolarità della nostra popolazione, con tanti anziani e un’alta percentuale di persone affette da disabilità? Mancano le risorse umane: operatori socio-sanitari, infermieri e medici di diverse specialità, medici di medicina generale. Tra le specialità, drammatica la situazione di psichiatria – essenziale per la gestione e la cura dei più fragili sul territorio, malati psichiatrici, persone affette da dipendenza, giovani con disturbi alimentari – e della medicina d’urgenza. Non ci sono psichiatri, non si sono fatti concorsi a livello provinciale, sono sotto organico i medici d’urgenza costretti a turni massacranti, come emerge dalla cronaca degli ultimi giorni. C’è un allarme sulla sicurezza negli ospedali, sia per quello che riguarda l’incolumità dei dipendenti che quella degli utenti, come denunciato dai nostri sindacati di categoria. La nostra Pediatria sta per essere ceduta come ramo d’azienda al Gaslini di Genova: Cosa comporterà? Avremo i pediatri 24 h al giorno sul territorio? Saranno garantiti i servizi ambulatoriali di Pediatria? Rimarrà il personale infermieristico attuale? Pensiamo al fatto che la pandemia nelle fasi più cruciali ha di fatto interrotto la fruizione di prestazioni diagnostiche e chirurgiche, determinando lunghe liste di attesa che sarà difficile armonizzare. Le persone per lungo tempo, per paura, hanno rinunciato alla prevenzione e i controlli di alcune patologie croniche sono stati di fatti azzerati. Quante patologie rischiano di non essere prese in tempo? Abbiamo infine bisogno di realizzare le opere di cui si parla da un tempo infinito: un grande, nuovo, efficiente ospedale tecnologicamente avanzato e connesso con i centri di ricerca, che dia delle prospettive di futuro e sia attrattivo anche per gli specializzandi e i giovani medici, che dobbiamo riuscire a trattenere sul nostro territorio anche con forme di incentivazione… Doveroso ricordare le vittime del terribile virus Covid-19 in provincia di Imperia, i tanti anziani, nonne e nonni, ospiti di RSA e Case di Riposo, che, soprattutto nella prima ondata della pandemia, non ce l’hanno fatta e sono mancati senza il conforto dei loro cari. Mancava tutto: dai dispositivi di protezione individuale all’alcool, ai locali per l’isolamento. E’ stata una situazione terribile che non deve ripetersi mai più. Noi vigileremo sulla cura e l’assistenza degli ospiti di RSA e Case di Riposo, anche con le nostre Federazione dei Pensionati che hanno chiesto ad ASL 1 un tavolo permanente di monitoraggio su questo tema. Chiederemo con forza che i cosiddetti “minutaggi” cioè i tempi da dedicare alla cura dei pazienti nelle strutture, la movimentazione, il lavaggio, ecc, così bassi in Regione Liguria, siano aumentati perché vogliamo che i nostri anziani siano curati ed accuditi con tutta la professionalità e l’amorevolezza che la loro condizione merita».

«C’è tanto da fare in ogni settore. Ma noi, CGIL CISL e UIL, saremo sempre al fianco di lavoratori e cittadini per mantenere vigile l’attenzione, contrastare le ingiustizie, fare proposte costruttive! Voglio concludere con una frase di Papa Giovanni Paolo II: “La pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia,
amore e libertà”. W il primo maggio!» – conclude.